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Accordo fra Svizzera e Russia a Davos

Guerman Gref, ministro russo dello sviluppo economico (a sinistra) in compagnia del ministro dell'economia svizzero Joseph Deiss swissinfo.ch

Svizzera e Russia hanno concluso negoziati bilaterali, iniziati nel 1995, che aprono la strada all'adesione di Mosca all'Organizzazione mondiale del commercio.

Il ministro dell’economia Joseph Deiss illustra l’importanza di questi accordi sugli scambi di merci e servizi, firmati a Davos, in margine al Forum economico mondiale.

swissinfo: In cosa consistono questi accordi?

Joseph Deiss: Ogni paese che desidera entrare a far parte dell’OMC deve accettarne i principi generali. Deve però anche stipulare accordi con ogni Stato membro per regolamentare le questioni bilaterali.

La Russia doveva di conseguenza negoziare con la Svizzera. I negoziati in vista di questi trattati sono spesso difficili, perché vanno eliminate tutte le eventuali divergenze.

swissinfo: Quali erano le specifiche esigenze della Svizzera?

J.D.: Innanzitutto i temi consueti, come il diritto di proprietà e la lotta contro le contraffazioni. Questioni per noi importanti.

In seguito le disposizioni amministrative. Per quanto concerne il settore dell’orologeria, ad esempio, in Russia sono in vigore, per ragioni di sicurezza, normative molto severe. Ma si tratta di un carico amministrativo che bisogna sopprimere.

In breve, prima dell’adesione della Russia all’OMC occorre regolare numerose questioni. Dal momento che un paese è stato ammesso in questa organizzazione, gli accordi non possono più essere rimessi in discussione, salvo nell’ambito di un negoziato globale tra i vari Stati membri.

swissinfo: I russi hanno provocato alcuni contrattempi, avanzando all’ultimo minuto delle esigenze in merito al problema della malattia della mucca pazza. Siete riusciti a regolare queste divergenze?

J.D.: Sì, per finire abbiamo ottenuto soddisfazione. Vi erano ancora alcuni punti in sospeso e ci sono stati vari andirivieni, come spesso succede per simili negoziati. Ma, alla fine abbiamo potuto trovare un accordo.

swissinfo: Come mai la Svizzera figura tra gli ultimi paesi a raggiungere un accordo con la Russia?

J.D.: Siamo un paese molto impegnato nel commercio internazionale. Per questo motivo, dobbiamo affrontare questioni molto complesse che richiedono parecchio tempo.

Inoltre, i russi hanno forse seguito una loro agenda in questi negoziati. Ora devono ancora negoziare, tra l’altro con gli Stati uniti.

Forse non volevano raggiungere troppo in fretta un accordo con la Svizzera, dal momento che, in molti punti, la nostra posizione si trova vicina a quella degli Stati uniti. Tra l’altro, sulla questione della proprietà intellettuale.

swissinfo: Quali vantaggi può ricavare la Svizzera da un’adesione della Russia all’OMC?

J.D.: La Svizzera è favorevole ad un sistema multilaterale. E questo sistema funziona soltanto se vi sono molti membri.

Consideriamo importante che vi partecipi anche la Russia, anche per il fatto che non abbiamo sottoscritto finora accordi speciali di libero scambio con questo paese.

Con l’Unione europea disponiamo già ora di numerosi accordi. In tal senso, per noi sarebbe quindi addirittura meno importante un’assenza dei paesi dell’Unione europea dall’OMC.

Per i paesi invece con i quali non abbiamo ancora concluso degli accordi, la loro adesione all’OMC ci permette di ottenere quei vantaggi previsti dai trattati dell’organizzazione.

swissinfo, intervista Pierre François Besson, Davos
(traduzione Armando Mombelli)

La Russia, che ha inoltrato nel 1993 la sua domanda di adesione all’OMC, dovrebbe essere ammessa in seno a questa organizzazione nel corso di quest’anno.

Per aderire all’OMC, ogni paese deve superare un lungo esame di ammissione e sottoscrivere accordi bilaterali con gli Stati membri.

Gli impegni assunti bilateralmente vengono in seguito riconosciuti da tutti gli altri membri dell’OMC.

Le relazioni economiche tra la Svizzera e la Russia sono in piena espansione.
Nei primi 11 mesi del 2005, le esportazioni svizzere in Russia hanno raggiunto un valore di 1,389 miliardi di franchi (+27%).
Le importazioni di prodotti russi corrispondevano invece a 791 milioni di franchi (+2%).

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