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Rapporto sul clima, un futuro “vivibile” è ancora possibile

tre uomini trasportano un pannello solare in una zona inondata
Il Pakistan è stato colpito nell'estate 2022 da inondazioni senza precedenti. Copyright 2022 The Associated Press. All Rights Reserved.

Le attività umane sono la causa "inequivocabile" del riscaldamento globale, ribadisce il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) nel rapporto di sintesi presentato oggi a Interlaken, in Svizzera. È però ancora possibile ridurre le emissioni e garantire un futuro vivibile sulla Terra.

L’utilizzo di combustibili fossili e l’uso non sostenibile dell’energia e del suolo hanno comportato un riscaldamento globale di 1,1°C rispetto ai livelli preindustriali, scrive l’IPCC in un comunicato pubblicato lunedì. Il risultato sono eventi meteorologici estremi più frequenti e intensi che hanno causato impatti sempre più pericolosi sulla natura e le persone, in ogni regione del pianeta.

“Negli ultimi dieci anni, i decessi causati da inondazioni, siccità e tempeste nelle regioni più vulnerabili al cambiamento climatico sono aumentati di 15 volte”, afferma Aditi Mukherji, coautrice del rapporto di sintesi dell’IPCC, citata nel comunicato.

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Le emissioni di gas serra continuano a crescere e gli sforzi attuali sono “insufficienti” per far fronte alla crisi climatica, sostengono gli esperti e le esperte dell’IPCC. Di questo passo, sarà difficile limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C, come previsto dall’Accordo di Parigi sul clima, un trattato internazionale giuridicamente vincolante per la riduzione delle emissioni globali e l’adattamento climatico.

Alla luce delle conclusioni dell’IPCC è necessario accelerare l’uscita dai combustibili fossili, nonché proteggere e ripristinare gli ecosistemi naturali. Lo indicano le sezioni svizzere del WWF e di Greenpeace, che chiedono alla politica di prendere sul serio le ultime scoperte dei ricercatori e delle ricercatrici.

“È ancora possibile limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, ma bisogna agire subito. Ciò vale in particolare per la Svizzera, che è più colpita dal fenomeno rispetto alla media planetaria”, indica Greenpeace Svizzera. Tuttavia, “l’attuale politica climatica elvetica corrisponde a un riscaldamento di 3°C “.

Da parte sua, ricordando come diventa sempre più difficile limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, WWF Svizzera evidenzia il calo negli ultimi dieci anni del costo delle energie rinnovabili come l’eolico o il fotovoltaico. Insomma, “abbiamo i mezzi per invertire la tendenza”, ma al momento la crisi climatica sta ancora peggiorando: “ci stiamo muovendo ad alta velocità nella direzione sbagliata”, secondo l’organizzazione ambientalista.

Fonte: Keystone-ATS

Agire subito

Non è però ancora troppo tardi per evitare lo scenario peggiore. Secondo l’IPCC, ci sono molteplici opzioni “fattibili ed efficaci” per ridurre le emissioni, adattarsi al cambiamento climatico e al contempo arrecare beneficio alle popolazioni.

Ad esempio, l’accesso alle energie pulite e alle tecnologie migliora la salute, specialmente di donne e bambini. L’utilizzo di elettricità rinnovabile, i trasporti pubblici e anche il semplice spostarsi in bicicletta contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria, a creare posti di lavoro e a eliminare le disparità, sostiene l’IPCC.

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Condividendo tecnologie, conoscenze, misure politiche auspicabili e incrementando i finanziamenti a protezione del clima, è possibile ridurre o evitare i consumi che generano emissioni di CO2, sottolineano gli esperti e le esperte di clima. È però indispensabile agire subito.

Il rapporto odierno “evidenzia l’urgenza di intraprendere azioni più ambiziose e dimostra che, se agiamo ora, possiamo ancora garantire un futuro sostenibile e vivibile per tutte le persone”, afferma Hoesung Lee, presidente dell’IPCC, per il quale il rapporto è “un messaggio di speranza”.

Sintesi di oltre 10’000 pagine

Il rapporto presentato a Interlaken (Cantone di Berna), a cui hanno partecipato anche ricercatori e ricercatrici in Svizzera, è il capitolo conclusivo del Sesto Rapporto di Valutazione (AR6Collegamento esterno) dell’IPCC. È composto da due testi.

Il primo condensa in una cinquantina di pagine le principali prove scientifiche e le conclusioni contenute nei rapporti dei tre gruppi di lavoro dell’IPCC (vedi riquadro sotto) e nelle relazioni speciali sui cambiamenti climatici pubblicati tra il 2018 e il 2022. Si tratta di una sintesi di oltre 10’000 pagine di studi e ricerche.

Il secondo, di circa dieci pagine, è il riassunto destinato alle autorità, ovvero un testo esclusivamente politico che è stato approvato riga per riga dai delegati e dalle delegate dei 195 Paesi membri dell’ONU.

Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCCCollegamento esterno), con sede a Ginevra, è stato formato nel 1988 dall’Organizzazione meteorologica mondiale e dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente.

L’IPCC è organizzato in tre gruppi di lavoro, che si focalizzano su diversi aspetti legati ai cambiamenti climatici: il gruppo di lavoro I (WGI) si occupa delle basi scientifiche; il WGII valuta gli impatti sui sistemi naturali e le opzioni di adattamento; il WGIII si focalizza sulla mitigazione (riduzione dei gas a effetto serra).

L’IPCC non svolge ricerche proprie, ma coinvolge esperti ed esperte in tutto il mondo, Svizzera inclusa, con l’intento di sintetizzare la letteratura scientifica esistente in materia di clima. I suoi rapporti contribuiscono a plasmare le politiche internazionali di riduzione delle emissioni e di adattamento al cambiamento climatico.

Nel 2007, l’IPCC e l’ex vicepresidente statunitense Al Gore hanno ottenuto il Premio Nobel per la Pace.

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