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Sostegno svizzero all’Iniziativa di Ginevra

L'ambasciatore Urs Ziswiler (al centro) con Abraham Burg (a destra) e Nazmi Al Ju'beh Keystone

Come portare la pace tra israeliani e palestinesi? L'Iniziativa di Ginevra resta la via migliore per raggiungere un accordo.

È il messaggio lanciato a Ginevra dai promotori dell’Iniziativa e dalla diplomazia elvetica, che ad un anno di distanza continuano a credere ai pregi di questo accordo.

Una convinzione intatta e una speranza incrollabile: questi sono i sentimenti di alcuni dei principali promotori dell’Iniziativa di Ginevra, ad un anno di distanza dal varo del progetto di accordo di pace fermamente sostenuto dalla Svizzera.

Accolta dal Club svizzero della stampa, la delegazione israelopalestinese ha ricordato uno dei pregi principali del documento che è quello di dimostrare come un accordo di pace sia possibile, anche su questioni tabù, come lo statuto di Gerusalemme o il rientro dei profughi palestinesi.

«Gli scontri di questi ultimi anni hanno portato alla polarizzazione delle posizioni da una parte e dall’altra. L’Iniziativa di Ginevra ci permette di ritornare ad una politica pragmatica e di spiegare al nostro popolo ciò che si può realmente ottenere nel corso dei negoziati futuri», ha affermato il palestinese Nazmi Al Ju’beh, dell’Università di Bir Zeit.

«L’Iniziativa di Ginevra segna l’inizio di un processo tra due interlocutori che si rispettano. Ha permesso di mostrare concretamente ai nostri due popoli e al resto del mondo quali sono i contorni della pace», ha aggiunto dal canto suo Abraham Burg, già presidente della Knesset.

L’adesione dei cittadini

Ma forse la conseguenza più significativa di questo testo – ampiamente diffuso in Israele e nei territori palestinesi – è stata la nascita di un dibattito in seno alle popolazioni interessate. Ciò è di vitale importanza, perché un processo di pace potrà essere avviato solo se sostenuto dai cittadini, siano essi israeliani o palestinesi.

L’ambasciatore svizzero Urs Ziswiller ha ricordato che questo documento ha già spinto il primo ministro israeliano, Ariel Sharon, a lanciare il suo progetto di ritiro dalla striscia di Gaza.

«Gli Stati uniti e l’Unione europea hanno ribadito che questo ritiro non può rappresentare che una prima tappa», ha sottolineato il capo della Direzione politica del ministero svizzero degli Affari esteri.

L’appoggio della Svizzera

Comunque vadano le cose, la Svizzera continuerà ad offrire il suo sostegno all’Iniziativa di Ginevra e ai suoi infaticabili promotori.

«Continueremo a lavorare con i nostri partner, vale a dire con la Coalizione palestinese per la pace e con l’organizzazione israeliana Iniziativa di Ginevra. Il nostro sostegno sarà di natura politica e finanziaria», ha affermato Ziswiller.

La prossima tappa è rappresentata dalla campagna «Abbiamo un interlocutore», che verrà diffusa alla televisione palestinese e nei cinema israeliani.

Rete internazionale

La Svizzera ha anche creato una rete internazionale di sostegno all’Iniziativa di Ginevra. «In questo gruppo ci sono ormai 33 paesi, di cui 8 arabi», spiega l’ambasciatore Ziswiller. «La prossima riunione dovrebbe tenersi in marzo o in aprile, probabilmente a Ginevra».

Da un punto di vista finanziario, la Svizzera continua ad essere il principale contribuente. Finora ha investito per l’Iniziativa 3,5 milioni di franchi e conta di metterne a disposizione altri due per l’anno prossimo.

L’unica nota triste per l’anniversario dell’Iniziativa è rappresentata dalle dimissioni del professore ginevrino Alexis Keller, che ha deciso di lasciare il comitato di sostegno all’Iniziativa di Ginevra. Secondo Urs Ziswiler, la partenza di uno dei padri dell’accordo israelopalestinese non sarebbe però in nessun caso da interpretare come un segno di disaccordo con gli altri membri del comitato o con la diplomazia svizzera.

swissinfo, Frédéric Burnand, Ginevra
(traduzione: Doris Lucini)

Il budget dell’Iniziativa di Ginevra è di 9,1 milioni di franchi
La Svizzera ha contribuito con 3,5 milioni di franchi
Previsti altri 2 milioni per il 2005
La Confederazione investe ogni anno 28 milioni di franchi per i suoi interventi in Medio Oriente
Il professor Alexis Keller, uno dei padri dell’Iniziativa, si è dimesso

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