La Jugoslavia potrebbe ispirarsi al federalismo svizzero

Fondi dell'ex uomo forte Milosevic e assistenza finanziara hanno costituito la tela di fondo delle discussioni intavolate giovedì a Belgrado tra il presidente della Confederazione Moritz Leuenberger e il suo omologo jugoslavo Voijslav Kostunica.
Il presidente jugoslavo ha ringraziato Berna per il sostegno finanziario fornito evocando inoltre il federalismo svizzero quale modello cui ispirarsi per la futura federazione jugoslava.
Il presidente della Confederazione ha ribadito che Berna continuerà a impegnarsi finanziariamente nella regione. Per l’occasione ha annunciato un aiuto di circa 800 mila franchi – parte di un programma di 50 milioni annunciati a fine 2000 da Berna per i prossimi tre anni – destinato soprattutto ai comuni situati nel sud della Serbia dove è attiva la guerriglia albanese. A questo proposito, ha dichiarato che la Svizzera sostiene gli sforzi del vice primo ministro serbo Nebojsa Covic tesi ad integrare la minoranza albanese che vive in queste regioni nelle istituzioni dello stato.
Parte della somma versata servirà a finanziare un progetto elaborato dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) destinato all’istituzione di un corpo di polizia mista serbo-albanese come prevede il piano Covic. Gli agenti verranno dislocati nelle regioni dove più è attiva la guerriglia di etnia albanese. Tre comuni abitati da una forte minoranza albanofona – Presevo, Bujanovac e Medvedja – sono da mesi teatro di scontri armati tra l’esercito jugoslvo ed estremisti che occupano parte della zona di sicurezza che circonda il Kosovo.
Il denaro rimanente, ha detto Leuenberger – primo capo di stato occidentale a visitare la jugoslavia dopo i cambiamenti intervenuti lo scorso autunno dopo la sconfitta elettorale di Slobodan Milosevic – finirà nelle casse del ministero jugoslavo per le minoranze, istituzione cui è stato affidato il compito di ristabilire un clima di fiducia tra le autorià serbe e le minoranze etniche. Gli aiuti serviranno anche a ricostruire varie infrastrutture in sette comuni del sud e del centro della Serbia.
Circa la collaborazione giudiziaria, Leuenberger ha ribadito che la Svizzera collaborerà con gli inquirenti jugoslavi per quanto attiene agli averi depositati in Svizzera da persone legate all’ex uomo forte di Belgrado Slobodan Milosevoc. Finora sono una quarantina i conti bancari bloccati.
«Su questa vicenda è indispensabile fare chiarezza», ha detto Leuenberger. Nonostante abbia più volte ribadito la sua disponibilità a collaborare, Berna attende ancora una richiesta ufficiale di assistenza da parte jugoslava. A questo riguardo, ha affermato un diplomatico al seguito della delegazione svizzera, Kostunica ha affermato di capire le ragioni elvetiche circa il rispetto delle procedure giuridiche.
L’incontro tra i due uomini politici ha permesso a Kostunica di rilanciare l’idea di un negoziato col Montenegro sul futuro della federazione. Le elezioni dello scorso fine settimana in questo paese hanno dimostrato infatti che l’opinione pubblica è divisa sull’eventuale uscita di Podgorica dalla federazione jugoslava.
Secondo Kostunica è necessario che la futura federazione possa contare su un ampio consenso. A questo proposito, ha ricordato che la base sulla quale negoziare esiste già ed è il progetto di «federazione jugoslava minima» presentato a gennaio. Esso prevede un seggio unico alle Nazioni Unite. Politica estera, monetaria, difesa e dogane rimarrebbero di competenza federale. All’epoca Podgorica aveva respinto la proposta optando per la separazione e una successiva unione tra due stati sovrani, Serbia e Montenegro.
Nel suo accenno alle future riforme, Kostunica ha detto che la Jugoslavia potrà ispirarsi al federalismo elvetico. Moritz Leuenberger ha ricordato che la coabitazione tra comunità diverse si costruisce giorno dopo giorno. Si tratta, ha detto il ministro dei trasporti, «di un processo lungo che richiede un lavoro quotidiano».
swissinfo e agenzie

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