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CICR preoccupato per ostaggi nelle Filippine

L'organizzazione umanitaria basata a Ginevra si dice «estremamente preoccupata» per la sorte dei suoi collaboratori rapiti oltre due mesi fa dal gruppo fondamentalista islamico Abu Sayyaf. I tre ostaggi non sono rimasti feriti durante gli scontri a fuoco tra i loro rapitori e l'esercito.

Almeno tre soldati e sei ribelli sono morti nei pressi della città di Indanan nel corso dei combattimenti, durati due giorni. Tra le file dell’esercito si contano inoltre 19 feriti.

Le forze armate filippine hanno precisato che non si trattava di un tentativo di liberare gli ostaggi con la forza. La sparatoria sarebbe iniziata in seguito al tentativo dei ribelli di superare le linee tenute dai soldati nel settore.

I soldati avrebbero visto i rapitori dirigersi verso le montagne con tre ostaggi legati. Poco dopo, il capo dei ribelli Albader Parad ha dichiarato a una radio locale filippina che se i soldati proseguiranno l’operazione uno degli ostaggi sarà decapitato.

Il CICR ha lanciato un appello ai rapitori, chiedendo il rilascio immediato e senza condizioni dei tre ostaggi.

Lo svizzero Andreas Notter, l’italiano Eugenio Vagni e la filippina Mary Jean Lacaba sono stati rapiti il 15 gennaio scorso a Jolo. I loro rapitori, specializzati in questo genere di operazioni, avrebbero chiesto un riscatto di un milione di dollari.

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