Washington chiede assistenza giudiziaria alla Svizzera

Gli Stati Uniti, dopo gli attentati dell'11 settembre, hanno formalmente chiesto assistenza giudiziaria alla Svizzera. La notizia, diffusa dalla radiotelevisione della Svizzera tedesca, è stata confermata martedì da Adrienne Lotz, portavoce del Dipartimento federale di giustizia e polizia.
La richiesta risale a venerdì scorso e l’Ufficio federale di giustizia l’ha definita ricevibile, ha detto la Lotz, che non ha però voluto fornire precisazioni. La Svizzera ha bloccato un conto sospetto in relazione agli attentati anti-americani, ma finora non sono emersi indizi di operazioni o di fondi riconducibili a movimenti terroristici o al «nemico numero uno» degli USA, Osama bin Laden.
Il Ministero pubblico della Confederazione sta anche conducendo indagini per appurare se gli autori degli attentati abbiano soggiornato in Svizzera, ma anche a questo riguardo non sono filtrate indiscrezioni.
Lunedì il presidente George W. Bush ha annunciato una vasta offensiva per asfissiare economicamente la rete di terroristi riconducibili a bin Laden e ha chiesto ai governi di tutto il mondo di applicare misure analoghe: gli USA hanno anche minacciato di congelare gli averi negli Stati Uniti delle banche estere che rifiutano di collaborare. Bush ha detto che «certi paesi», soprattutto europei» dovranno modificare la loro legislazione bancaria.
«Non so se Bush pensasse alla Svizzera», ha commentato il portavoce del Dipartimento federale delle finanze Daniel Eckmann. «Posso solo ribadire che il segreto bancario elvetico non protegge né il terrorismo, né il crimine organizzato».
«La Svizzera, ha aggiunto Eckmann, «dispone di strumenti efficaci per scovare il denaro sporco, quali ad esempio la procedura di identificazione dei clienti». Dopo gli attentati dell’11 settembre, «tali strumenti sono applicati in modo intensivo» e l’insieme dei servizi svizzeri «collabora strettamente con le autorità americane».
swissinfo e agenzie

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