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Soldati sospesi per comportamento nazista

L'esercito svizzero non vuole manifestazioni di estremismo nelle sue file Keystone

Per aver fatto il saluto nazista ed aver espresso opinioni razziste, due reclute e due sottoufficiali sono stati sospesi dalla scuola reclute per granatieri di Isone.

La sospensione arriva pochi giorni dopo che altri casi di comportamento scorretto nell’esercito erano stati rivelati dalla stampa.

I soldati in questione sono stati rimandati a casa giovedì sera, dopo che un’inchiesta interna ha appurato che i quattro si sono salutati con il braccio teso nel gesto nazista e hanno espresso opinioni razziste e di estrema destra. Il loro comportamento era stato osservato una settimana fa da alcuni ufficiali e soldati della scuola.

Il provvedimento è tuttavia provvisorio, ha fatto sapere il Dipartimento federale per la difesa, la protezione della popolazione e lo sport (DDPS). L’inchiesta sarà portata avanti dal Servizio per la lotta contro l’estremismo.

La misura di espulsione, d’ordine amministrativo, non arreca per ora pregiudizio alcuno ai quattro soldati, indica un comunicato del DDPS. Concretamente si tratta di appurare se i militari siano già stati identificati in passato come estremisti di destra.

I risultati dell’indagine determineranno la natura dell’eventuale sanzione, che può coprire un vasto spettro di possibilità, dall’arresto alla multa passando per un divieto di promozione o l’assegnazione ad un’altra unità. Il provvedimento estremo consisterebbe nell’esclusione dall’esercito, ma potrà essere attuato solo dopo una condanna da parte di un tribunale militare o penale.

Maggior sensibilità dopo il 1° d’agosto

Secondo il portavoce dell’esercito Felix Endrich, il Servizio per la lotta all’estremismo riceve annualmente meno di otto segnalazioni su possibili casi di estremismo. L’esercito garantisce in linea di principio la libertà d’espressione quale diritto inalienabile. Affermazioni, gesti e azioni estremiste, di qualsiasi natura essi siano, non sono però tollerate, indica il DDPS.

Dopo la manifestazione di neonazisti del 1° agosto scorso, quando circa 800 estremisti di destra avevano disturbato il discorso del presidente della Confederazione Samuel Schmid, la questione della presenza di elementi estremisti nelle file dell’esercito è tuttavia tornata con forza alla ribalta.

«Dopo quanto è avvenuto il 1° d’agosto sul Rütli, c’è sicuramente maggiore sensibilità fra i soldati e i membri dell’esercito per il problema dell’estremismo di destra», ha detto Endrich a swissinfo.

Il direttore del Servizio per la lotta all’estremismo, Carl Wilhelm Eberli, ha rivelato alcuni giorni fa al quotidiano Blick che circa 800 neonazisti prestano servizio nell’esercito. La cifra corrisponde a circa la metà del numero di attivisti e simpatizzanti dell’estrema destra stimato dalle forze di polizia.

Abu Ghraib sull’Aare

Il comportamento dei militi svizzeri ha fatto discutere negli scorsi giorni anche a causa di una fotografia presa nel 2004 durante una festa della scuola reclute dei carristi a Thun.

Pubblicata su internet, la foto ritrae una scena molto simile alle immagini di tortura uscite dal carcere iracheno di Abu Ghraib: un uomo in mutande e tenuto al guinzaglio è steso a terra, mentre qualcuno gli punta un’arma contro la testa.

L’esercito ha espresso la sua disapprovazione, sia per la messa in scena, sia per l’utilizzo illegale di un’arma in dotazione delle truppe. Tuttavia non dovrebbero esservi conseguenze penali per i soldati coinvolti nella vicenda, perché i fatti sono caduti in prescrizione.

swissinfo e agenzie

L’esercito svizzero dispone da tre anni di un Servizio di lotta contro l’estremismo, incaricato di prevenire e sorvegliare eventuali abusi.

Il servizio è chiamato ad occuparsi mediamente di otto casi l’anno, ma ammette che circa 800 neonazisti prestano servizio nell’esercito. Le autorità militari cercano tuttavia di filtrare gli estremisti noti.

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