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La Svizzera terra di scambio d’elettricità

Da vent'anni la Svizzera esporta più elettricità di quanta ne importa Keystone Archive

La Svizzera non produce elettricità solo per il proprio fabbisogno. È un paese esportatore e una delle piattaforme di scambio del mercato elettrico europeo.

Attraverso una rete di distribuzione europea, l’elettricità scorre in tutte le direzioni.

In Europa, i primi passi verso una rete elettrica comune sono stati fatti intorno agli anni Cinquanta. La Svizzera, il Belgio, la Germania, la Francia, l’Italia, il Lussemburgo, l’Olanda e l’Austria unirono le loro forze per raggiungere l’obiettivo. Grazie all’accordo firmato dai vari stati, si crearono le premesse per uno scambio di elettricità a livello europeo.

Da circa vent’anni il bilancio svizzero registra più esportazioni che importazioni. La produzione di elettricità è più elevata in estate, ma è d’inverno che la domanda è maggiore. Per questo, in inverno, la Svizzera si vede costretta ad importare elettricità. È soprattutto la Francia a rispondere alla richiesta elvetica. Nel 2001 la Svizzera ha importato 58 miliardi di kWh. Le esportazioni ammontavano a 68,4 miliardi di kWh.

Futuro incerto

Per economiesuisse, le cifre riportate sopra fanno della Svizzera una delle nazioni più importanti tra quelle attive nel mercato elettrico. Un fattore non irrilevante per le centrali di casa nostra – e quindi per i posti di lavoro e le entrate delle regioni di montagna.

Al momento però non è ben chiaro in che modo evolverà il settore dell’elettricità nei prossimi anni. La Svizzera deve in particolare fare i conti con il no alla legge sul mercato elettrico che il popolo ha depositato nelle urne in novembre. La legge mirava ad aprire e liberalizzare il settore dell’elettricità.

Le cose nell’Unione europea stanno andando ben diversamente. Entro il 2007 gli Stati membri dovranno aprire i mercati. Si metterà così fine a tutta una serie di monopoli regionali e statali. Quale posizione assumerà la Svizzera in questa nuova costellazione? Per ora è difficile fare delle previsioni.

Dopo il no di novembre, l’Ufficio federale dell’energia sta intensamente discutendo sul da farsi con le parti in causa. E non si tratta solo delle aziende elettriche, ma anche di cantoni, comuni, associazioni ambientali e di consumatori, di sindacati. Solo dopo aver ascoltato attentamente i loro pareri, il Consiglio federale deciderà come impostare la politica elettrica della Confederazione.

swissinfo, Rita Emch
(traduzione: Doris Lucini)

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