Inizio polemico della commissione diritti umani dell’Onu

Inizio tra polemiche e manifestazioni, lunedì della 57.esima Commissione dell'Onu sui diritti umani. La Svizzera presente con il presidente della Confederazione Moritz Leuenberger il 30 marzo. Attesi anche il presidente francese Jacques Chirac ed il neo capo di Stato congolese Joseph Kabila. Annuncio dell'Alto commissario per i diritti umani Mary Robinson che lascia a fine mandato.
La spiegazione ufficiale è che la piazza delle Nazioni è un “luogo inadeguato” per ospitare una manifestazione, come quella che i rappresentanti della setta spirituale, perseguitata in Cina, avrebbero voluto tenere per più giorni davanti al palazzo che fino al 27 aprile ospiterà la seduta annuale della Commissione dei diritti umani.
Dopo aver autorizzato, oltre un mese fa, la dimostrazione silenziosa dei monaci sul rettangolo d’erba davanti ai cancelli principali dell’Onu – sbarrati da più di un anno per ragioni di sicurezza – le autorità municipali ginevrine hanno fatto marcia indietro all’ultimo momento. All’associazione svizzera dei Falun Gong è stato notificato solo venerdì che la protesta non poteva tenersi nella piazza delle Nazioni per ragioni di ordine pubblico. Il Dipartimento dello sport e della sicurezza del comune di Ginevra avrebbe proposto in alternativa la piazza di Plainpalais, dove è già prevista una dimostrazione anti-Falun Gong.
La motivazione del dietro front non ha però convinto molti, che credono piuttosto a delle pressioni dell’ultima ora da parte del governo cinese sull’amministrazione ginevrina, cosa che però è stata seccamente smentita. L’episodio é la conferma del clima di tensione in cui si aprono i lavori della Commissione, un organismo che, lo ricordiamo, esiste dal 1946 e che, pur tra mille pecche, è l’unica assise internazionale dove uno Stato può essere condannato per violazioni dei diritti umani e dove il voto di un piccolo Paese conta come quello di una superpotenza.
Le patate bollenti all’ordine del giorno sono numerose e non mancheranno di scatenare accesi dibattiti. A parte la ricorrente richiesta di condanna della Cina per la sua politica di repressione delle minoranze -che ogni anno Pechino riesce a evitare grazie a un abile lavoro diplomatico- sui tavoli dei delegati dei 53 Stati che a rotazione compongono la Commissione ci saranno i casi di Afghanistan, Cecenia, ex Yugoslavia e Kosovo, Timor Est, Iran, Iraq, Repubblica Democratica del Congo, Sierra Leone e Cipro.
Ma buona parte del dibattito sarà dedicata ai territori palestinesi e ad Israele, messo alla gogna lo scorso ottobre in una riunione straordinaria della Commissione, convocata dopo lo scoppio della seconda Intifada. In quell’occasione fu approvata una risoluzione nella quale si chiedeva, tra l’altro, l’invio di una commissione d’inchiesta -che si è recata sul posto dal 10 al 18 febbraio scorso- e dell’Alto commissario per i diritti umani Mary Robinson (la visita si è svolta dall’otto al 16 novembre).
Un appello è arrivato anche da Amnesty International, che ha chiesto alla Commissione di sanzionare i comportamenti dei russi in Cecenia (Mosca rifiuta la visita della Robinson nella provincia caucasica) e le gravi violazioni commesse in Indonesia, Arabia Saudita (il boia ha ucciso 123 persone l’anno scorso), Colombia (uno dei Paesi più pericolosi al mondo per chi si batte a difesa dei diritti umani) ed in Sierra Leone, dove Amnesty chiede da qualche tempo l’istituzione di un tribunale speciale per i massacri compiuti dai ribelli del Fronte Rivoluzionario Unito (RUF).
Questa 57.esima riunione vedrà l’esordio dell’ex parlamentare socialista svizzero Jean Ziegler, nominato lo scorso anno relatore speciale per la fame nel mondo. Infine i temi del razzismo, dell’intolleranza e della xenofobia avranno un posto speciale nelle discussioni (una tavola rotonda è prevista il 21 marzo) in vista della prima Conferenza mondiale contro il razzismo che si terrá in Sudafrica dal 31 agosto al 7 settembre.
All’apertura della sessione annuale della Commissione dell’ONU dei diritti umani a Ginevra l’Alto commissario Mary Robinson ha comunicato che non si ripresenterà alla scadenza del suo mandato, che si conclude a settembre. La Robinson è in carica dal 1997.
Maria Grazia Coggiola

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.