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Rimane fragile la ripresa economica elvetica

Il motore economico svizzero ha qualche tentennamento swissinfo.ch

Gli esperti del governo hanno abbassato le previsioni di crescita economica per il 2005 dall’1,5% allo 0,9%.

Numerose banche e istituti di ricerca hanno rivisto le proprie previsioni al ribasso, alla luce della debole situazione economica dell’Unione Europea, principale partner commerciale della Confederazione.

Il Segretariato di Stato dell’economia (seco) ha rivisto decisamente al ribasso le proprie previsioni sull’andamento della congiuntura: per quest’anno calcola una crescita del prodotto interno lordo (PIL) dello 0,9%, invece dell’1,5% finora previsto, e per il 2006 dell’1,5% invece dell’1,8%.

Data la situazione, un miglioramento della situazione sul mercato del lavoro si farà attendere ancora parecchio. «Il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere dal 3,8% al 3,6% solo nel prossimo anno», sottolinea il seco in un comunicato pubblicato venerdì.

Influssi dall’estero

Le condizioni quadro dell’economia mondiale – nota il seco – sono attualmente meno favorevoli di quanto lo fossero ancora pochi mesi fa. Questo fatto vale marginalmente per gli Stati Uniti, dove l’economia, nonostante un leggero rallentamento, continua a espandersi conformemente alle attese.

Per contro la congiuntura in area europea avanza a stento, e gli indicatori anticipatori, che negli ultimi mesi si sono in gran parte mossi verso il basso, indicano che un miglioramento non è da attendersi a breve termine (in particolare in paesi importanti quali la Germania e l’Italia). Una ripresa in Europa non dovrebbe verificarsi prima dell’autunno 2005.

«In tale contesto gli influssi dell’economia esterna continueranno a svolgere un ruolo decisivo per le previsioni economiche. Se dura di più, la significativa diminuzione dell’euro da inizio anno rispetto al dollaro americano (circa il 10%) dovrebbe agire positivamente sulle esportazioni europee», aggiunge il seco.

Un notevole pericolo per le ristrette capacità di ripresa congiunturale è però costituito dal prezzo del petrolio.

Dettaglio delle previsioni

Guardando gli indicatori congiunturali degli ultimi mesi, il quadro configuratosi è alquanto misto.

In particolare le esportazioni di merci elvetiche hanno mostrato una ripresa in aprile e maggio, dopo diversi mesi caratterizzati da un andamento molto debole. Gli indicatori della fiducia nell’industria mostrano una tendenza meno negativa di quelli dello spazio europeo, anche se in maggioranza protendono ancora verso il basso.

Il seco ritiene che la domanda privata di beni di consumo dovrebbe mantenere un ritmo stabile di espansione, ma senza un ulteriore rafforzamento a causa del calo dell’occupazione.

Per gli investimenti nelle costruzioni e in macchinari e attrezzature la ripresa dovrebbe mantenersi. La situazione monetaria costantemente favorevole con interessi molto bassi continuerà a sostenere gli investimenti. Sul mercato monetario e dei capitali non sono attesi a breve termine forti aumenti d’interesse. Nell’ambito della ripresa del dollaro sul mercato valutario anche il franco svizzero ha perso valore, e ciò che dovrebbe favorire l’economia di esportazione.

Disoccupazione

Secondo le previsioni del seco, l’impiego totale quest’anno dovrebbe di nuovo regredire, per poi aumentare solo leggermente il prossimo anno.

«Nonostante l’occupazione in regresso, la disoccupazione (destagionalizzata) è calata da inizio anno in modo insensibile, ciò che dovrebbe riflettere in parte dei ritiri del mercato del lavoro», si legge nel comunicato.

Si calcola che il tasso di disoccupazione medio per il 2005 sarà del 3,8%, che dovrebbe scendere nel prossimo anno a 3,6% grazie a un leggero aumento dell’occupazione.

swissinfo e agenzie

La correzione al ribasso della crescita economica fatta dal seco era prevista da più parti.

Due settimane fa, la Banca nazionale svizzera aveva abbassato a sua volta le proprie previsioni all’1%.

Alcuni considerano il seco fin troppo ottimista. La banca Julius Bär, ad esempio, ritiene che il PIL aumenterà solo dello 0,7%.

Per l’economista Bernard Lambert, della banca privata Pictet & Cie, la stima dello 0,9% per la crescita annuale denota un certo ottimismo.

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