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Riforma amara per la produzione di zucchero

La riforma europea minaccia anche i 7'500 coltivatori svizzeri di barbabietole Keystone Archive

L’Unione europea (Ue) propone di limitare la produzione e di ridurre del 33% il prezzo dello zucchero. Una riforma radicale che avrà conseguenze anche in Svizzera.

Con ogni probabilità anche i produttori svizzeri dovranno adattarsi al nuovo regime europeo.

È piuttosto amara per i produttori la riforma dello zucchero presentata mercoledì dal Commissario europeo dell’agricoltura, Franz Fischler.

L’Ue intende infatti ridurre le quote di produzione nazionali e tagliare progressivamente di un terzo il prezzo di sostegno al settore e il prezzo minimo della barbabietola.

Il piano rimette di fatto in discussione gli elementi centrali dell’attuale regime, accusato di ostacolare la concorrenza e di nuocere non solo ai paesi in via di sviluppo, ma anche ai consumatori, ai contribuenti e all’ambiente.

Per la produzione di barbabietola e di zucchero in Europa la nuova parola d’ordine è “competitività”: una vera e propria rivoluzione rispetto al regime che da 40 anni garantisce il mantenimento della coltura nei paesi dell’Ue.

Ristrutturazione inevitabile

“Senza una riforma radicale, nel giro di pochi anni l’intero sistema crollerebbe”, ha affermato Franz Fischler.

Il Commissario europeo si è detto convinto della necessità di adeguare l’ultimo bastione della vecchia politica agricola, allo scopo tra l’altro di respingere le pressioni esercitate in seno all’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) dai maggiori produttori mondiali di zucchero.

L’Omc è infatti chiamata prossimamente a chinarsi sulla denuncia presentata da Brasile, Argentina e Thailandia nei confronti dell’Ue, accusata di ostacolare la liberalizzazione del mercato dello zucchero.

Fischler ha ammesso che la riforma “comporterà inevitabilmente una ristrutturazione” e che le aree meno competitive “subiranno una certa pressione”.

In altre parole la nuova politica europea in materia di zucchero porterà alla chiusura di non poche aziende produttrici e alla soppressione di migliaia di posti di lavoro nel settore.

La riforma, che inizierà nel luglio del 2005 e si estenderà su almeno 4 anni, dovrebbe permettere di stabilizzare il settore a medio termine.

Con una restrizione della produzione, la Commissione europea vuole inoltre ridurre l’impatto ambientale della produzione di barbabietole, che si basa attualmente su colture intensive.

Conseguenze per la Svizzera

Se il piano verrà adottato dai Venticinque, anche i produttori svizzeri ne subiranno certamente le conseguenze, dal momento che, attualmente, il prezzo dello zucchero svizzero viene fissato in base a quello adottato dall’Ue.

“Bisognerà abbassare anche il prezzo del nostro zucchero”, prevede Willy Tinner del segretariato di Stato dell’economia (seco). A suo avviso, l’industria alimentare svizzera non accetterà di sborsare di più per comperare zucchero indigeno.

Già oggi, la produzione nazionale, pari a circa 200’000 tonnellate all’anno, non basta a soddisfare la domanda del settore industriale. Nel 2000, ad esempio, la Svizzera ha importato 178’000 tonnellate di zucchero.

Ma per Willy Tinner, non è ancora detta l’ultima parola. Il progetto di riforma dovrà ancora venir accettato dai 25 membri dell’Ue.

E anche il Parlamento svizzero deve ancora pronunciarsi sul secondo pacchetto di accordi bilaterali, che comprende anche il dossier sul commercio di prodotti agricoli trasformati, come quelli che contengono zucchero.

Produttori preoccupati

Più inquieti i produttori svizzeri. “Dobbiamo ancora valutare le dimensioni, ma è certo che vi sarà una pressione verso il basso sui prezzi”, ha dichiarato Roland Furrer, portavoce dell’Unione svizzera dei contadini, al quotidiano Le Temps.

Gli agricoltori svizzeri percepiscono 11,20 franchi per ogni quintale di barbabietola coltivata, mentre i loro colleghi europei devono accontentarsi di 6,70 franchi.

Una differenza dovuta al fatto che la Confederazione versa ogni anno 35 milioni di franchi di sovvenzioni all’industrie svizzere che si occupano della raffinazione dello zucchero.

Per Roland Furrer, una riduzione del prezzo dello zucchero non rappresenterà comunque una catastrofe per tutti i 7’500 coltivatori di barbabietole. La maggior parte di loro traggono i loro proventi anche dalla coltivazione di altri prodotti agricoli.

Da notare inoltre che, nonostante la prevista diminuzione, il prezzo dello zucchero svizzero e degli altri paesi europei resterà comunque due volte più caro di quello che domina sul mercato mondiale.

swissinfo e agenzie

In Svizzera si contano circa 7’500 produttori di barbabietole da zucchero.
La raffinazione dello zucchero avviene negli impianti di Aarberg (BE) e Frauenfeld (TG).
La Svizzera produce circa 200’000 tonnnellate di zucchero all’anno.
Ogni svizzero consuma in media 40 chilogrammi di zucchero all’anno.

La Commissione europea ha proposto ai paesi membri dell’Ue di ridurre di circa il 16% le quote di produzione nazionale e di un terzo il prezzo minimo della barbabietola.

La proposta fa seguito alle pressioni in favore di una liberalizzazione del mercato dello zucchero, esercitate in seno all’Organizzazione mondiale del commercio da parte dei maggiori produttori mondiali, a cominciare da Brasile, Argentina e Thailandia.

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