Per uno sport svizzero d’élite “credibile”

Interpellato sulle condizioni dello sport d’élite in Svizzera dal senatore argoviese Maximilian Reimann, il Governo elvetico non solo ne prende atto.
Ma riconosce pure l’importanza dello sport nella nostra società e per l’immagine del Paese. E pertanto intende puntare sul cambio della guardia.
Punto di partenza dell’interpellanza del senatore argoviese dell’Unione democratica di centro (UDC/destra dura), le scarse prestazioni agonistiche degli sportivi svizzeri ai Giochi Olimpici di Atene.
Secondo il deputato il malessere è palese. Basta ricordare, infatti, che la delegazione svizzera non è riuscita a raggiungere gli obiettivi che si era prefissata. A conti fatti il bilancio della nazionale svizzera è meno buono rispetto a paesi quali l’Ungheria, la Norvegia, la Svezia, la Grecia o l’Austria.
“Volevo conoscere l’opinione e la percezione del Consiglio federale – spiega a swissinfo il consigliere agli Stati – sui risultati degli sportivi di punta a livello internazionale. E, inoltre, verificare l’interesse e le idee del Governo per arginare queste controprestazioni”.
In parole povere Maximilian Reimann ha chiesto al Consiglio federale di prendere posizione su diversi punti, tra cui: peso e impatto dei risultati sportivi sul programma di austerità della Confederazione in materia di promozione dello sport; idee e strategie per riportare gli atleti svizzeri in primo piano.
Il Governo pensa al futuro
I parlamentari sono stati informati la scorsa settimana: nella sua risposta il Consiglio federale riconosce chiaramente la crescente importanza assunta dallo sport sia a livello sociale sia a livello di immagine.
Il Governo ricorda tuttavia che, secondo quanto vige attualmente nel nostro Paese, “spetta alle federazioni sportive nazionali – e non allo Stato – il compito di promuovere le prestazioni dello sport d’élite”. La creazione di strutture adeguate è inoltre di competenza dello sport di diritto privato.
Fatte le debite premesse, il Consiglio federale intende comunque continuare a sostenere le misure di incoraggiamento previste nella politica dello sport per gli anni 2003-2006. Misure volte principalmente a promuovere le nuove speranze dello sport elvetico.
I chiarimenti del Governo rassicurano Maximilian Reimann: “Sono quasi del tutto soddisfatto della risposta del Consiglio federale. Si è infatti favorevolmente espresso sull’importanza di promuovere una nuova generazione di sportivi d’élite e di sviluppare le condizioni quadro contenute nel Concetto della politica sportiva”.
Cambiare le strutture?
In occasione dell’ “Incontro di Macolin”, il ministro dello sport Samuel Schmid ha ricordato che il Concetto del Consiglio federale, elaborato due anni fa, “conferisce allo sport delle basi concettuali solide”.
Ma questa dichiarazione di impegno va realmente oltre la volontà di stanare gli svizzeri dal loro confort ovattato? E ancora: sono sufficienti i dieci milioni annui previsti – nel quadro della nuova entità “Swiss-Talent” – per seguire 5 mila giovani all’alba di una carriera professionale?
Il fatto è che lo sport svizzero di élite si presenta come il parente povero. Una constatazione in parte confermata dal direttore esecutivo di Swiss Olympic, l’organizzazione mantello dello sport svizzero.
“Rispetto alla maggioranza dei paesi che ci circondano – spiega Marco Blatter – la Svizzera investe denaro a sufficienza nello sport. Il problema, probabilmente, risiede nel modo in cui le risorse finanziarie vengono ridistribuite”.
In Svizzera l’organizzazione mantello riceve finanziamenti dalla Confederazione e dalle lotterie nazionali, ma destina allo sport d’élite solo 20 milioni di franchi circa. La somma restante è suddivisa fra i cantoni che, a loro volta, sovvenzionano le diverse società sportive attive sul territorio cantonale.
Spetta poi alle singole federazioni il compito di trovare degli sponsor. Ma solo le più grandi riescono a cavarsela.
“Se davvero volessimo dare un aiuto concreto allo sport d’élite – conclude Marco Blatter – dovremmo rivedere tutto il sistema di incoraggiamento allo sport”. Ossia confrontarsi con una gestione organizzativa verticale e non più verticale e orizzontale contemporaneamente.
swissinfo, Mathias Froidevaux
(traduzione e adattamento Françoise Gehring)
I senatori hanno colto l’occasione per affrontare alcuni punti legati allo sport svizzero: il centro di salto con gli sci ad Einsiedeln, lo stadio di Zurigo e l’Eurofoot 2008.
Con 27 voti a favore e 4 contrari e contro il parere del Consiglio federale, i senatori hanno accolto una mozione che chiede di introdurre nel codice penale la punibilità per gli sportivi dopati.
Il bilancio modesto della squadra svizzera alle Olimpiadi di Atene – con un bottino di sole cinque medaglie – ha spinto Maximilian Reimann a chiedere una verifica al Consiglio federale sulla politica dello sport nel nostro Paese. Detto fatto: il Governo riconosce l’importanza dello sport e punta sulle nuove speranze.

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