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Verso un giro di vite per l’attribuzione dello “Swiss Made”

La Federazione non intende più prestare attenzione soltanto al movimento dell'orologio Keystone

L'industria orologiera svizzera vuole prestare più attenzione all'effettiva fabbricazione svizzera dei suoi prodotti. Il settore chiede dunque criteri rinforzati per l'attribuzione del marchio "Swiss Made".

In futuro, l’ambito e ricercato marchio potrebbe venir sfruttato soltanto dalle case orologiere che realizzano in Svizzera tappe della produzione sostanziali.

“Molte grandi marche temono che il label Swiss Made stia perdendo valore agli occhi dei consumatori”, rileva il presidente della Federazione orologiera svizzera Jean-Daniel Pasche in un’intervista pubblicata dal settimanale Sonntagszeitung. “Ma questo marchio è davvero prezioso”.

La Federazione propone dunque un giro di vite nell’attribuzione del marchio: per quel che riguarda gli orologi meccanici, il simbolo di qualità dell’industria orologiera elvetica dovrebbe poter essere esposto soltanto da quei prodotti per i quali l’80% dei costi di fabbricazione sono avvenuti in Svizzera. Per i prodotti elettronici, questa soglia dovrebbe essere fissata al 60%.

Inoltre, la costruzione tecnica ed il prototipo dell’orologio dovranno pure essere realizzati e concepiti in Svizzera.

“Abusi eccessivi”

In un’intervista pubblicata sabato dal quotidiano ginevrino Le Temps, anche il presidente del gruppo Swatch Nicolas Hayek ha sottolineato come, secondo lui, le direttive attuali siano insufficienti.

La globalizzazione e le nuove possibilità che ne sono conseguite hanno facilitato la via verso eccessi poco salutari all’industria orologiera svizzera e al suo buon nome. Oggi, molti elementi degli orologi Swiss Made sono ad esempio fabbricati in Asia.

“La lavorazione in Svizzera è necessaria a garantire l’autenticità e la credibilità dei nostri prodotti”, ha dichiarato Hayek.

Le norme attuali

Oggi, il marchio Swiss Made continua ad essere attribuito in funzione di quanto stabilito da un’ordinanza federale del 1972.

In sostanza, un orologio è considerato svizzero se il suo movimento è svizzero e se viene assemblato e controllato in Svizzera.

Da parte sua, il movimento, il cuore dell’orologio, viene caratterizzato dal marchio svizzero se viene costruito e controllato in Svizzera e se almeno il 50% delle sue componenti sono di fabbricazione elvetica.

La decisione giovedì

Secondo le regole attuali, la cassa dell’orologio, il quadrante e le lancette possono dunque provenire da qualsiasi paese al mondo senza per questo intaccare il diritto a sfoggiare il marchio “Swiss Made”.

I consumatori acquistano tuttavia un orologio completo, non soltanto il suo movimento, rileva Pasche. Sarebbe dunque auspicabile che le norme d’attribuzione del marchio facciano riferimento al prodotto finito, come accade del resto per tutti i beni sottoposti alla protezione del label.

Secondo Pasche, l’inasprimento delle norme potrà essere all’origine di alcuni problemi per parte delle case orologiere situate nei segmenti medio-bassi del mercato. Ciò, aggiunge, non deve tuttavia essere una giustificazione per non intervenire.

L’industria orologiera deciderà in merito alle proposte della sua Federazione in occasione dell’assemblea generale del settore prevista per giovedì prossimo.

swissinfo e agenzie

Le esportazioni di orologi svizzeri hanno raggiunto nel 2006 un volume record di 13,7 miliardi di franchi (+10,9% rispetto al 2005 che già era stato un anno proficuo).
Nel corso del solo mese di dicembre le esportazioni sono aumentate del 3,3% e hanno raggiunto quota 1,259 miliardi di franchi.

L’industria orologiera svizzera è una delle attività chiave del settore d’esportazione elvetico ed è impiantata principalmente nei cantoni di Neuchâtel, Berna, Ginevra, Soletta, Giura e Vaud.

Dopo aver raggiunto l’apice alla fine degli anni ’60, con circa 90’000 dipendenti impiegati in più di 1’500 imprese, il settore è crollato, anche a causa dell’arrivo degli orologi al quarzo dall’Asia.

All’inizio degli anni ’80, esistevano ancora circa 500 imprese che occupavano circa 30’000 dipendenti.

Il rilancio è avvenuto in un primo tempo grazie alla produzione di massa ed in particolare agli orologi Swatch, in plastica colorata ed a buon mercato. Negli ultimi anni, è stato soprattutto il settore del lusso a fare da traino.

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