Prospettive svizzere in 10 lingue

Di che lingua madre sei?

Il gesto, lo sguardo e la traduzione per capirsi fra persone di lingua madre diversa Keystone

L’UNESCO ha proclamato questo sabato Giornata internazionale della lingua madre. Lo scopo è quello di promuovere l’impiego delle lingue madri nel mondo.

Uno stimolo per riappropriarsi di culture e tradizioni sempre più in pericolo. Ogni mese spariscono in media due lingue.

“Lo sente il profumo di basilico fresco?”, chiede la cuoca del ristorante ligure portando con orgoglio il piatto di pasta al pesto.

Un esempio di come la lingua non trasmetta solo pensieri e sentimenti ma anche una tradizione, una visione del mondo.

Un cuoco, altrettanto capace, ma con un’altra lingua madre, non si sarebbe infatti espresso allo stesso modo.

La lingua madre è un vettore culturale di grande importanza. Molti scrittori non esitano a dire che la lingua madre è la loro patria.

Numerose definizioni

Ma questa non è l’unica definizione. “La lingua madre è la lingua con la quale ci si identifica, che struttura il nostro pensiero” dice a swissinfo la linguista Claudine Brohy, dell’Università di Friburgo.

In Svizzera, nel formulario dell’ultimo censimento, nel 2000, la lingua madre viene definita la lingua principale “in cui si pensa e che si padroneggia meglio”.

“È la lingua nella quale si passa gran parte della propria interazione sociale”, aggiunge Stefano Vassere, ticinese, docente di linguistica generale all’Università degli Studi di Milano, “la lingua che più si usa e che si sente come propria”.

Un idioma che non coincide necessariamente con la lingua appresa in famiglia. In Svizzera è il caso della maggior parte dei cittadini stranieri e degli svizzeri che si spostano da una regione linguistica all’altra.

Nel 1990 l’8,9% di tutta la popolazione elvetica dichiarava di avere come lingua principale una lingua non nazionale. Nel 2000 questa percentuale sfiorava il 10%.

Rivalutiamo la lingua madre

“La lingua madre fa parte del nostro essere uomini e donne” afferma Claudine Brohy, “è un vettore culturale, cognitivo e di comunicazione”.

Negli ultimi decenni questo ruolo è cambiato, è stato svalutato dall’avanzata di lingue ritenute “più utilitaristiche”. Il caso più emblematico è quello della lingua inglese.

Stefano Vassere deplora questa evoluzione: “La lingua madre va rivalutata”, dice il linguista a swissinfo. “Qualche anno fa non era messa in discussione da nessuno. Oggi invece la situazione economico-sociale e professionale tende a diminuire il ruolo della lingua madre”.

Ma la lingua imparata da piccoli deve affrontare anche la concorrenza di un’altra realtà: quella di una società multiculturale, sempre più plurilinguistica.

In questo tipo di società, ha senso dare tanta importanza alla lingua madre? “Sì”, risponde Stefano Vassere.

Secondo il linguista la competenza linguistica moderna, quella che esige un uso professionale e sociale dell’inglese è una competenza che molto spesso rinuncia agli aspetti culturali, depositati invece dalla lingua madre.

“La lingua madre mantiene intatte le valenze culturali”, sottolinea Vassere. Secondo il linguista, il bagaglio multilinguistico di chi si muove professionalmente in Europa non basta per svolgere questo ruolo culturale.

Le lingue matrigne

La Svizzera, oasi di particolarismi, non ha solo lingue madri ma anche “lingue matrigne”: idiomi presenti sul territorio nazionale che fanno parte della competenza linguistica degli svizzeri.

Secondo Stefano Vassere, se a questo bagaglio linguistico si aggiunge anche l’inglese la situazione dello svizzero trilingue o quadrilingue diventa veramente difficile.

In una simile situazione concentrarsi maggiormente sulla propria lingua madre diventa davvero un’impresa ardua.

Secondo la linguista Claudine Brohy certe lingue vanno protette, come le lingue minori, quelle delle minoranze, o le lingue dell’immigrazione. “La lingua madre o prima lingua, invece”, spiega, “fa parte della dignità umana”.

swissinfo, Elena Altenburger

In molti Paesi la lingua madre viene trascurata in favore di lingue cosiddette “più importanti”.

In Svizzera nel 2000 le lingue più parlate erano il tedesco, il francese e l’italiano.

Fra le lingue non nazionali più diffuse figurano il serbo, il croato e l’albanese.

Più di 6’000 lingue sono utilizzate oggi nel mondo
Il 95% di queste lingue viene parlato solo dal 4% della popolazione totale

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