Telefoni fissi ecologici e “made in Switzerland”

Se il mercato della telefonia mobile è dominato da fabbricanti esteri, in quello della telefonia fissa si stanno facendo onore due aziende elvetiche che sviluppano tecnologie in grado di ridurre l'elettrosmog.
Le ditte in questione – Telgo e Swissvoice – figurano tra i leader di un mercato che vale 80 milioni di franchi svizzeri. Complessivamente, le due aziende garantiscono la metà delle vendite di apparecchi fissi in Svizzera.
Telgo, basata nel cantone di Friburgo, afferma di essere – grazie ai suoi prodotti Switel – il maggior venditore del paese in questo settore, con una quota di mercato pari al 30%; Swissvoice si situa dal canto suo al 18%.
Scommessa vinta
Creata nel 2001 a Granges-Paccot, nei pressi di Friburgo, Telgo può contare su una decina di collaboratori: l’azienda realizza una cifra d’affari di 20 milioni di franchi ed è redditizia, spiega Selim Dusi, fondatore e direttore generale.
Dusi, di origine turca, ha studiato ingegneria chimica al Politecnico federale di Losanna. A 40 anni – con una decina d’anni di esperienza nel settore – ha deciso di investire alcune centinaia di migliaia di franchi per fondare Telgo.
L’azienda – che ha potuto beneficiare sin dall’inizio delle competenze e dei contatti del suo fondatore – elabora la strategia e i modelli in Svizzera, ma la produzione avviene in Asia. Attualmente, un telefono su quattro tra quelli acquistati nella Confederazione porta il suo marchio, ossia Switel. I prodotti della Telgo sono venduti anche in diversi paesi europei e mediorientali.
Presto completamente biodegradibili?
«Il nostro successo è dovuto alla combinazione di tre fattori: la conoscenza ottimale della catena di produzione, una gamma di prodotti innovativi e la capacità di reagire rapidamente alle esigenze della clientela», analizza Selim Dusi.
A titolo di esempio, Telgo pone l’accento su apparecchi semplificati destinati agli anziani, su telefoni fissi a bassa emissione con il marchio Ecomode e su prezzi attrattivi. «Il nostro prossimo obiettivo è costruire un telefono completamente riciclabile; attualmente, disponiamo di apparecchi biodegradabili all’80%», aggiunge il fondatore.
Elettrosmog diminuito
Le preoccupazioni a carattere ecologico toccano le telecomunicazioni soprattutto per quanto concerne le inquietudini legate all’effetto delle onde elettromagnetiche sulla salute. Di questa tendenza ha approfittato ampiamente l’azienda Swissvoice, situata del cantone di Vaud.
Nell’estate del 2006 la ditta stava per fallire, prima che Jean-Claude Lebrun riprendesse la totalità del capitale. «La società disponeva di buone qualità come le competenze e i brevetti, ma era carente dal profilo finanziario», riassume l’imprenditore francese.
Il nuovo proprietario è riuscito a rilanciare le attività di Swissvoice puntando su una linea di telefoni senza fili dai quali non proviene più alcuna emissione quando sono in modalità “stand-by”, anche se l’apparecchio non è posato sulla base.
Durante la conversazione, la potenza d’emissione del telefono è ridotta al minimo, senza tuttavia pregiudicare la qualità. Inoltre, tali apparecchi consentono di risparmiare il 60% di elettricità rispetto ai modelli classici.
Collaborazione importante
Grazie a questa tecnologia, l’azienda ha potuto rimettersi in sesto. Swissvoice è infatti riuscita a inserirsi nel mercato tedesco, diventando uno dei due partner del gigante Deutsche Telekom per la sua gamma di telefoni fissi T-Home.
Unitamente a Gigaset – ex Siemens, ora di proprietà di Arques Industries – Swissvoice è inoltre uno dei due principali fornitori dei telefoni fissi di Swisscom. «Noi sviluppiamo gli apparecchi, e Swisscom li vende utilizzando il proprio marchio», spiega Marc Siegfried, responsabile del marketing.
Produzione in Asia
Basata a Aubonne (cantone di Vaud), Swissvoice conta 45 impiegati in Svizzera, tra cui 27 ingegneri. Gli apparecchi sono costruiti in Asia: una scelta effettuata praticamente da tutti gli altri attori del settore, eccezion fatta per Gigaset, che gestisce ancora uno stabilimento in Germania.
Commercializzati sotto i marchi Eurit, Avena e Aeris, i terminali di Swissvoice vengono venduti anche in parecchi paesi europei e presto saranno presenti in Asia. Dal 2007, l’azienda elvetica ha raddoppiato la propria cifra d’affari: per il 2009, le previsioni ammontano a 22 milioni di franchi.
Nel corso dei prossimi anni, la tradizionale rete fissa dovrebbe essere sostituita dal protocollo IP, con una nuova generazione di apparecchi funzionanti mediante la tecnologia di telefonia su Internet (ToIP). In quest’ottica, Swissvoice scommette sull’arrivo di una piattaforma unica comprendente telefono, televisione e Internet.
Questi dispositivi, peraltro già disponibili all’estero, dovrebbero giungere nelle case svizzere tra 3-4 anni. Telgo, dal canto suo, prevede una maggiore convergenza tra telefonia fissa e telefonia mobile.
Luigino Canal, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento: Andrea Clementi)
Vendite: secondo le stime dei produttori, nel 2008 sono stati venduti circa 900’000 telefoni fissi, per un totale di circa 70-80 milioni di franchi.
Parti di mercato: non è facile conoscere con precisione la parte di mercato delle società, considerando il fatto che Swisscom commercializza sotto il proprio marchio apparecchi prodotti da altre aziende, come Gigaset e Swissvoice.
Cinque attori: il mercato svizzero della telefonia fissa conta cinque fabbricanti principali. Switel e Gigaset realizzano il 25-30% delle vendite, seguiti da Swissvoice (18%), Philips (10-15%), Panasonic (5-10%) e altre marche, che rappresentano il 5-10%.
Evoluzione: Nel 2006 vi erano 670 linee fisse per 1’000 abitanti; nel 2007, 1’067.

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.