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La Svizzera nell’avventura europea verso Marte

Il modulo d'esplorazione Beagle 2. ESA

È in viaggio verso Marte la prima missione spaziale europea inviata a cercare tracce di vita sul Pianeta Rosso.

La Svizzera partecipa a Mars Express a livello finanziario e scientifico: alcune componenti fondamentali della missione sono Swiss Made.

La sonda spaziale europea Mars Express è stata lanciata in orbita dal centro spaziale di Baikonur, in Kazakistan, con il razzo russo Soyouz. Puntuale la partenza alle 19,45 ora svizzera.

Il lancio avviene nel momento in cui l’orbita di Marte si trova in una posizione favorevole rispetto alla Terra, una condizione che si verifica ogni due anni.

Il viaggio verso Marte durerà sei mesi: la sonda dovrebbe entrare nell’orbita del Pianeta Rosso il 26 dicembre prossimo, dopo aver percorso 400 milioni di chilometri.

Sei giorni prima di imboccare l’orbita finale, Mars Express sgancerà un modulo d’atterraggio battezzato Beagle 2, lo stesso nome della nave che portò il naturalista Charles Darwin alle Galapagos, l’isola del Pacifico che gli ispirò la teoria dell’evoluzione.

A bordo del Beagle 2 tre microcamere ad alta definizione progettate dalla società neocastellana Space-X con il contributo dell’Università di Berna.

Alla scoperta di forme di vita

L’obiettivo della sonda spaziale è di trovare acqua e, quindi, vita.

Il luogo prescelto dagli scienziati dell’ESA è il cratere Russell, nell’emisfero meridionale. Lì saranno effettuate le analisi del terreno e delle rocce, per stabilire se contengano sedimenti con tracce d’eventuali forme di vita.

Nicholas Thomas, professore all’università di Berna e membro della squadra di scienziati impegnati nella missione, conferma a swissinfo che la presenza d’acqua potrebbe essere un indicatore che in passato sul Pianeta Rosso fossero presenti forme di vita.

“L’acqua è il pre-requisito per la vita. Ma l’eventuale scoperta che sulla superficie di Marte ci fosse acqua, in forma liquida, non prova che ci fosse anche la vita”, precisa il professor Thomas.

L’apporto elvetico

La Svizzera è membro fondatore dell’ESA e ne sostiene finanziariamente l’attività scientifica. Lo scorso anno il contributo versato dalla Confederazione è stato di 125 milioni di franchi.

Nell’ambito della missione Mars Express l’Università di Berna avrà il compito di monitorare i reperti al microscopio. Inoltre, grazie ad uno speciale equipaggiamento a bordo dell’orbiter, analizzerà la velocità di fuoriuscita dell’ossigeno dall’atmosfera marziana.

“Lo scopo di Mars Express – aggiunge il professor Thomas – è di costruire sui risultati delle precedenti missioni sul Pianeta Rosso”.

Marte è infatti già stato visitato da congegni spaziali che hanno però deluso le attese di chi pensava ad un pianeta simile alla Terra. Le sonde Mariner, pioniere dell’esplorazione di Marte negli Anni Sessanta, hanno scoperto un suolo arido. Dati confermati negli Anni Settanta dalle sonde Viking, che non hanno scovato tracce di vita.

A vent’anni di distanza dall’ultima missione, attese ed interrogativi sono cambiati, così come si sono perfezionate le tecnologie per l’esplorazione del suolo marziano.

“Finora sappiamo che la superficie di Marte è principalmente composta d’ossido di ferro: sta arrugginendo, ma ancora non sappiamo l’esatta composizione mineralogica”, aggiunge il professor Thomas.

Microcamere neocastellane

A bordo della prima missione europea verso Marte vi sono anche le tre microcamere della società neocastellana Space-X, una spin-off, ossia una società creata appositamente dal Centro svizzero d’elettronica e di microtecnologia di Neuchâtel.

La Space-X impiega una decina di ricercatori specializzati nella strumentazione delle missioni spaziali.

“Le microcamere pesano meno di 100 grammi e sono istallate sul Beagle 2, il modulo d’esplorazione”, spiega a swissinfo Stéphane Beauvivre, project manager.

“Due microcamere sono equipaggiate con un sistema stereo per la visione e la terza è incorporata nel microscopio.

“I dispositivi possono sopportare variazioni termiche di oltre 200 gradi. Le microcamere serviranno a trasmettere immagini della superficie e delle rocce di Marte. Inoltre, consentiranno di guidare le pinze meccaniche per la raccolta di campioni da analizzare”, precisa Stéphane Beauvivre.

Progetto lampo

Mars Express prende il nome non dalla velocità con la quale la sonda spaziale raggiungerà il Pianeta Rosso, ma dai tempi primato del passaggio dalla fase progettuale a quella realizzativa.

La necessità di risparmiare sui costi e di non perdere la favorevole posizione Terra-Marte, hanno spinto l’ESA a tagliare sui costi ed a far avanzare il progetto a tappe forzate.

Il costo complessivo della missione si cifra attorno ai 240 milioni di franchi svizzeri, la metà circa del costo di un programma spaziale d’analoga portata.

swissinfo, Joanne Shields
(Traduzione ed adattamento: Sergio Regazzoni)

La prima missione spaziale europea inviata a cercare tracce di vita su Marte è in viaggio verso il Pianeta Rosso. Arrivo previsto fra sei mesi.

A bordo della sonda spaziale tre microcamere progettate da una spin-off di Neuchàtel.

Serviranno ad inviare a terra le immagini della superficie e delle rocce ed a guidare le pinze robot che raccoglieranno campioni da analizzare per cercare tracce fossili d’acqua, la sorgente della vita.

400 milioni, i chilometri che separano la Terra da Marte
100 grammi, il peso di ognuna delle tre microcamere progettate in Svizzera
200 gradi, la variazione di temperatura sopportata dalle tre microcamere
125 milioni di franchi, il contributo 2002 della Confederazione all’ESA

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