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Conferenza Bruxelles sui PMA: per Svizzera 5 sfide «cruciali»

La maggior parte dei 614 milioni di abitanti dei PMA vive con meno di due dollari al giorno... Keystone

La Svizzera ha definito cinque sfide «cruciali» che la comunità internazionale dovrebbe affrontare per strappare all'indigenza cronica i 49 «paesi meno avanzati»(PMA), ai quali l'ONU sta dedicando una conferenza internazionale a Bruxelles. Se si vogliono ottenere risultati «significativi e concreti» bisogna agire immediatamente, ha dichiarato Walter Fust.

Prendendo la parola lunedì pomeriggio, il capo della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) ha tracciato un bilancio negativo dell’evoluzione dei PMA. La loro «situazione non è migliorata negli ultimi vent’anni e, anzi, in certi casi è persino peggiorata».

I PMA sono quei paesi il cui reddito dipende nella misura dell’80 % dall’aiuto pubblico allo sviluppo. Undici di loro negli anni novanta hanno presentato un crescita economica negativa media del -3 %. La maggior parte dei loro 614 milioni di abitanti – poco più di un decimo della popolazione mondiale – vive con meno di due
dollari al giorno. La speranza di vita è di soli 50 anni e la metà degli adulti è analfabeta.

Entro il 2015 solo otto PMA avranno raggiunto l’obiettivo fissato dall’ONU in materia di istruzione primaria universale e solo quattro avranno ridotto di due terzi il loro tasso di mortalità infantile. Espresso in valore reale pro capite, nei PMA l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) netto è diminuito del 45 % dal 1990, ricadendo al livello che si registrava all’inizio degli anni settanta. Il problema principale è che i PMA non sono nemmeno sfiorati dai mercati finanziari internazionali e sono marginali nel commercio internazionale a cui partecipano nella misura dello 0,5 %.

Fust ha quindi ammesso il fallimento dei due piani d’azione elaborati nelle conferenze di Parigi del 1981 e del 1990. Il capo della DSC ha auspicato che il destino di Bruxelles sia diverso: il primo obiettivo dev’essere lo sdebitamento. Una drastica riduzione del debito deve permettere la diversificazione dell’economia.

Per la delegazione elvetica alla conferenza, la seconda priorità deve riguardare l’attuazione di riforme settoriali ad esempio nella promozione della giustizia sociale, dell’istruzione di base e del miglioramento delle infrastrutture che facilitano l’accesso all’acqua potabile ma anche nella protezione dell’ambiente, nella creazione di posti di lavoro e nella generazione di redditi.

Liberare l’accesso ai mercati dei paesi industrializzati e dei paesi in via di sviluppo per le esportazioni dei PMA è il terzo obiettivo strategico: la Svizzera ritiene che i trattamenti speciali e differenziati di cui beneficiano i PMA debbano essere ulteriormente migliorati. Si tratta in particolare di ridurre a zero le tasse di importazione che colpiscono i loro beni, ha dichiarato Fust.

Favorire la cooperazione regionale è il quarto punto sollevato da Fust. La Svizzera è pronta ad appoggiare delle iniziative Sud-Sud che consentano di porre le basi per il rafforzamento dell’integrazione regionale dei PMA, pur realizzando economie di scala.

E, infine, è necessario il miglioramento della gestione degli affari pubblici, segnatamente per il tramite della decentralizzazione delle competenze e delle risorse finanziarie. Dal palco di Bruxelles, Fust ha ricordato la volontà elvetica «di aumentare in modo sostanziale l’aiuto pubblico allo sviluppo.» Quest’ultimo nel 2000 ammontava allo 0,34 % del PIL (0,35 % nel 1999): dovrebbe raggiungere lo 0,4 % nel 2001, ha dichiarato Fust. L’ONU ha fissato l’obiettivo dello 0,7 % del PIL.

La Conferenza di Bruxelles ha lo scopo di esaminare l’attuazione delle misure internazionali di sostegno allo sviluppo dei PMA, in particolare nei settori dell’aiuto pubblico allo sviluppo, del debito, degli investimenti e degli scambi. Nel corso della riunione si esaminerà pure la possibilità di adottare nuove politiche idonee a favorire lo sviluppo sostenibile di questi paesi e la loro progressiva integrazione nell’economia mondiale.

Dato che la maggioranza dei paesi in cui si concentra l’attività di cooperazione rientrano nel novero dei PMA, la Svizzera partecipa a questa conferenza con una delegazione congiunta della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e del Segretariato di Stato dell’ economia (seco).

swissinfo e agenzie

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