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Sovvenzioni controproducenti

Secondo il rapporto, l'innevamento artificiale non risponde sempre alle necessità di uno sviluppo sostenibile Keystone Archive

Le organizzazioni per la protezione del paesaggio criticano con cifre e fatti la politica federale: il 91,2 per cento degli aiuti contribuisce a distruggere il patrimonio ambientale.

L’allarme è stato lanciato dalla Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio (FP) e dal Fondo svizzero per il paesaggio (FSP) e si basa su uno studio approfondito che analizza le conseguenze sul territorio dei franchi distribuiti da Berna.

La mancanza di una pianificazione delle risorse efficace, porta infatti ad una dilapidazione del territorio. Risultato: il paesaggio elvetico continua a cambiare senza considerare le conseguenze a lungo termine. Tra il 1984 e il 1995 ogni anni sono stati modificati, per lo più in maniera negativa, 12.000 ettari di territorio (dati dell’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio e dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale).

Investimenti fallaci

La politica ha la sua parte di responsabilità: «Le sue attività hanno in genere altri scopi che la protezione attiva del paesaggio», ha indicato alla stampa il direttore della FP Raimund Rodewald. Stando ai dati del 2001, il 91,2 per cento dei sussidi relativi al territorio possono essere infatti definiti dannosi per il territorio.

Alcuni esempi proposti dallo studio: il finanziamento degli aeroporti nazionali, di nuove strade, di condutture per l’acqua o dei cannoni da neve permette la sopravvivenza di alcuni settori economici, spesso interviene però in maniera dannosa sulla natura o sul paesaggio. Spesso inoltre questi impegni finanziari favoriscono settori già sovradimensionati, non contribuendo dunque allo sviluppo duraturo dell’economia nazionale.

Un’analisi più approfondita delle necessità e delle varie soluzioni possibili potrebbe in molti casi evitare interventi disastrosi sull’ambiente. Il problema è che «a livello svizzero manca una politica di protezione del territorio unitaria: non è quindi sorprendente che siano in continuo aumento le zone edificate», ha aggiunto Rodewald.

San Bernardino esempio positivo

Lo studio, condotto dalla FP e pubblicato dal FSP, ha analizzato una serie di situazioni in cui è stato possibile, in seguito ad un’accurata analisi, trovare una soluzione economicamente valida e allo stesso tempo ecologica. «Un esempio è quanto avvenuto a San Bernardino, nei Grigioni», ha indicato Hans Weiss, ex direttore del FSP. Nella località turistica era prevista la costruzione di una nuova strada per permettere ai camion di trasportare a valle il legname. Da un riesame della situazione è emerso che l’acquisto di uno speciale mezzo di trasporto, in grado di circolare anche sulle strade di montagna già esistenti, sarebbe stato più economico e decisamente più ecologico. «La soluzione giusta è adattare la tecnica al paesaggio e non viceversa», ha aggiunto Weiss.

Un altro esempio è quello dell’Alpe Hohfläsch, nel canton Svitto. Per consentire il trasporto di merci era stata prevista la creazione di una nuova strada. In seguito all’opposizione di associazioni ambientaliste è stata invece costruita una piccola teleferica: i costi sono stati inferiori, l’intervento sul paesaggio è stato minimo e si è evitato il traffico di vetture private nella zona.

Scelte per lo sviluppo sostenibile

In base ai risultati è stata stilata una lista di 171 proposte di migliorie che permetterebbero uno sviluppo sostenibile ed ecologico. «Le proposte sono sul tavolo, ora tocca alle autorità federali e al parlamento renderle concrete per arrivare a un traguardo che dovrebbe già essere realtà da almeno 40 anni», ha concluso Rodewald.

A questo proposito il consigliere agli Stati Eugen David (PPD/SG) ha presentato lo scorso 13 dicembre un postulato, in cui chiede al Consiglio federale di valutare gli effetti delle sovvenzioni della Confederazione sul paesaggio. Il governo è invitato a presentare al più presto un rapporto in questo senso al parlamento.

swissinfo e agenzie

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