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Skeleton, curling e co.

A St.Moritz si giocava al curling già nell'800 (illustrazione: Federazione svizzera di curling) swissinfo.ch

Le grandi manifestazioni sportive portano spesso alla ribalta anche discipline "minori", che poi cadono regolarmente nel dimenticatoio. Ma ci sono delle eccezioni, come il curling.

È ogni volta la stessa cosa: basta che uno svizzero o una svizzera vinca o sia in predicato di vincere una medaglia ai giochi olimpici o ai campionati del mondo, e subito i media sono pronti a dedicare ampio spazio anche a discipline “minori”, che normalmente non hanno diritto neanche a un trafiletto sulle pagine dello sport.

E così, grazie alle imprese di Amman e compagni ai giochi invernali di Salt Lake City, ecco che l’intera nazione si infiamma non soltanto per gli sport della neve come il salto con gli sci, il freestyle, l’halfpipe o lo slalom gigante parallelo con lo snowboard, ma anche per le varie specialità sportive del ghiaccio, come lo skeleton e il curling. Sport di cui, spesso, si sa poco o niente.

Skeleton o slittino?

Lo skeleton, per esempio, viene spesso confuso con lo slittino. Ma nonostante le analogie dell’attrezzo (una slitta, come d’altronde lo è anche il bob) e della pista (un canalone di ghiaccio), il primo viene praticato a pancia in giù e testa in avanti, il secondo a pancia in su e piedi avanti.

Per di più, lo skeleton ha fatto il suo ingresso nel mondo dello sport da competizione ben prima dello slittino. Le prime gare internazionali di alto livello di skeleton ebbero luogo a St. Moritz, in occasione delle Olimpiadi invernali del 1928, mentre per lo slittino da competizione si dovette attendere fino ai campionati del mondo di Oslo, nel 1955.

Curling, una lunga tradizione

Se, dopo i giochi olimpici, skeleton e slittino torneranno nel dimenticatoio delle rubriche sportive insieme a molte altre discipline, diversa è la sorte riservata al curling. La pratica di questo sport, che ebbe inizio in Scozia nel sedicesimo secolo, vanta una lunghissima tradizione in varie parti del mondo.

In Svizzera, il curling venne introdotto da turisti inglesi e scozzesi nel 1880 a St. Moritz, e oggigiorno conta una decina di migliaia di adepti e oltre 200 club. e come in Svizzera, il curling è molto diffuso anche in Canada, Russia, Repubblica Ceca e Svezia, tutti paesi dove si svolgono campionati nazionali con decine di squadre e una forte adesione da parte del pubblico.

Un interesse crescente per questa disciplina viene riscontrato anche in Norvegia, Nuova Zelanda e Finlandia, mentre molto più problematica è la situazione nei paesi mediterranei, dove questa disciplina fatica ad affermarsi.

Come le bocce, ma sul ghiaccio

Il gioco del curling viene spesso paragonato a quello delle bocce. L’abilità dei giocatori consiste infatti nel lanciare gli “stones” – dischi di granito levigato, dotati di manico, del peso di quasi 20 chilogrammi – facendole scivolare con estrema precisione fino al centro del bersaglio disegnato sul ghiaccio.
Ma, a parte che il curling su gioca sul ghiaccio, anche le regole sono molto diverse da quelle delle bocce. I giocatori, 4 per squadra, tirano due pietre a testa per ogni manche, alternandosi con i rappresentanti della squadra avversaria. E all’interno di ogni squadra, i ruoli sono ben definiti: innanzitutto c’è lo skip, ovvero lo stratega, che studia il ghiaccio e sceglie i tiri da eseguire, riservandosi generalmente gli ultimi due di ogni tempo.

Gioco di squadra e fair play

Una partita si svolge normalmente su 10 tempi e dura di solito più di due ore. Alla fine di ogni tempo viene determinato il punteggio: vince la squadra che, sull’arco della partita, riesce a piazzare il maggior numero di “stones” sul bersaglio.

Tutti i giocatori sono coinvolti in ogni tiro: uno lancia, uno tiene la scopa per indicare la traiettoria del tiro e gli altri due spazzano il ghiaccio per lisciarlo e favorire il scivolamento della pietra. Oltre all’abilità individuale, è molto importante anche la coesione all’interno della squadra, nonché fiducia e stima dei compagni.

E anche la correttezza nei confronti degli avversari è una delle caratteristiche del curling: contrariamente ad altri sportivi, i “curler” si guarderebbero bene dal disturbare un giocatore dell’altra squadra mentre compie il suo lancio. Nel curling, il fair play è di casa.

Fabio Mariani

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