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Svizzeri pluriassicurati

Secondo uno studio di Swiss Re, gli svizzeri spendono mediamente 6'257 dollari all'anno in assicurazioni. Solo gli olandesi sborsano di più. Fotex / R. Zorin

Perché nella Confederazione si spendono così tanti soldi per le assicurazioni private? Quali sfide deve affrontare questo settore? Swissinfo.ch ha fatto il punto della situazione con due specialisti.

«Il cittadino svizzero medio tende a essere iper-assicurato. Stipula per esempio una polizza di responsabilità civile, che però si sovrappone a quella concernente la sua carta di credito, e acquista anche delle estensioni multiple: per farla breve, è assicurato tre volte contro lo stesso rischio», ironizza Loïc Bhend, analista finanziario presso la banca Bordier.

Gli abitanti della Confederazione risultano infatti tra i più assicurati del pianeta. Stando a uno studio del riassicuratore Swiss Re, questa voce di spesa ammonta in Svizzera a 6’257 dollari all’anno per persona. Soltanto gli olandesi pagano un importo maggiore: 6’554 dollari.

Secondo Walter Ackermann, direttore dell’Istituto di economia delle assicurazioni all’Università di San Gallo, i motivi sono due: «Le persone benestanti tendono a spendere di più per assicurarsi: ciò si verifica in tutti i paesi. A ciò si aggiunge il fatto che in Svizzera l’assicurazione sulla vita è largamente diffusa nel sistema di sicurezza sociale».

Più privato che pubblico

L’importante spesa assicurativa degli svizzeri si spiega anche perché nella Confederazione «vi è un maggior trasferimento verso il secondo e terzo pilastro [previdenza individuale facoltativa] rispetto agli altri paesi europei, in cui prevale l’assicurazione pensionistica statale», evidenzia Loïc Bhend. Anche la protezione contro gli infortuni fa ampiamente ricorso al settore privato.

Secondo Walter Ackermann, gli incassi derivanti dai premi assicurativi potrebbero però diminuire in futuro, ma non a causa di minor interesse da parte del consumatore, bensì in ragione di una maggiore concorrenza nel settore.

Meglio che altrove

Le spese assicurative rappresentano oggigiorno il 20% delle uscite di ogni economia domestica. Inoltre, fa presente il professor Ackermann, «in Svizzera vi sono oltre 130 compagnie d’assicurazione, ma le cinque più grandi coprono una quota compresa tra il 60% e l’80% del mercato».

Secondo Loïc Bhend, una rivoluzione strutturale è poco probabile: gli attori principali sono infatti vieppiù stabili, attivi a livello internazionale e ben capitalizzati, come è d’altronde risultato dalle recenti verifiche dell’Autorità federale di sorveglianza dei mercati finanziari.

Bhend ritiene che – contrariamente a quanto avviene in parecchi paesi del continente – l’industria assicurativa in Svizzera è matura e la sua crescita non è speculativa. A suo parere, inoltre, gli organi di controllo della Confederazione hanno anticipato i futuri criteri europei relativi al capitale economico (solvency 2): «Gli assicuratori svizzeri si sono preparati prima degli altri e si trovano quindi in una posizione migliore rispetto alla media».

Soluzioni individualizzate

Il cambiamento di paradigma – con le regole più strette imposte dai supervisori e il contesto economico attuale – costituisce une delle principali sfide per il settore delle assicurazioni sulla vita, rileva Walter Ackermann.

«Il livello molto basso dei tassi d’interesse pesa sui margini degli assicuratori chiamati a investire i premi incassati: in questo periodo è estremamente difficile ottenere un rendimento soddisfacente senza assumersi rischi», gli fa eco Loïc Bhend.

Per quanto concerne le assicurazioni non-vita, secondo gli esperti la situazione sta migliorando, anche grazie ad alcune innovazioni tecnologiche che permettono di diminuire i costi. A titolo di esempio, dotando le automobili di una sorta di scatola nera gli assicuratori avranno la possibilità di proporre ai clienti dei premi maggiormente personalizzati dal profilo del rischio.

In mercato per buona parte saturo, conclude Ackermann, gli assicuratori del settore non-vita tenderanno dunque sempre di più a proporre soluzioni individualizzate.

In Svizzera, le prime assicurazioni private risalgono al XIX secolo. Alcune – come Swiss Life (1857), Helvetia (1858) e Swiss Re (1863) – sono tuttora attive.

Il settore assicurativo svizzero incassa più della metà dei suoi premi all’estero (60,7 miliardi di franchi su un totale di 112,5 miliardi nel 2009).

Gli assicuratori elvetici hanno vissuto un periodo di forte sviluppo dopo la Seconda guerra mondiale.

In un contesto caratterizzato dalla prosperità economica, da un sistema economico sempre più complesso e dalla disponibilità di capitali, il settore ha saputo rispondere a bisogni diversificati e in evoluzione: protezione contro gli incidenti, assicurazioni sulla vita, sul patrimonio, su oggetti…

ll sistema di previdenza svizzero si basa su tre livelli (pilastri).

Il primo è la previdenza statale: ogni abitante deve pagare una quota ad un’assicurazione federale – l’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) – che poi al pensionamento verserà una rendita destinata a coprire i bisogni di base.

Il secondo è la previdenza professionale. Si tratta di un’assicurazione privata obbligatoria, alla quale salariati e datori di lavoro contribuiscono in parti uguali. Il denaro accumulato è poi riversato sotto forma di rendita o di capitale.

Il terzo è la previdenza individuale. In parte deducibile dalle imposte, questa forma di risparmio è facoltativa.

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