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San Gallo definisce gli standard del dibattito

Esperti da tutto il mondo a San Gallo per discutere delle virtù del federalismo Keystone

Le speranze riposte nel modello istituzionale decentrato sono grandi: efficienza amministrativa, soluzione di conflitti etnici e gestione del territorio.

Con molti spunti e un’organizzazione perfetta si è conclusa venerdì la Conferenza sul federalismo di San Gallo.

Napoleone, condottiero e imperatore d’altri tempi, è stato il più citato alla Conferenza sul federalismo. Per Jakob Kellenberger, ex-segretario di Stato elvetico e attuale presidente della Croce Rossa internazionale, vale invece la massima di Bismark: “La geografia è la sola costante della politica estera”.

È all’interno di questi confini che il dibattito si è acceso: la storia come maestra, la comunicazione come base necessaria per convivere, lo studio come riflessione su una forma di Stato in movimento.

Discussioni di alto livello

Per Thomas Fleiner, dell’Istituto del federalismo dell’Università di Friburgo, il successo dei dibattiti è chiaro: “Ho partecipato a molti convegni di questo tipo, ma non ho mai trovato tanti stimoli come qui a San Gallo”.

Per Fleiner, la presenza a pari titolo di esperti e politici nei work-shop è stata un’esperienza fantastica: “All’inizio c’erano dei grossi dubbi; unire teorici e pratici non è evidente, ma il livello delle discussioni è stato molto alto. Tutti hanno approfittato della Conferenza”.

Si ritorna sul tema

Il responsabile della Conferenza, l’ex-consigliere federale Arnold Koller, si dice soddisfatto del risultato: “Molti fra i presenti mi hanno confermato la validità del nostro contributo: siamo riusciti a definire gli standard per una conferenza internazionale. Sono orgoglioso di questo risultato”.

Gli fa eco il primo ministro belga, Guy Verhofstadt, che si è gettato con passione nei dibattiti. Sarà lui il prossimo a misurarsi con l’appuntamento di San Gallo. Al termine del suo discorso ha annunciato infatti la volontà del suo paese di organizzare la terza Conferenza internazionale sul federalismo: “San Gallo sarà il nostro riferimento”.

Gli assenti e i disattenti

Tra le tante valutazioni positive, c’è però anche qualche nota negativa. Il quotidiano romando Le Temps ha rilevato venerdì la scarsa presenza alla conferenza di rappresentanti dei cantoni francofoni e il basso profilo della delegazione statunitense.

“Sì è vero, sono deluso”, ammette Arnold Koller. “Più si va lontano da San Gallo, meno l’avvenimento è recepito.”

Per Thomas Fleiner, l’assenza di membri dell’attuale amministrazione americana si spiega con il fatto che “gli USA al momento sono uno Stato in cui il federalismo non ha un ruolo centrale”.

Significativo in questo senso l’intervento alla conferenza del giudice associato della corte suprema degli Stati Uniti Antonin Scalia, che “non ha parlato di dibattiti attuali in corso negli USA.”

Negli Stati Uniti, inoltre, il tema del multiculturalismo, al centro della conferenza, non gode di un’attenzione pari a quella in Europa e altrove nel mondo.

Disinteresse mediatico

Anche la stampa ha dedicato relativamente poca attenzione alla conferenza, in concorrenza oltretutto con il contemporaneo vertice sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg.

Fleiner concede che Johannesburg è “di certo un motivo, ma non l’unico. Il federalismo non è un tema che interessa in modo particolare i media. Il federalismo è una parola astratta.”

E Koller aggiunge: “Devo anche ammettere che nell’organizzazione non abbiamo fatto concessioni. Le assemblee plenarie di particolare interesse erano la sera, dopo i termini redazionali.”

Daniele Papacella, San Gallo

Con le valutazioni finali dei gruppi, si è conclusa la seconda Conferenza internazionale sul federalismo di San Gallo.

L’avvenimento è passato in parte in sordina, ma all’interno del campus universitario le discussioni si sono dimostrate ricche e animate.

Malgrado il perimetro che ha ospitato l’avvenimento fosse blindato, la perfetta organizzazione ha permesso un clima proficuo per l’auspicato dialogo.

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