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La Confederazione si dà un nuovo volto

La varietà attuale dovrà fare posto ad un sobrio scudo rossocrociato. swissinfo.ch

Anche le istituzioni hanno ormai bisogno di un’immagine riconoscibile. Con un ampio progetto, la Confederazione cerca di arginare la Babele delle vesti grafiche dei suoi uffici.

Si ritorna alle origini con i simboli della bandiera, ma non mancano le critiche e dibattiti su necessità, scelte e costi.

L’amministrazione federale ha un’ottantina di uffici e sezioni. Ognuno ha sviluppato negli ultimi anni una propria immagine e una veste grafica da presentare al pubblico. Si è creata così una varietà che contraddice tutti i pregiudizi che si possono coltivare sui burocrati.

Ma adesso il consiglio federale ha definitivamente detto basta alla proliferazione di marchi, simboli e fantasiose carte intestate. A fine agosto è stato benedetto il progetto che getta a mare tutte le estrose individualità. Dal primo gennaio 2005, la Confederazione avrà una sua immagine sobria e unitaria; una cosa che in gergo del marketing si chiamerebbe «Corporate Identity».

Una guida di un centinaio di pagine elenca tutto quello che c’è da sapere per non sgarrare. Tutti i documenti avranno la stessa intestazione: uno scudo con la croce svizzera al centro. Da un lato troneggia la scritta «Confederazione svizzera» in quattro lingue, dall’altro il nome dell’ufficio che elabora il documento.

La fine della creatività illimitata

Finora, appunto, ogni ufficio ha fatto a modo suo. La croce della bandiera, per esempio, si trova elaborata in dozzine di variazioni: l’Ufficio di statistica la nasconde in mezzo ai grafici, i meteorologi la espongono alle bizze di una nuvola da previsioni del tempo, l’Ufficio della sanità pubblica la mette al sicuro sotto una sorta di ombrello, i Servizi del parlamento la fondono con la cupola di Palazzo federale, l’Ufficio delle acque e della geologia la preferisce blu, in tinta con il suo oggetto di studio.

Ma c’è anche chi si dà meno patriottico: l’Ufficio federale delle strade utilizza un simbolo che ricorda la segnaletica autostradale. L’ufficio della cultura riduce il tutto ad una «C» mozza su fondo nero e il Dipartimento delle finanze ha adottato una Svizzera a puntini. E si potrebbe continuare per tutti i servizi e sezioni della Berna federale.

Freno anche alla fantasia linguistica

Il progetto vuole inoltre correggere alcuni nomi. In un paese plurilingue, anche i creatori di marchi hanno avuto le loro belle difficoltà.

Così, risulta curioso il nome «seco» (Segretariato per l’economia, rigorosamente scritto in minuscolo). Destinato alla ghigliottina del politicamente scorretto è invece «swissmint», che non è una marca di caramelle alla menta, ma la Zecca federale. Anche «swisstopo» dovrà abbandonare il retrogusto da roditore; tornerà probabilmente a chiamarsi schiettamente «Ufficio federale di topografia».

Sempre seguendo l’intento di rendere più accessibile alla cittadinanza il compito delle singole unità, si chiarificherà anche il misterioso significato di «metas», di «imes» o di «fedpol.ch».

Ma come scrivere?

La grafia scelta dai tecnici per la nuova immagine coordinata sarà «Arial». Si è voluto scegliere un carattere sobrio e poco costoso. Tutti i computer conoscono infatti questo carattere e inoltre non è protetto da copyright.

Ma non poteva mancare l’opposizione. La perspicace «Neue Zürcher Zeitung» ha già denunciato la piccolezza degli amministratori: «Arial» è solo la copia pirata di un altro carattere tipografico ben più nobile. Il creatore era svizzero, si chiamava Max Miedinger (1910-1980) ed è stato uno dei migliori del suo campo.

Come se non bastasse – e il giornale zurighese vuole che la Confederazione ci faccia il pensierino – il nome del carattere tipografico è da programma: «Helvetica». Ma usare l’originale costerebbe almeno 350’000 franchi di più.

Si risparmia?

Ogni lifting costa. Per dovere e trasparenza, il Consiglio federale ha pubblicato le cifre necessarie a realizzare il progetto: 280’000 franchi sono costati analisi e progetto. Qui si è risparmiato incaricando un istituto di formazione bernese che ha fatto lavorare gli studenti.

Ma la realizzazione (dalle nuove applicazioni informatiche alla carta intestata) costerà 25 milioni di franchi nei prossimi due anni. Molti soldi, ma nessuno ha veramente reclamato, ci si limita a sorridere sarcasticamente. La spesa sembra però giustificata e comunque, una volta realizzata la svolta, si potrà anche risparmiare: l’unità grafica porterà a risparmi annui calcolati intorno ai sette milioni.

La nuova veste deve rispondere a dei criteri altisonanti: «Qualità, armonia, incorruttibilità», inoltre deve suscitare «fiducia e orgoglio». Da gennaio si saprà se i traguardi saranno raggiunti.

swissinfo, Daniele Papacella

La Confederazione vuole una sua nuova immagine, sobria e unitaria.

I costi dell’operazione:

– 280’000 franchi per l’analisi e il progetto.

– 25 milioni per la realizzazione.

– Di questi 9 milioni sono risorse interne all’amministrazione; 16 per costi esterni (informatica e stampa).

– I risparmi a medio termine dovrebbero raggiungere i 7 milioni annui.

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