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Riforma dell’IVA: opinioni contrastanti

Gli effetti della riforma dell'IVA per i consumatori accendono il dibattito politico Keystone

La nuova imposta sul valore aggiunto deve essere più bassa, più semplice e trasparente. È quanto chiedono i settori interessati dalla riforma. Su diversi aspetti tuttavia, le opinioni divergono.

L’organizzazione mantello delle imprese elvetiche, economiesuisse, chiede una riforma “coerente”, efficace e con meno burocrazia.

Dalla riforma dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) – in procedura di consultazione fino alla fine del mese – l’economia si aspetta “alleggerimenti amministrativi e miglioramenti dell’efficienza di cui possano approfittare dipendenti, clienti e anche le economie domestiche”.

Lo ha indicato martedì la Federazione delle imprese svizzere (economiesuisse) in una conferenza stampa a Zurigo.

La Federazione sostiene il modello a tasso unico anche se alcuni settori economici “hanno qualche problema” a fare loro questa idea. L’introduzione di un tasso unico del 6% è “neutro nei confronti della concorrenza”, sottolinea economiesuisse.

L’organizzazione condivide l’orientamento della parte tecnica del progetto e le sue 50 misure, che costituiscono “l’elemento essenziale e più urgente della riforma”. Miglioramenti sono tuttavia necessari riguardo alla deduzione dell’imposta preventiva, alla sicurezza giuridica e alla riduzione dei formalismi.

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Consultazione

Questo contenuto è stato pubblicato al La consultazione è la procedura attraverso la quale viene richiesto il parere a tutti gli ambienti interessati o toccati da una modifica legislativa. Durante la preparazione di leggi importanti o di progetti di considerevole portata, il Consiglio federale o il Dipartimento incaricato del dossier presentano l’idea ai cantoni, ai partiti, ai comuni e alle varie…

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Settori esentati dall’IVA

Il partito socialista (PS) si mostra invece più critico riguardo la riforma che, sostiene, per i consumatori si tradurrà soltanto in un aumento dei prezzi. Sono l’economia e parte dell’amministrazione ad avere chiesto la revisione dell’imposta. Di conseguenza il PS si opporrà al tasso unico così come all’imposizione di settori attualmente esentati dall’IVA.

Il partito liberale radicale (PLR), al contrario, condivide l’opinione del ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz e chiede la soppressione di tali settori. Attualmente se ne contano 25. Il PLR sostiene il modello proposto dal governo, in base al quale solo il settore della salute sarebbe esente dal tasso unico. Una variante sostenuta anche da Swiss Retail Federation, l’associazione delle medie e grandi imprese di commercio al dettaglio, secondo cui questa soluzione permette di rimanere concorrenziali nei confronti dei negozianti stranieri senza influire sulle economie domestiche.

L’abolizione dei settori esenti da IVA non piace affatto all’associazione Swiss Olimpic. Per le 3500 associazioni e società sportive elvetica, attualmente esentate dall’imposta, le conseguenze potrebbero essere gravi, al punto da “mettere in pericolo la funzione sociale e sanitaria dello sport”.

Prima le altre riforme

Per l’Unione svizzera delle arti e mestieri la questione del tasso unico è meno importante rispetto ai fondamenti stessi della riforma. L’organizzazione mantello delle piccole e medie imprese si riferisce in particolare alla cinquantina di misure che mirano a semplificare il prelevamento della tassa. La stessa opinione è condivisa dalla Società svizzera degli imprenditori e dall’Unione professionale svizzera dell’automobile.

Anche per la Conferenza dei direttori cantonali delle finanze, a corto termine occorrerà considerare unicamente l’adozione di questa cinquantina di misure. Le altre varianti sono politicamente contestate e la loro applicazione rischia infatti di avverarsi assai lunga.

Tasso unico criticato

Dal canto loro gli albergatori svizzeri avrebbero preferito un tasso unico inferiore al 5,5%. Hotelleriesuisse, la loro associazione mantello, dichiara quindi che non sosterrà il “compromesso edulcorato” deciso dal governo (un tasso del 6-6,4%) e propone un’altra variante in consultazione fino al 31 luglio. Essa prevede due tassi: 7,6% e 3,4%, quest’ultimo da applicare al settore alberghiero.

Infine, anche il Servizio d’informazioni per i trasporti pubblici (LITRA) critica il fatto che non si preveda di applicare un tasso ridotto ai trasporti pubblici. Esso ricorda che in tutta l’Unione europea, i trasporti pubblici, che così come la cultura o la formazione rispondono ai bisogni elementari della popolazione, beneficiano di un tasso IVA ridotto, se addirittura non ne sono esonerati.

swissinfo e agenzie

Sui beni di uso quotidiano come gli alimenti, le bevande non alcoliche, le medicine, le granaglie, il bestiame, i fiori, i mangimi e i fertilizzanti, i giornali, i libri, la radio e la televisione è riscossa una tassa sul valore aggiunto del 2,4%.

L’albergheria approfitta nell’ambito dei pernottamenti e delle colazioni di un tasso ridotto del 3,6%.

Il tasso normale ammonta al 7,6%.

Le banche, le assicurazioni, gli ospedali e la produzione agricola sono esonerati dall’IVA. Il catalogo delle esenzioni riguarda 25 beni o settori.

Nel 2006 grazie all’IVA sono confluiti nelle casse della Confederazione 19 miliardi di franchi.

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