Il genocidio riconosciuto dal codice penale svizzero
Il genocidio sarà iscritto dal 15 dicembre 2000 nel codice penale elvetico quale crimine sottoposto alla giurisdizione federale. I responsabili di crimini contro comunità nazionali, etniche o religiose saranno punti con almeno 10 anni di carcere.
Il Consiglio federale ha deciso di introdurre la modifica del codice penale, decisa nel marzo scorso all’unanimità dal parlamento. Questa revisione del codice penale permetterà alla Svizzera di adeguarsi agli obblighi imposti dalla ratifica della Convenzione per la prevenzione e la repressione del genocidio. Il trattato, concluso nel 1948 e finora firmato da 132 Stati, entrerà in vigore in Svizzera il prossimo 6 dicembre.
Il termine di genocidio si riferisce in particolare alla distruzione fisica e agli attacchi gravi all’integrità di membri di una nazione, di un’etnia o di una religione. Il reato verrà punito con la reclusione a vita o per almeno dieci anni.
L’autore di un genocidio compiuto all’estero potrà essere punito sul territorio elvetico e non potrà essere estradato. Un capo di Stato in carica godrà dell’immunità, a meno che sia stato il suo paese a lanciare un mandato di cattura nei suoi confronti. In questo caso è prevista l’estradizione.
Una parte delle disposizioni votate dal Parlamento entrerà in
vigore più tardi, precisa il Dipartimento federale di giustizia e polizia. Il Consiglio federale attende in effetti che vengano rafforzati gli organi federali incaricati del perseguimento penale. Le nuove strutture non saranno operative prima del 2002.
Nel frattempo, verrà applicato il diritto di procedura in vigore. Se, oltre al genocidio, sono stati commessi anche crimini di guerra, il Consiglio federale potrà deferire il caso a un tribunale militare. Se l’accusa è invece unicamente di genocidio, il caso sarà di competenza delle autorità civili.
L’entrata in vigore della nuova norma è importante in vista della creazione di una Corte penale internazionale. Anche lo statuto di questa corte, adottato nel luglio 1998 a Roma, prevede la repressione del genocidio, ricorda il DFGP. Lo scorso 15 novembre il governo ha proposto al Parlamento di ratificare al più presto questo trattato.
swissinfo e agenzie

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