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La nicchia patriottica in un mondo globalizzato

Allocuzione del presidente della Confederazione Samuel Schmid

in occasione della Festa nazionale 2005 degli Svizzeri all’estero.

Care Svizzere all’estero, cari Svizzeri all’estero!
Cari connazionali fuori patria!
Gentili ospiti della Festa nazionale 2005!

Bonsoir! Buona sera! Buna Sera! Guete’n Obe! Good Evening!

Qualunque sia il Continente o la Città in cui vi troviate oggi per partecipare alla Festa nazionale 2005: le campane del mio Comune d’origine Attiswil ai piedi del Giura vi trasmettono i miei cordiali saluti!

Le campane ridesteranno in voi sentimenti patriottici e forse faranno nascere addirittura un po’ di nostalgia.
Poco grave! Se non aveste questi sentimenti o se aveste tagliato tutti i ponti con la vostra terra natìa non avreste neppure accolto l’odierno invito… E invece siete venuti. E spero anche che la Festa nazionale sia una sorta di piccola nicchia patriottica in questo mondo globalizzato!

Sono certo che chi vi ha invitato avrà pensato a tutti gli ingredienti tradizionali della Festa nazionale: lampioncini, salsicce, vino svizzero e forse pure un grande falò non appena cala l’oscurità.

E naturalmente bandiere svizzere!

La croce bianca in campo rosso, il simbolo del nostro Paese, è diventata molto di moda negli ultimi anni. Non adorna più soltanto il coltellino dei nostri soldati, ma anche portamonete, ombrelli, borsette, berretti e magliette. Più vicino al cuore di così, la croce non si può veramente portare. La swissness è uno stile di vita!

Questo rinnovato patriottismo non ci impedisce tuttavia di essere aperti. La bandiera svizzera sventola pure davanti al Consiglio d’Europa a Strasburgo, davanti all’Onu a Ginevra e New York, nel campo dei nostri soldati in missione di pace nei Balcani.

La patria e il mondo non sono una contraddizione. Patria e mondo s’implicano a vicenda. Proprio come nella vostra odierna Festa nazionale.

Care concittadine, cari concittadini all’estero!
Ho posto il mio anno presidenziale sotto il motto “incontro.05”, perché sono convinto che anche nell’èra della comunicazione totale e dell’interconnessione elettronica su scala planetaria, degli SMS, e-mail, MMS e delle videoconferenze vi sia sempre solo un’unica comunicazione autentica: quella immediata da persona a persona.

Proprio per questo, in tutti i miei viaggi all’estero incontro volentieri gli Svizzeri all’estero e li riceverò pure ufficialmente in Svizzera nella cornice originale della Festa di Unspunnen ad Interlaken.

Da voi vorrei sentire come va, quali sono i problemi che vi stanno più a cuore e qual è la situazione nella vostra nuova patria. E mi piacerebbe anche sapere come vedete la Svizzera dall’estero.

714 anni di Confederazione, 157 anni di Stato federale moderno! Sotto il profilo storico, quella della Svizzera è la storia di un successo. Non va da sé che un piccolo popolo in un Paese così esiguo sopravviva per così tanti secoli.

Per riuscirci, era necessario il coraggio, l’abilità, l’intelligenza e la tenacia dei suoi abitanti, per quasi due dozzine di generazioni.

Ma era necessaria anche la provvidenza e la protezione dell’Onnipotente. È ciò di cui ho preso ancora una volta piena coscienza qualche settimana fa, l’8 maggio, quando abbiamo commemorato i 60 anni dalla fine della Seconda

Guerra Mondiale in Europa. Una guerra che fortunatamente ha risparmiato il nostro Paese.

Poiché la Festa nazionale è anche una festa della gratitudine. Benché questo concetto non figuri più nel lessico di molte persone, tutti noi abbiamo buoni motivi per essere riconoscenti!

Anche se abbiamo le stesse preoccupazioni di altri Stati industrializzati con una popolazione viepiù multiculturale, anche se le finanze federali non sono in equilibrio, se la crescita economica è inferiore alla media e se il futuro delle opere sociali deve essere assicurato a lungo termine: nel confronto internazionale ci lamentiamo pur trovandoci a un livello molto alto.

Dimentichiamo volentieri i nostri vantaggi. Vantaggi che voi in quanto Svizzeri all’estero percepite probabilmente meglio grazie appunto alla prospettiva esterna: la spettacolare bellezza del nostro paesaggio, la moderna infrastruttura dei trasporti, l’elevato livello della sanità e dell’istruzione, il rincaro contenuto, il basso tasso di disoccupazione, la tolleranza nei riguardi delle minoranze e la stabilità politica.

Sicché in questa odierna Festa nazionale non abbiamo solo buone ragioni di essere riconoscenti, ma anche buoni motivi per essere felici e forse anche un poco orgogliosi.

Spetta a noi e alla future generazioni conservare questi vantaggi. La quinta Svizzera, che conta più di 600’000 Svizzere e Svizzeri all’estero, vi fornisce il suo prezioso contributo. Voi, cari connazionali, siete in tutto il mondo messaggeri della buona reputazione del nostro Paese: affidabilità, qualità e spirito innovativo.

Cari partecipanti alla Festa nazionale 2005, sono lieto del vostro attaccamento alla Svizzera oltre tutti i continenti e tutti i fusi orari. A nome del Consiglio federale vi auguro ogni bene nella vostra vita privata e professionale.

E godetevi questa festa all’ombra del vessillo rosso crociato!

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