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Regna di nuovo la calma nell’UDC

La stampa svizzera parla di un'opposizione moderata dell'UDC. swiss-image

Molto fumo e poco arrosto. La stampa svizzera riassume così la strategia di opposizione al governo definita martedì dall'Unione democratica di centro.

Benché entrambi i ministri UDC siano stati esclusi dal loro gruppo parlamentare, i commentatori non si attendono alcuna opposizione frontale contro il governo.

All’indomani delle decisioni dell’Unione democratica di centro (UDC, destra nazional conservatrice) sulla sua strategia nella corrente legislatura, i giornali elvetici sono unanimi: dopo avere brandito minacce sull’onda della rabbia per l’estromissione dell’esecutivo federale del suo ministro uscente Christoph Blocher, il partito è passato a più miti consigli.

La preoccupazione prioritaria dell’UDC è di preservare la propria unità. E per riuscirci deve forzatamente passare dalla strada della conciliazione, rilevano i commentatori.

Opposizione temporanea

“Ora è definitivo: l’UDC è all’opposizione Ma ciò non fa più paura”, scrive la Basler Zeitung (BaZ). Placata l’emozione provocata dalla non rielezione di Blocher in governo, il partito – le cui “truppe la settimana scorsa erano apparse disorientate” – ha dovuto definire cosa significhi concretamente fare opposizione.

È così semplicemente emersa una “nuova opposizione dell’UDC”, “orientata sui temi”, ossia contro quelle posizioni del governo che non corrispondono a quelle del partito. Secondo il giornale basilese, in pratica dunque non vi saranno cambiamenti di sostanza, poiché anche in passato il partito ha sempre mantenuto una certa distanza dai suoi consiglieri federali. Al massimo vi potrebbe essere qualche referendum in più, ma nessuna “rivoluzione politica”, pronostica la BaZ.

Il quotidiano renano conclude che questa “nuova opposizione” sarà peraltro solo temporanea, perché ora un fatto “è chiaro: anche l’UDC vuole il potere politico”.

“All’opposizione come al patibolo”

Il sentimento che l’UDC vada all’opposizione di controvoglia, perché presa in contropiede e costretta a salvare la faccia, è sottolineato anche da “Le Temps”. Il giornale ginevrino parla addirittura di un partito che “sembra raggiungere i ranghi dell’opposizione come se salisse al patibolo. Condannato a mantenere un impegno che aveva concepito unicamente come una minaccia e non come un potenziale scenario”.

Il quotidiano lemanico sottolinea d’altra parte la difficoltà che ha ora l’UDC di rassicurare la sua “ala economica”, per la quale è primordiale tutelare le condizioni quadro. Un’ala imprenditoriale che nel 2005 aveva sostenuto l’estensione della libera circolazione delle persone fra la Svizzera e l’Unione europea, e che dunque non vedrebbe di buon occhio una ferma ostilità al nuovo allargamento nel 2009, rileva “Le Temps”.

“È caduto il paravento”

In proposito il compito dell’UDC diventa più arduo, prevede il giornale. Quale membro del governo “Christoph Blocher poteva influenzare, appoggiare o difendere certe decisioni nel nome della collegialità, invocando l’obbligo di allinearsi al Consiglio federale, come lo aveva fatto sulla libera circolazione. Oggi questo paravento è caduto”.

Tutti motivi per cui l’UDC, “contrariamente alle sue abitudini, gioca la carta del compromesso”, afferma “24Heures”. Il quotidiano vodese rileva d’altra parte quanto sia vaga l’opposizione “costruttiva” preconizzata dal partito, dall’unità ritrovata. “Se tutti gli eletti dell’UDC ora guardano nella stessa direzione, non sembrano però sapere quale sia”, osserva il giornale.

L’unica certezza al momento è che non vi saranno spaccature all’interno del partito. “Nessuno nel gruppo UDC desidera una scissione”, afferma il “Bund”. Secondo il quotidiano bernese, la crisi ha però consentito di evidenziare “il vero volto” delle due anime del partito. Due ali che si distinguono nello stile, ma le cui divergenze politiche sono sottili.

swissinfo, Sonia Fenazzi

Il gruppo parlamentare dell’Unione democratica di centro (UDC, destra nazional-conservatrice) ha deciso martedì per 60 voti a 3 che al suo interno non ci saranno né scissioni né sottogruppi.

Dopo l’esclusione di Christoph Blocher dal governo, gli eletti dell’UDC hanno così deciso di passare all’opposizione, escludendo dal loro gruppo i ministri Eveline Widmer-Schlumpf e Samuel Schmid.

“Essere all’opposizione non significa forzatamente dire no a tutto”, ha puntualizzato il capogruppo Caspar Bader. L’UDC appoggerà le decisioni governative e parlamentari in linea con le sue posizioni, mentre darà battaglia in caso di divergenze di opinione.

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