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Stati Uniti: identificati i piloti suicidi, mentre continuano le ricerche dei superstiti

Si leva ancora del fumo dalle rovine del World Trade Center, dove sono sepolte migliaia di vittime Keystone

Comincia a delinearsi il bilancio delle vittime degli attentati terroristici contro gli Stati Uniti. Mentre procedono le operazioni di soccorso alle ricerca di superstiti sotto le macerie, risulta che le persone morte o disperse sono 5.309. Di esse, 4.763 sono date per disperse a New York, dove 94 corpi sono stati ritrovati; 126 sono date per disperse al Pentagono, dove sono stati rinvenuti 60 cadaveri; e 266 soni i morti nello schianto dei quattro aerei dirottati. Ancora non si sa quanti svizzeri figurano tra le vittime.

Intanto l’Fbi avrebbe identificato i quattro piloti tra gli autori del dirottamento dei due aerei partiti da Boston e usati per gli attentati contro le torri gemelle a New York. Si tratterebbe, a quanto riferisce la Cnn, dei due fratelli Adnan e Ameer Abbas Burkari, di Mohammed Atta e di Marwan Yousef Alshehhi, tutti sauditi e collegati alla rete di Osama Bin Laden. Ai quattro presunti piloti dirottatori, gli investigatori sarebbero arrivati attraverso alcune carte di credito utilizzate per l’affitto di auto e l’acquisto dei biglietti aerei.

Frattanto il ministro della giustizia, John Ashcroft, ha dichiarato che c’erano almeno 18 terroristi in azione, complessivamente, nei quattro aerei dirottati durante l’attacco di martedi agli Stati Uniti. Due aerei avevano a bordo 5 dirottatori ciascuno, gli altri due quattro ciascuno. Ashcroft ha detto che gli Usa stanno ricevendo collaborazione da tutto il mondo. La linea telefonica speciale aperta dall’Fbi ha ricevuto 2.055 segnalazioni per le indagini. Oltre 22.000 sono le segnalazioni ricevute dall’Fbi via Internet.


Fonti ufficiali hanno pure rivelato che, fra gli obiettivi dell’attacco, c’erano lo stesso presidente George W. Bush, la Casa Bianca (che sarebbe stato il bersaglio dell’aereo che ha poi puntato sul Pentagono) e il Campidoglio. Le indagini, particolarmente intense nel Massachussetts e in Florida, avrebbero già identificato oltre 12 componenti dei commando suicidi, tutti d’origine mediorientale, alcuni dei quali sarebbero stati addestrati in scuole di pilotaggio americane.

Intanto il presidente americano George W. Bush ha proclamato per venerdì 14 settembre una giornata nazionale della preghiera e del ricordo. Anche il governo svizzero, come gli altri governi europei, ha chiesto alla popolazione di ovvervare 3 minuti di silenzio, venerdì, in segno di lutto e di solidarietà nei confronti del popolo statunitense e di condanna di qualsiasi atto di terrorismo. Alle 15.00 ci sarà anche un’interruzione di 20 secondi dei programmi radiotelevisivi nazionali.

Revocato il divieto sui voli commerciali

Nella giornata di giovedì, le autorità americane hanno autorizzato la ripresa dei voli commerciali: la Federal Aviation Authority ha diffuso il suo ordine di prima mattina, dopo che ieri erano state diramate nuove norme sulla sicurezza aerea, già in vigore. I voli potranno riprendere a partire dalle 11.00 (ora di Washington, le 17.00 in Svizzera).

Ci vorrà almeno un giorno, probabilmente di più, perché il traffico aereo torni alla normalità: i vari aeroporti e le singole compagnie aeree devono, infatti, prendere ciascuno le proprie decisioni.

Intanto, migliaia di passeggeri, bloccati da martedì negli aeroporti dove i loro voli erano stati deviati, dopo l’attacco terroristico, hanno cominciato a raggiungere le loro destinazioni la scorsa notte. La Faa aveva infatti autorizzato la partenza dei voli che erano stati deviati, sotto condizioni di sicurezza particolarmente severe.

Le compagnie aeree hanno anche potuto spostare nella notte aerei vuoti ai punti di partenza alla ripresa delle operazioni. A Newark, uno degli aeroporti di New York, da dove era partito uno degli aerei dirottati, sono così arrivati, nelle ultime ore, 18 velivoli.

Giovedì, Swissair ha cancellato 11 dei 14 voli per gli USA, ma anche annunciato la ripresa di tre collegamenti serali per New York e San Francisco. Dalle ore 17 i cieli americani sono infatti parzialmente aperti al traffico civile. Per motivi di sicurezza Swissair ha invece soppresso i voli verso Beirut (Libano) e le città libiche di Tripoli e Bengasi, mentre ha annunciato il ripristino dei normali collegamenti verso Tel Aviv (Israele).

Ancora incertezza sul numero di vittime svizzere

Sarebbero circa 300 gli Svizzeri, tra cui vari turisti, ancora dati per «dispersi» negli USA: è quanto ha detto giovedì l’ambasciatore Walter Turnherr. Nel frattempo è stata confermata la notizia di due morti svizzeri: si tratta di una donna e di un uomo con doppia nazionalità, che si trovavano a bordo degli aerei diretti a Los Angeles e usati come bombe contro le torri gemelle di New York. Quattro gli Svizzeri che al momento dell’impatto si trovavano all’interno degli edifici.

Per quanto riguarda la coppia di sposi dati per dispersi mercoledì, ha detto Turnherr, abbiamo la conferma che non si trovava su uno dei quattro voli dirottati. Tuttavia, ha aggiunto, siamo sicuri che quattro persone si trovavano nelle torri al momento dell’attacco terroristico. Turnherr non è stato in grado di dire se si tratti di persone che vi lavoravano o di semplici visitatori. Sospettiamo, ha detto, che siano morti, «ma non possiamo confermarlo».

Deiss incontra ambasciatore USA

Il consigliere federale Joseph Deiss ha incontrato il nuovo ambasciatore USA in Svizzera Mercer Reynolds, al quale ha ricordato che il Corpo svizzero d’aiuto in caso di catastrofe e alcune unità specializzate nell’identificazione di cadaveri sono pronti a partire per gli Stati Uniti e a mettersi a disposizione delle autorità americane.

L’incontro è avvenuto nel quadro di una visita di cortesia svolta da Reynolds dopo il suo recente insediamento in Svizzera e come ha detto Deiss «avremmo preferito che avesse luogo in altre circostanze». Reynolds ha presentato le credenziali al presidente della Confederazione Moritz Leunberger martedì, solo poche ore prima degli attacchi suicidi negli USA.

La solidarietà della Nato

La via all’applicazione dell’articolo, per la prima volta nella storia dell’Alleanza atlantica, è stata spianata, mercoledì, a Bruxelles. L’articolo V prevede che gli alleati reagiscano militarmente all’aggressione di uno di essi.

Nessun partner degli Usa ha sollevato obiezioni. La decisione è anche una fortissima novità sul piano della dottrina Nato. L’articolo 5 era stato scritto infatti nel pieno della guerra fredda per un possibile attacco militare tradizionale dei «rossi» di allora, contro uno dei paesi membri. Oggi scatta invece per quella che forse è stata la prima manifestazione di una guerra del XXI secolo, un massiccio attacco terroristico contro obiettivi vitali di uno Stato alleato.

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