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Là dove c’era l’erba, ora c’è una città

Le infrastrutture della città - nel caso specifico di Lugano - servono a tutta l'agglomerazione Keystone Archive

In una Svizzera sempre più urbana, l'organizzazione politica del territorio fa fatica a tenere il passo coi tempi.

Democrazia in pericolo nelle agglomerazioni: è la conclusione di uno studio del politecnico federale di Losanna.

Piccoli villaggi abbarbicati sulle Alpi, fattorie isolate, un ambiente tutto sommato rurale: l’immagine tradizionale della Svizzera deve fare i conti con una realtà diversa.
In effetti, la Svizzera è diventata un paese urbano.

Il 70% della popolazione vive in città o in agglomerazioni urbane, luoghi in cui si concentra la quasi totalità delle dinamiche demografiche, socioeconomiche e culturali del territorio elvetico.

Socioeconomicamente uniti, politicamente divisi

In Svizzera l’urbanizzazione è avvenuta principalmente per espansione. Si sono creati così degli agglomerati omogenei da un punto di vista della funzionalità del territorio, ma non dal punto di vista dell’organizzazione politica.

Il tipico agglomerato urbano svizzero è composto da una moltitudine di entità istituzionali, si estende su diversi comuni e a volte supera i confini cantonali. Se si pensa al caso di Basilea si può addirittura parlare di un superamento dei confini nazionali.

Lo studio realizzato dal Laboratorio di sociologia urbana del politecnico federale di Losanna dimostra come gli abitanti degli agglomerati siano soddisfatti della qualità dei servizi pubblici, senza essere però coscienti del fatto che a pianificare e a finanziare questi stessi servizi sono delle unità regionali sulle quali i cittadini non hanno un influsso politico diretto.

L’abitante, l’utente, il cittadino e gli acciacchi della democrazia

Nelle agglomerazioni l’individuo abita in un determinato comune, ma grazie alla presenza di una rete di servizi metropolitana si appropria di uno spazio maggiore di quello in cui risiede. Il problema è che i diritti politici di cui dispone per partecipare alla gestione del suo spazio vitale sono limitati al luogo di residenza.

Finora questa problematica era dibattuta solo nel quadro dei meccanismi di compensazione finanziaria. Le periferie, che usufruiscono delle infrastrutture cittadine, erano chiamate a contribuire al loro finanziamento, anche se queste non si trovavano sul loro territorio.

Ora i sociologi losannesi mettono l’accento anche sul deficit democratico che viene a crearsi in una situazione del genere. Il sistema democratico prevede infatti che le istituzioni politiche siano legittimate dal voto dei cittadini, una legittimazione che nel caso dei servizi offerti nelle agglomerazioni viene a mancare.

Lo studio – basato sull’intervista di 2010 cittadini svizzeri residenti nelle regioni di Zurigo, Lucerna, Lugano e Losanna – dimostra che oltre a non poter influire politicamente sulle decisioni che riguardano l’intera agglomerazione, la popolazione spesso ignora anche chi sia responsabile di tali decisioni.

Lugano, un esempio da seguire

I più informati in merito alle questioni riguardanti l’agglomerazione, sono i cittadini di Lugano. Non è certo un caso, visto che al momento dell’inchiesta ci si trovava in piena campagna per la fusione tra la città sul Ceresio e alcuni comuni vicini (vedi articolo in altri sviluppi).

La votazione ha avuto esito positivo e la fusione che si prospetta è – secondo il parere dei ricercatori losannesi – un esempio da seguire. Il successo dei fautori del sì dimostra che informando la popolazione e apportando le necessarie riforme a livello cantonale, si può vincere il campanilismo che rema contro le riforme richieste dall’evoluzione urbana.

Gli autori dello studio domandano dunque alla Confederazione di essere meno accomodante nella sua politica delle agglomerazioni. Secondo loro, lo Stato deve intervenire in modo più deciso affinché si rimettano in questione le frontiere regionali e territoriali odierne.

Doris Lucini, swissinfo

Kübler D., Schwab B., Joye D., Bassand M.: La métropole et le politique. Identité, services urbains et citoyenneté dans quatre agglomérations en Suisse. Cahiers du Laboratoire de sociologie urbaine EPFL, 3, novembre 2002.
Intervistate telefonicamente 2010 persone
Zurigo, Lucerna, Losanna e Lugano le agglomerazioni studiate

Lo studio ha sondato il rapporto che gli abitanti degli agglomerati urbani intrattengono col territorio. In genere gli abitanti delle periferie sono più mobili degli abitanti del centro città. Inoltre dimostrano una conoscenza migliore dei problemi riguardanti l’agglomerazione. Chi abita in centro invece dimostra poco interesse nei confronti di ciò che accade nei comuni vicini. Leggermente diversa la posizione di Lugano, dove solo il 50% degli intervistati si è detto ignorante in materia.

La scelta del luogo in cui abitare dipende soprattutto dalla disponibilità dell’alloggio desiderato. Meno incisivi sono fattori come il tasso d’imposizione fiscale.

Tutte e quattro le agglomerazioni si sono dette soddisfatte della gestione dei servizi pubblici (trasporti, offerta culturale e sportiva, acqua potabile, assistenza ai drogati). L’unica eccezione è rappresentata dalle strutture per l’infanzia: gli asili nido sono troppo pochi. Losannesi e luganesi si dimostrano globalmente più critici di zurighesi e lucernesi. Per i ricercatori questo si spiega attraverso fattori culturali e non attraverso un’offerta di servizi più scarsa.

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