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Sport e pace: un binomio per il 2005

Lo sport aiuta a crescere. Playing for peace

Lo sport non aiuta solo a stare meglio, ma è uno strumento per promuovere la pace. Lo ha ripetuto a Washington Adolf Ogi, il “Consigliere speciale del segretario generale dell’ONU per lo sport al servizio dello sviluppo e della pace”.

Il ruolo dello sport nel miglioramento delle relazioni internazionali è stato discusso nel corso di una conferenza organizzata giovedì dalla Swiss Foundation for World affairs.

La storia insegna che lo sport può aiutare a superare barriere e a costruire ponti. L’esempio forse più famoso è la diplomazia del ping-pong, che nel 1971 permise l’avvicinamento tra Cina e Stati Uniti. Recentemente abbiamo visto come il cricket ha aiutato a distendere le relazioni tra India e Pakistan. I giochi olimpici di Seul hanno permesso di migliorare le relazioni tra Corea e Giappone.

Lo sport aiuta a crescere

“Lo sport è più di sport” ha sottolineato Ogi che ormai da tre anni lavora per far capire ai governi il potere dell’esercizio fisico. Giocare al pallone e far parte di una squadra aiuta i ragazzi a crescere.

“Giocando imparano a rispettare le regole e l’avversario, ad accettare le sconfitte e le decisioni degli arbitri. Imparano a conoscere i propri limiti e che con la costanza si ottengono risultati” ha sottolineato l’ex consigliere federale, convinto che col gioco si impara anche la tolleranza e il rispetto degli altri.

Lo sport è anche un mezzo per superare i momenti difficili e di sfiducia della vita. Lo costata chi lavora nei campi profughi, come l’ex campione olimpionico Johann Koss, che dirige l’organizzazione “Right to Play”, attiva in 22 paesi e che ormai coinvolge oltre mezzo milioni di giovani nel mondo.

Un pallone può avvicinare, aiutare a ritrovare la voglia di vivere e la fiducia di poter creare un mondo migliore. Lo sport aiuta a scaricare le tensioni e quindi a sentirsi meglio.

Sport ed economia

“Può essere anche un mezzo per sviluppare attività economiche”, ha aggiunto Ogi nel corso dell’incontro di Washington, il primo di una serie di conferenze che si terranno in occasione dell’anno dello sport, il cui programma sarà ufficialmente presentato a fine ottobre a New York.

L’ex consigliere federale ha fatto l’esempio del Mozambico, dove sono state create piccole imprese per la produzione di scarpe, palloni e magliette. Ai giochi olimpici di Atene la squadra del Mozambico è andata con i suoi prodotti.

Lo sport ha avvicinato anche molti ragazzi palestinesi e israeliani che hanno imparato a conoscersi, a capirsi meglio e ad instaurare un dialogo che con gli anni potrebbe dare frutti.

Bendon Tuohey, un ex professionista del basketball, ha portato l’esempio della sua esperienze in Irlanda, tra i ragazzi cattolici e protestanti, e in Sudafrica tra ragazzi bianchi e neri. “E’ incredibile come lo sport aiuta a far cadere certe barriere” ha precisato il cofondatore di “Playing for peace”, organizzazione che attraverso il gioco del basketball cerca di creare un ponte tra comunità divise.

Sono solo pochi esempi di tutto quello che può raggiungere lo sport che si gioca nei campi improvvisati nelle strade del terzo mondo, nei campi profughi e vicino alle rovine dei bombardamenti.

Ai lavori della conferenza ha assistito anche l’ex consigliera federale Ruth Metzler, a Washington per prepararsi alla imminente maratona di New York. Lo sport infatti è anche salute.

In occasione dell’anno internazionale dello sport i paesi sviluppati punteranno molto sulle iniziative per promuovere la salute. “In Svizzera sarà lanciata una campagna dal titolo “Movimento”, ha precisato Ogi a swissinfo. L’obiettivo sarà quello di convincere la popolazione a muoversi di più per combattere il sempre più pericoloso fenomeno dell’obesità, che è causa di malattie gravi e di ingenti costi sanitari.

swissinfo, Anna Luisa Ferro Mäder, Washington

Il 2005 è stato dichiarato dall’ONU l’anno internazionale di sport ed educazione fisica.

Uno degli esempi più clamorosi del ruolo svolto dallo sport per lo sviluppo della pace risale al 1971, quando la “diplomazia del ping-pong” permise l’avvicinamento tra Cina e Stati Uniti.

Recentemente, il cricket ha aiutato a distendere le relazioni tra India e Pakistan, due nazioni tra cui non è mai corso buon sangue.

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