Ruandese colpevole di genocidio: Tribunale militare a Ginevra riduce la pena a 14 anni
Il Tribunale militare ha condannato a Ginevra un ex sindaco ruandese a 14 anni di carcere per violazione delle leggi di guerra durante il genocidio che sconvolse il Ruanda nel 1994. In prima istanza era stato condannato all'ergastolo.
I giudici hanno ritenuto il Fulgence Niyonteze, 36 anni, colpevole di violazione delle Convenzioni di Ginevra. I cinque giudici militari non hanno considerato le accuse di assassinio, di tentativo e d’istigazione all’assassinio, ma soltanto di violazioni contro i civili commesse in tempo di guerra. Questo reato è contemplato dalle Convenzioni di Ginevra del 1949. Niyonteze è inoltre stato condannato a 15 anni di espulsione dal territorio svizzero a partire dal momento della sua liberazione. Un anno fa, l’ex sindaco del comune ruandese di Mushubati, 80.000 abitanti, era stato condannato alla reclusione a vita.
La difesa ha già annunciato un ricorso in cassazione e non esclude di rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo a Strasburgo.
Secondo i testimoni ascoltati a Ginevra, il condannato, nel 1994 durante un’assemblea, aveva incitato la popolazione del comune da lui amministrato a massacrare i membri dell’etnia rivale tutsi. Niyionteze, di etnia hutu, è anche stato condannato per essersi recato in un campo profughi, dove aveva esortato la gente a rientrare nei loro villaggi, pur sapendo che chi tornava a casa andava incontro a morte sicura.
Durante il genocidio in Ruanda, nella primavera del ’94, furono uccisi un milione di tutsi. I difensori hanno inutilmente cercato di dimostrare che al momento dei fatti Nyionteze si trovava all’estero.
Nel 1994, l’ex sindaco ruandese era giunto in Svizzera, dove aveva inoltrato una richiesta di asilo politico. Membri di un gruppo di esiliati ruandesi lo avevano riconosciuto e denunciato alle autorità svizzere.
swissinfo e agenzie

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