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L’Epo naturale di St. Moritz

André Bucher, campione del mondo sugli 800 m, si prepara a St. Mortiz per gli Europei a Monaco swissinfo.ch

Gli allenamenti in quota sono molto apprezzati dagli sportivi d'elite. La maggior parte di loro sceglie per questo l'Engadina, una valle nel cantone dei Grigioni.

St. Moritz, la nota località turistica in Engadina, è una meta ambita dagli atleti di tutto il mondo. Non solo per le ottime infrastrutture, ma perché l’allenamento a 1800 metri d’altitudine favorisce lo sviluppo di globuli rossi nel sangue. E fa quindi aumentare le prestazioni.

Dagli anni Sessanta

Atleti di tutte le discipline arrivano a St. Moritz prima dei grandi appuntamenti sportivi, per migliorare le proprie condizioni fisiche. Di recente, molti vi hanno soggiornato per prepararsi ai campionati europei di atletica, previsti a Monaco tra il 6 e l’11 agosto.

“Tutto è iniziato a metà degli anni Sessanta, quando alcuni atleti decisero di venire a St. Moritz per prepararsi per i Giochi olimpici di Città del Messico”, ricorda Martin Berthod, segretario per lo sport nella località turistica.

Da allora, St. Moritz ha saputo approfittare del suo clima, adattando le sue strutture. E attirando un numero crescente di sportivi d’elite negli alberghi, nelle piscine, sui sentieri, nelle sale di muscolazione e sulla pista di cenere del suo centro sportivo ad alta quota.

Anche Carl Lewis e Lance Armstrong hanno scelto St. Moritz

Tra gli sportivi che hanno tratto profitto dell’offerta della località engadinese, si possono ricordare il nuotatore russo Alexande Popov, star dell’atletica come lo statunitense Carl Lewis, il keniota Paul Tergat, il danese Wilson Kipketer e anche il recente vincitore del Tour de France Lance Armstrong.

Né mancano gli atleti svizzeri, che beneficiano di condizioni favorevoli sul piano dei costi. Così il vincitore di due medaglie d’oro alle Olimpiadi di Salt Lake City Simon Amman, il vogatore Xeno Müller e il campione del mondo in carica negli 800 metri André Bucher sfruttano regolarmente le virtù di St. Moritz.

“Accogliamo tra i 1500 e i 2000 atleti l’anno”, spiega Martin Berthod. “Soprattutto tra giugno e settembre e tra novembre e febbraio. Ma anche prima di importanti appuntamenti sportivi come i Giochi olimpici o i Campionati europei e del mondo.”

Doping legale

Il paesaggio idilliaco, la temperatura, l’aria secca, le strutture di allenamento e i servizi medici, le condizioni d’alloggio sono tutti elementi importanti per il successo di St. Moritz fra gli sportivi.

Ma la ragione principale per la scelta della stazione turistica risiede nella sua posizione perfetta, in altitudine e al centro d’Europa. “L’altitudine ideale per allenarsi è tra 1400 e 2100 metri”, spiega il medico sportivo Daniel Blanc.

In concreto, chi compie degli sforzi ha bisogno di ossigeno. Le prestazioni muscolari aumentano in relazione alla quantità di ossigeno che ricevono.

In altitudine, la pressione dell’ossigeno nell’atmosfera diminuisce e il corpo umano reagisce producendo una quantità maggiore di sangue e cambiandone la struttura. La quantità di globuli rossi e di emoglobina – una proteina contenuta nei globuli rossi che serve a trasportare l’ossigeno – aumenta.

“In quota è necessario adattare il tempo e la qualità dell’allenamento”, spiega ancora Daniel Blanc. “Se si va troppo in alto, i globuli rossi aumentano troppo e il sangue diventa vischioso. Il cuore deve allora lavorare troppo.”

E il medico precisa: “L’allenamento in quota è l’unico modo di aumentare in modo naturale il numero di globuli rossi. È una razione di Epo naturale.”

L’auto-trasfusione e le iniezioni di eritropoietina (Epo) – un ormone che stimola il midollo osseo e quindi la produzione globuli rossi – sono in effetti vietati nello sport.

Effetti benefici

Dopo un allenamento adeguato in quota, il ritorno in pianura si rivela benefico. L’aumento di globuli rossi permane per alcune settimane. Il maggiore apporto di ossigeno ai muscoli permette dunque migliori prestazioni.

Dopo un pausa per infortunio, André Bucher, il campione del mondo in carica sugli 800 m, ha preparato in Engadina gli Europei di Monaco, in compagnia di altri selezionati svizzeri.

“L’effetto di un simile allenamento è importante, ma varia a seconda degli atleti”, afferma il lucernese. “Da parte mia, percepisco gli effetti immediatamente dopo il ritorno in pianura e dieci giorni dopo. In mezzo, sento soprattutto la fatica.”

All’avvicinarsi dell’appuntamento degli europei di Monaco, Bucher e compagni hanno dunque lasciato St. Moritz. Per far posto ad altri sportivi in cerca delle virtù benefiche dell’aria engadinese.

Mathias Froidevaux

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