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Da cent’anni al servizio dei più poveri

Il ministro dell'interno Pascal Couchepin (sulla sinistra) coll'ex presidente della COSAS Rudolf Mittner Keystone

La Conferenza svizzera delle istituzioni dell'azione sociale ha spento giovedì cento candeline alla presenza del consigliere federale Pascal Couchepin.

Il ministro degli interni ha sottolineato la necessità di cercare soluzioni nuove per far fronte all’esplosione delle spese sociali.

La Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale ha festeggiato giovedì a Lucerna il secolo d’esistenza.

Alla giornata, che si inserisce in una settimana di convegni all’insegna del motto «Svizzera sociale – Europa sociale», hanno preso parte diverse personalità, tra cui il consigliere federale Pascal Couchepin.

Intervenire a monte dei problemi

Nel suo intervento, il ministro degli interni ha insistito sulla necessità di agire a monte per evitare che le persone debbano ricorrere all’aiuto sociale.

«Uno studio di Caritas – ha ricordato Couchepin – ha dimostrato che la mancanza di formazione rappresenta il fattore più importante di povertà. Prevenire l’esclusione e l’assenza di prospettive significa in primo luogo adoperarsi per favorire la formazione».

Il consigliere federale ha pure abbordato la questione dei cosiddetti «working poor», i lavoratori poveri.

Riferendosi alla recente proposta della municipale zurighese Monika Stocker sui «lavori a 1’000 franchi» (le imprese verserebbero questa somma ai lavoratori e i servizi sociali metterebbero la differenza), Couchepin ha dichiarato che «quando si vede l’esplosione delle spese sociali a Zurigo e a Basilea, è ovvio che bisogna cercare delle soluzioni nuove».

L’idea – volta a reinserire i lavoratori non qualificati – «va nella stessa direzione dei principi della COSAS: promuovere attivamente l’inserzione, se necessario attraverso incitamenti finanziari».

Il diritto ad un’esistenza dignitosa

Walter Schmid, presidente della Conferenza e rettore della Scuola di lavoro sociale di Lucerna, ha dal canto suo ricordato la Costituzione, che garantisce a chiunque sia nel bisogno di ricevere i mezzi indispensabili per un’esistenza dignitosa.

Un obiettivo posto da sempre al centro delle attività della COSAS, fondata nel 1905 per far fronte alla povertà. All’epoca non esistevano né AVS, né assicurazione malattia obbligatoria.

Oggi l’associazione funge soprattutto da canale di trasmissione fra le istituzioni politiche e gli specialisti che operano sul campo. Dell’organizzazione fanno parte tutti i cantoni e oltre un migliaio di città, comuni o istituzioni private.

In particolare, la COSAS emana direttive sul calcolo dell’aiuto sociale che vengono usate come riferimento nella gran parte dei cantoni. Queste norme contribuiscono a rendere uniforme la concessione dell’assistenza sociale e favoriscono l’uguaglianza dei diritti.

swissinfo e agenzie

In Svizzera circa 300’000 persone (il 4% della popolazione) beneficiano dell’aiuto sociale.
L’assistenza sociale versa circa 3 miliardi di franchi all’anno.
Complessivamente tutte le assicurazioni sociali erogano ogni anno 100 miliardi di franchi.

Il principale compito della Conferenza delle istituzioni dell’azione sociale è di emanare delle direttive alle autorità cantonali e comunali per armonizzare l’aiuto sociale.

Malgrado queste direttive siano solo delle raccomandazioni, servono da riferimento per la giurisprudenza.

Le norme diventano obbligatorie attraverso le legislazioni cantonali, i regolamenti comunali e la giurisprudenza.

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