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OMC e agricoltura: nessun passo avanti

Il ministro elvetico dell'economia Joseph Deiss (a sinistra) auspica più equilibrio nelle concessioni Keystone

Il G10, gruppo che riunisce grandi paesi importatori inclusa la Svizzera, ha espresso il suo disappunto per la mancanza di progressi nei negoziati sull'agricoltura.

Le discussioni intavolate venerdì a Ginevra erano considerate una tappa cruciale in vista della conferenza di dicembre dell’Organizzazione mondiale del commercio.

I rappresentanti dei 148 paesi membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) si sono lasciati per la pausa estiva senza avere raggiunto un accordo su un progetto di testo, come invece era stato previsto al fine di preparare la conferenza di Hong Kong prevista in dicembre.

La mancanza di progressi è stata deplorata dalla presidente del Consiglio generale Amina Mohamed, così come dal consigliere federale Joseph Deiss, che a Ginevra ha affermato che «occorre raddoppiare gli sforzi se si vuole assicurare il successo del prossimo vertice ministeriale».

Il delicato dossier agricolo

Al termine dei tre giorni di riunioni del G10, che riunisce importanti paesi importatori netti di prodotti agricoli, fra cui la Svizzera, Deiss ha osservato che «è inconcepibile fare concessioni sull’accesso al mercato se non ci sono movimenti in altri campi».

La questione dell’accesso al mercato dei prodotti agricoli rimane dunque il pomo della discordia nelle discussioni all’OMC. Come riaffermato dal ministro elvetico, il G10 si oppone alla fissazione di un tetto massimo per i dazi agricoli.

I dieci paesi hanno così respinto la posizione del G20 (gruppo che ruota attorno a Brasile, Cina e India) fatta a metà luglio durante l’incontro ministeriale nella città cinese di Dalian.

Strutture tariffarie diverse

Le riserve della Svizzera nei confronti delle proposte del G20 riguardano anche la flessibilità nelle riduzioni tariffarie e le eccezioni per i prodotti sensibili, ovvero prodotti per i quali gli Stati sarebbero autorizzati a compiere soltanto riduzioni minime dei dazi doganali (per la Svizzera si tratta di carne, frutta, legumi, prodotti lattieri e zucchero).

In particolare, le strutture tariffarie dei vari paesi sono molto differenti: «Un elenco di tre prodotti sensibili può rappresentare molto in un paese, molto poco in altri», ha rilevato Deiss, auspicando un equilibrio tra le concessioni di ciascuno nel round lanciato in novembre 2001 a Doha.

Il responsabile del Dipartimento federale dell’economia ha inoltre chiesto che si facciano progressi nell’accesso al mercato dei prodotti industriali, nei servizi e nelle regole anti-dumping, tutti temi bloccati, per ora, dal dossier agricolo.

Chiedere senza dare?

In un comunicato, la Dichiarazione di Berna e altre organizzazioni non governative hanno criticato l’insistenza dei paesi industrializzati e della Svizzera nel chiedere ai paesi in via di sviluppo l’apertura dei loro mercati nel campo industriale, mentre rifiutano lo stesso passo per le loro importazioni agricole.

Il delegato del governo elvetico all’OMC Luzius Wasescha ha tuttavia fatto notare che è necessario che l’abbassamento dei dazi agricoli richiesto sia relativamente modesto, in modo da «permettere un adattamento progressivo dell’agricoltura svizzera alla concorrenza internazionale».

swissinfo e agenzie

Attualmente, il G10 è composto da Svizzera, Islanda, Israele, Giappone, Corea del sud, Liechtenstein, Mauritius, Norvegia e Taiwan.
La Bulgaria si è ritirata in vista dell’adesione all’Unione europea.

Lanciato nel novembre 2001, il ciclo dei negoziati di Doha avrebbe originariamente dovuto concludersi nel 2004.

Ma, nel 2003, la conferenza dell’OMC di Cancun è naufragata per dei dissidi sull’agricoltura e sulle regole di investimento.

La riunione di venerdì a Ginevra doveva rappresentare un nuovo tentativo per far progredire i negoziati e i ministri sperano ora di poter giungere ad un accordo entro la fine del 2006.

La prossima tappa-chiave è prevista per la fine dell’anno, quando i 148 membri dell’OMC si incontreranno alla conferenza di Hong Kong.

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