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Scandalo Parmalat: bloccati altri conti

Caso Parmalat: in Svizzera non giungono prodotti alimentari, ma richieste di assistenza giudiziaria Keystone

La vicenda Parmalat continua ad avere dei risvolti in Svizzera. L’Ufficio federale di giustizia ha ordinato il sequestro di altri conti bancari.

I conti, registrati a Coira e a Zurigo, potrebbero far parte di quelli serviti per occultare i fondi sottratti alla società.

La Parmalat, azienda apparentemente florida è crollata. Perché? Gli inquirenti cercano di ricostruire i tasselli di uno scandalo dai mille volti, uno dei quali svizzero. Sì, perché parte dei soldi sottratti alla società sarebbero depositati su conti bancari elvetici.

Il 16 marzo, l’Ufficio federale di giustizia (Ufg) ha disposto il blocco di alcuni conti a Coira e a Zurigo. Sabine Zaugg, portavoce dell’Ufg, ha confermato una notizia in tal senso pubblicata il 24 marzo dal quotidiano ticinese La Regione, senza però voler indicare il numero dei conti, l’entità delle somme congelate e il nome delle banche dove sarebbero depositate.

Gli ultimi di una serie

I conti sono stati bloccati in seguito ad un complemento di rogatoria inoltrato alle autorità svizzere dalla Procura di Milano. La giustizia milanese non è la sola ad indagare sul dissesto Parmalat.

Qualche tempo fa l’Ufg aveva concesso assistenza alla Procura di Parma disponendo il blocco di conti presso banche ticinesi ed ordinando alle banche in questione di produrre la documentazione in loro possesso.

Oltre ai conti bloccati recentemente, in Ticino, il gruppo Parmalat dispone di due società: la «Geslat» e la «Parmalat International» che hanno sede a Lugano.

Ad inizio marzo era stato congelato un conto a Coira. Prima che ciò avvenisse, la Banca cantonale grigionese aveva segnalato alla magistratura l’esistenza di una relazione bancaria aperta dal gruppo Parmalat nel 1999 per il trasferimento di 3,7 milioni di dollari.

Non è noto però se siano stati congelati dei conti aperti presso la Banca cantonale grigionese. Su questo punto le autorità non rilasciano dichiarazioni.

Trenta milioni di dollari

Stando a Luca Sala, che prima di passare al gruppo alimentare Parmalat era stato un dirigente della «Bank of America», i milioni di dollari sottratti alla società e depositati su conti svizzeri sono una trentina.

Sala, arrestato per il crollo del gruppo alimentare, ha accennato a questa cifra nel corso degli interrogatori a cui lo hanno sottoposto gli inquirenti.

Oltre al blocco dei conti su cui si troverebbero questi soldi, predisposto dall’Ufg, il Ministero pubblico della Confederazione ha aperto un’inchiesta contro quattro italiani residenti in Svizzera, sospettati di riciclaggio di denaro sporco nell’ambito dello scandalo Parmalat.

swissinfo e agenzie

Diversi conti bancari svizzeri sarebbero serviti ad occultare i fondi sottratti da Calisto Tanzi, il patron di Parmalat, e dai suoi collaboratori alla società.

Gli ultimi conti bloccati si trovano a Zurigo e a Coira, ma non si conoscono altri dettagli, visto il riserbo delle autorità. Altri conti sono stati congelati in Ticino.

Finora solo la Banca cantonale grigionese è ha denunciato la presenza di una trasazione da 3,7 milioni di franchi legata alla Parmalat e avvenuta nel 1999. Non si sa però se siano stati congelati dei conti presso questa stessa banca.

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