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Quando le frontiere creano ponti

Interreg: un progetto che supera le frontiere tra Ticino, Como e Varese. swissinfo.ch

E’ il ruolo di Interreg quello di creare dei legami tra la Svizzera e l’Europa attraverso l’incoraggiamento e il finanziamento di progetti transfrontalieri.

Il bilancio tracciato alle giornate nazionali di Lugano, il 18 e 19 novembre, è più che positivo.

Con circa 400 progetti di cooperazione avviati dal 2000 con i paesi vicini, Interreg rafforza la competitività della Svizzera.

Un giudizio pressoché unanime ribadito da personalità di spicco quali il segretario di Stato dell’economia Jean-Daniel Gerber che a Lugano ha annunciato il rinnovato impegno della Confederazione a proseguire la collaborazione transeuropea con l’UE. E a tal fine il SECO sta cercando di definire le linee di una simile partecipazione nel quadro di una Nuova politica regionale.

La scelta del Ticino per valutare le sinergie Interreg non è stata casuale. Il cantone appartiene, insieme a Grigioni e Vallese, alla regione Interreg “Italia-Svizzera”, ossia quella con il maggior numero di progetti avviati: ben 200.

La frontiera sud

“Cerniera tra il Nord e il Sud dell’Europa, il Ticino – annota il presidente del Consiglio di Stato Gabriele Gendotti – si sente sempre più parte integrante di una dinamica di sviluppo con un enorme potenziale”. Basti pensare che la Lombardia è una delle regioni più potenti, da un profilo economico, d’Europa.

L’intensa collaborazione con i partner delle province italiane ha permesso infatti di creare nuove reti transfrontaliere lungo la frontiera sud, consentendo scambi di esperienze fondamentali per rafforzare la società della conoscenza. E per creare sinergie che si sviluppano oltre i due poli di Milano e Zurigo.

Porte aperte sul futuro



Il giudizio complessivo sui progetti Interreg, che hanno avuto delle ricadute positive sulla struttura economica delle regioni interessate, prelude come detto ad un ulteriore collaborazione transeuropea. “E la quasi totalità dei fondi disponibili – spiega a swissinfo Anne Le Duigou Bernig, coordinatrice nazionale Interreg – è già esaurita. In questi anni sono stati avviati progetti davvero interessanti e innovativi”.

“Questi progetti hanno permesso ai partner svizzeri – aggiunge Le Duigou Bernig – di integrarsi nella rete delle regioni europee benché la Svizzera non faccia parte dell’UE. Si tratta senza dubbio di un aspetto di rilievo”.

Parola d’ordine: competitività



Secondo la coordinatrice nazionale la competitività delle regioni è fondamentale. “Oggi tutto quanto è transfrontaliero riveste un peso di primo piano per la competitività di tutta la Svizzera. Detto altrimenti lo sviluppo economico della nostro Paese passa anche attraverso rapporti privilegiati con i vicini. Interreg permette tutto questo”.

Certo ci sono aspetti che devono essere migliorati e progetti che devono essere maggiormente calibrati, ma la Confederazione è determinata a continuare questo percorso.

Non solo economia



Un percorso che ha anche un valore per l’identità regionale. “Una regione che ha trovato la propria identità – sottolinea la coordinatrice – affronta con maggiore consapevolezza le sfide. E spesso confrontarsi con gli altri permette di meglio comprendere i propri bisogni e di valorizzare le proprie peculiarità e, in definitiva, la propria cultura”.

Assodata la volontà svizzera di proseguire sulle vie tracciate da Interreg, tocca ora l’UE ridefinire la sua politica di coesione. Da Lugano primi segnali positivi.

Esben Poulsen, della Direzione generale REGIO, ha confermato che la “Commissione europea intende continuare la cooperazione territoriale in Europa, ma secondo modalità strategiche più mirate, lineari ed incisive”.

swissinfo, Françoise Gehring, Lugano

Circa 400 i progetti a partecipazione svizzera avviati dall’inizio di Interreg (primavera 2000)
Circa 200 i progetti avviati nella regione “Italia-Svizzera”
39 milioni di franchi è il credito quadro della Confederazione stanziato per il periodo 2000-2006.
La quota di budget dell’UE destinata alla cooperaziome territoriale dovrebbe passare da 5,8 miliardi di euro (2000-2006) a 13,2 miliardi (2007-2013).

Un successo la partecipazione svizzera ai programmi Interreg III. A Lugano il SECO ha infatti formulato una valutazione complessiva positiva sul piano dell’esecuzione tecnica del programma. In futuro la Confederazione intende sostenere progetti di cooperazione che rafforzano la competitività delle regioni interessate e che creano nuovi impieghi.

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