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Cile: più di 100 scosse in 24 ore

L'allarme tsunami nel Pacifico è rientrato, ma la terra continua a tremare. Se il numero di vittime sembra contenuto, i danni materiali sono ingenti. Inagibile anche l'ambasciata svizzera di Santiago.

La sede diplomatica svizzera è situata in una delle zone più colpite della capitale cilena, risvegliata alle 8 e 30 (ora locale) da una forte scossa (6,3 gradi Richter) che ha seguito di qualche ora la spaventosa botta iniziale di magnitudo 8,8.

Stando al Dipartimento federale degli affari esteri, il personale è in salvo, ma buona parte dell’edificio che ospita l’ambasciata è pericolante.

Il sisma è costato relativamente poco in termini di vite umane – la direttrice della Protezione civile cilena ha parlato di un bilancio provvisorio che supera i 300 morti – ma ha messo in ginocchio il paese: le infrastrutture del primo produttore mondiale di rame, una delle grandi potenze emergenti del vino, 47esima economia mondiale, sono distrutte. Almeno due milioni di persone sono sinistrate. Il centro più colpito è Concepcion, città costiera di 200 mila abitanti situata 500 chilometri a sud di Santiago.

Le immagini trasmesse dalla tv pubblica raccontano di decine di ponti spezzati, strade bloccate dalle frane, palazzi moderni accasciati su un fianco, edifici storici crollati dopo che avevano superato indenni il terremoto del 1960 (magnitudo 9.5 con epicentro nella zona di Valdivia, circa 400 chilometri più a sud del sisma attuale).

Migliaia di cileni hanno passato la notte all’aperto, ascoltando i tremori della terra; un centinaio di scosse mai sotto magnitudo 4,5. Secondo gli esperti, le repliche possono protrarsi per mesi.

Nel frattempo è rientrato l’allarme rosso per lo tsunami in tutta l’area del Pacifico. Le ondate ci sono state, alle Hawaii come sulle coste della Russia e in Giappone, ma non hanno fatto gravi danni. Il servizio meteo nipponico ha fatto evacuare 320 mila persone nel nord del paese, praticamente il 15% della popolazione locale.

swissinfo.ch e agenzie

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