Prospettive svizzere in 10 lingue

Ratificato l’accordo giudiziario con l’Italia

La ratifica dell'accordo sulle rogatorie con l'Italia era stata congelata dalla Svizzera lo scorso anno. unibe.ch

A quattro anni e mezzo dalla firma, il governo svizzero ha ratificato mercoledì l'accordo sulle rogatorie con l'Italia.

I dubbi sulla legge d’applicazione italiana fugati dalla giurisprudenza unitaria dei tribunali.

Il governo elvetico ha comunicato di aver ratificato l’accordo di assistenza giudiziaria con l’Italia. La decisione del Consiglio Federale è stata illustrata con una nota del Dipartimento di Giustizia e Polizia, in cui – tra l’altro – si afferma che “la giurisprudenza italiana ha fatto chiarezza sulle modalità di applicazione”.

Ma neppure questa ratifica – che segna la fine di un contenzioso tra i due paesi sulle modalità di trasmissione degli atti richiesti “per rogatoria internazionale” – è servita a mettere fine alle polemiche tra i due fronti in cui si divide la politica italiana.

Reazioni contrastanti

All’annuncio della firma di Berna, infatti, si sono immediatamente levate alte le dichiarazioni di giubilo di molti rappresentanti di Forza Italia, il partito del premier Silvio Berlusconi.

Il loro capogruppo alla Camera dei deputati, Elio Vito, ha infatti detto che “la decisione del governo svizzero è allo stesso tempo una sonora smentita di tutte le falsità e le menzogne con cui la sinistra italiana ha ripetutamente tentato di infangare le decisioni del governo e della maggioranza di centrodestra”.

Sulla stessa falsariga anche le dichiarazioni dei suoi colleghi Luigi Vitali (capogruppo di FI in Commissione giustizia della Camera) e Renato Schifani, presidente dei senatori dello stesso partito.

Completamente opposte, invece, le reazioni di Anna Finocchiaro, capogruppo dei Democratici di sinistra in Commissione giustizia, secondo cui “il governo svizzero ora firma solo perché la magistratura italiana ha dato un’interpretazione alla legge uniforme con il trattato (firmato nel 1998, ndr), ma è stata ad un passo dal denunciare l’accordo. La Casa delle libertà (il nome collettivo della coalizione di centrodestra al governo) dovrebbe smetterla con le mistificazioni e ringraziare la magistratura che ha fornito un’interpretazione accettabile”.

Rogatorie internazionali

La “querelle” era nata poco dopo l’insediamento del governo Berlusconi. Uno dei suoi primi atti legislativi era stata infatti la modifica della legge sulle rogatorie internazionali in senso restrittivo.

In particolare, alcuni passi del testo di legge sembravano richiedere l’autenticazione foglio per foglio di tutta la documentazione utile a un processo che eventualmente un paese avesse trasmesso all’altro.

La legge di applicazione italiana (votata dalla maggiornaza di centrodestra, appunto) relativa all’accordo siglato tra Berna e Roma nel 1998 per accelerare e semplificare le procedure di assistenza giudiziaria tra i due paesi sembra contraddire lo spirito di quell’intesa.

Una ratifica del trattato da parte elvetica – affermava il Consiglio federale – rischierebbe di attirare verso Berna le critiche della comunità internazionale, poiché così facendo la Svizzera “accetterebbe indirettamente le condizioni della nuova legge italiana. In tal modo si sottometterebbe alle nuove esigenze formali – certificazione degli atti trasmessi, vie di trasmissione degli atti – meno favorevoli all’assistenza internazionale”.

La legge italiana inoltre, precisava la nota del governo, “non preoccupa unicamente la Svizzera, ma anche un gran numero di Stati terzi che l’hanno ugualmente messa in discussione”. Da qui la decisione di aspettare almeno l’esito finale dei vari ricorsi in corso.

Si è dovuto perciò attendere che diverse istanze della magistratura pronunciassero un parere sull’interpretazione autentica da dare a quelle parole rimaste oscure. Per i magistrati italiani, alla fine, è sufficiente che un documento sia dichiarato “integralmente autentico” dalla magistratura elvetica, senza necessità di “autenticare” singolarmente tutti i fogli che lo compongono.

Giudici imparziali

Naturalmente, la polemica era stata altissima perché l’opposizione di centrosinistra ravvisava in quella modifica un “aiuto” alla difesa processuale di Silvio Berlusconi e Cesare Previti, imputati per corruzione di magistrati davanti al Tribunale di Milano, che contestava l’utilizzo di materiale documentale proveniente dalla Svizzera.

La notizia della ratifica, fra l’altro, è arrivata in una giornata politica già infuocata da una decisione della Corte di Cassazione italiana, che ha rigettato l’istanza di ricusazione dei giudici di Milano presentata proprio da Cesare Previti.

“I giudici di Milano sono imparziali – ha stabilito in pratica la Cassazione – e non possono essere influenzati dalle manifestazioni chiamate ‘girotondi’ in difesa dell’autonomia della magistratura”.

C’è però da scommettere che la polemica continuerà ancora per giorni. Nonostante la guerra in Iraq.

swissinfo, Paolo Bertossa, Roma

Ratificato dal governo svizzero l’accordo sulle rogatorie con l’Italia..

L’intesa era stata congelata il 13 febbraio del 2002 perché la Svizzera riteneva che la legge di applicazione italiana contravvenisse allo spirito dell’accordo.

Contrastanti le reazioni del mondo politico italiano.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR