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Una nuova centrale nucleare in Svizzera?

Accesso all'edificio di sicurezza della centrale di Beznau II durante una revisione Keystone

La politica energetica voluta dal governo dà vigore alla lobby atomica, che prevede l'inoltro in tempi brevi di una domanda di costruzione per una nuova centrale nucleare.

I piani di Berna in materia energetica continuano tuttavia anche a suscitare proteste: mentre gli ambientalisti ribadiscono il loro no all’atomo, i giovani dei principali partiti si uniscono contro le centrali a gas.

Sabato si sono aggiunte nuove voci al dibattito nato dopo la comunicazione da parte del governo di una nuova strategia energetica (vedi colonna a fianco) per scongiurare il pericolo di una possibile futura penuria energetica.

In un’intervista diffusa sabato dalla radio della Svizzera tedesca DRS, il presidente dell’Azione svizzera per una politica energetica ragionevole (ASPER), Rolf Schweiger, ha detto di prevedere che entro i prossimi 18 mesi verrà inoltrata una richiesta di autorizzazione per una nuova centrale nucleare. La domanda comprenderebbe indicazioni sul sito e il tipo di reattore.

Il popolo potrà pronunciarsi sulla politica atomica entro il 2012. Per quella data dovrebbe esserci una domanda di autorizzazione su un progetto concreto. La nuova centrale dovrebbe poi entrare in funzione entro il 2020, stando alle previsioni della lobby atomica.

Per rispettare questa scadenza, Rolf Schweiger vorrebbe semplificare le procedure di autorizzazione, che attualmente possono durare fino a 20 anni.

“L’atomo non è necessario”

Di opinione diametralmente opposta è invece l’organizzazione ecologista WWF, secondo la quale la Svizzera non ha alcun bisogno di nuove centrali atomiche.

Hans-Peter Fricker, direttore del WWF, ritiene in effetti che per far fronte alle necessità energetiche future basterà applicare misure d’economia e promuovere l’efficacia energetica. In questo senso, il progresso tecnico, le incitazioni ed i prezzi potranno dare un valido contributo.

Fricker cita l’esempio del riscaldamento degli immobili. Gli svizzeri vivono su superfici più ampie rispetto al passato, ma le spese di riscaldamento non sono aumentate grazie all’utilizzo di tecnologie più efficaci, ha spiegato in un’intervista apparsa sul “Bund”.

Per favorire un utilizzo più razionale dell’energia, venerdì sera il ministro dell’energia Moritz Leuenberger aveva segnalato l’importanza dello strumento delle incitazioni fiscali.

Gli appelli alla popolazione per economizzare energia vanno bene, aveva sottolineato Leuenberger, ma il semplice atto di far leva sul senso morale della gente non basta. Secondo il ministro “è possibile educare il popolo soltanto attraverso il borsellino”

Giovani contro le centrali a gas

Le discussioni sulle scelte energetiche del paese si concentrano anche sull’idea governativa di costruire delle nuove centrali a gas, da sfruttare temporaneamente in attesa del potenziamento del settore nucleare.

Queste centrali hanno coalizzato i movimenti giovanili dei cinque principali partiti del paese (unione democratica di centro, partito socialista, partito liberale-radicale, partito popolare-democratico e verdi) che, all’unisono, esprimono la loro contrarietà in ragione delle importanti emissioni di CO2 sprigionate da questa tecnologia.

La gioventù comprende l’urgenza della situazione e unisce le forze, ha dichiarato Aline Trede, dei verdi. L’ultimo rapporto dell’ONU sul clima è chiaro, e voler immettere nell’aria altri milioni di tonnellate di anidride carbonica “è uno scherzo di cattivo gusto”, ha aggiunto la giovane ecologista.

I giovani dell’UDC, benchè contrari alle centrali a gas, hanno voluto fare una distinzione e nel comunicato comune delle cinque organizzazioni precisano di non considerare “la problematica del CO2 così grave come affermano gli altri partiti”.

E’ tuttavia la prima volta che i cinque movimenti giovanili dei partiti assumono una posizione comune, è stato sottolineato durante l’incontro con la stampa.

swissinfo e agenzie

Mercoledì scorso, il governo ha deciso di imprimere una nuova direzione alla politica energetica del paese per evitare una possibile futura penuria energetica.

La nuova strategia si basa su quattro pilastri: una migliore efficienza energetica, un più grande ricorso alle energie rinnovabili, una migliore cooperazione internazionale e la costruzione di nuovi impianti a grande potenza.

Al proposito, il Consiglio federale ritiene irrinunciabile la realizzazione di nuove centrali nucleari. Quale soluzione transitoria, viene inoltre proposto di puntare su nuove centrali a gas.

La Svizzera dispone di 5 centrali nucleari: Beznau I e II (nel canton Argovia, entrate in funzione nel 1969 e 1972), Mühleberg (Berna, 1972), Gösgen (Soletta, 1978) e Leibstadt (Argovia, 1984).

La percentuale di energia atomica nella produzione totale svizzera di elettricità è del 38% in media annuale (inverno: fino al 45%). Media annuale in Europa: 33%.

In base alla nuova legge sull’energia nucleare, entrata in vigore il 1.febbraio del 2005, i progetti di nuove centrali nucleari sottostanno al referendum facoltativo.

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