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Suicidio, il malessere che avvelena i giovani

Mal di vivere, una piaga che brucia troppe vite (Foto: newtreatments) Mental illness is taking its toll on the taxpayer (www.newtreatments.org)

In Svizzera il suicidio uccide più degli incidenti stradali ed è la principale causa di mortalità tra chi si affaccia all'età adulta.

Prevenzione e problematiche del suicidio giovanile al centro delle manifestazioni svizzere della Giornata mondiale della salute mentale.

“In Svizzera i morti per suicidio sono quasi tre volte più numerosi di quelli degli incidenti della circolazione”.

Il dottor Patrick Haemmerle, primario dei servizi di psichiatria dell’infanzia e dei giovani adulti del Canton Friborgo rileva il dato sulle cause di mortalità tra i giovani ed i giovanissimi per aggiungere: “L’assurdità è che, in teoria, si tratta di una causa di decesso evitabile”.

Tra i giovani adulti dai 20 ai 24 anni il mal di vivere è la principale causa di decesso, prima ancora degli incidenti d’auto, uno dei peggiori fantasmi dei genitori.

I numeri dell’ecatombe

“Ogni tre giorni, in Svizzera, un adolescente o un giovane adulto si toglie la vita; mentre i tentativi sono stimati tra i 15 ed i 20 mila l’anno, sempre solo da parte dei giovanissimi”, precisa lo specialista di psichiatria infantile friborghese.

I dati statistici del 2000 rilevano 1.387 suicidi secondo la classificazione internazionale che suddivide le cause di morte in quattro tipologie: naturali, per incidente, suicidio od omicidio.

Ogni 40 secondi, nel mondo, un essere umano si procura la morte autoinflitta. In un anno sono 800 mila le persone che si suicidano, due terzi dei quali di sesso maschile.

Negli ultimi 50 anni l’incidenza del suicidio tra i giovani è aumentata del 200-300 %. Nella fascia d’età tra i 15 ed i 44 anni, il suicidio è per le donne la seconda causa di morte, dietro la tubercolosi, e per gli uomini la quarta, dopo incidenti stradali, tubercolosi ed atti violenti.

Per capire l’ampiezza del fenomeno in Svizzera si possono comparare i dati con quelli dei morti della circolazione stradale, che nel 2001 sono stati 544. Secondo Maja Perret-Catipovic del Centro studi per la prevenzione del suicidio dell’Ospedale universitario di Ginevra (CEPS) la cifra dei suicidi sarebbe sottostimata.

“La causa di morte di chi si toglie la vita lanciandosi in moto da un ponte è catalogata come incidente. Un decesso per anoressia è classificato tra le cause naturali”, rileva la psicologa ginevrina.

La sindrome del suicida

“L’adozione di politiche sanitarie con campagne preventive specifiche possono portare risultati tangibili”. Il dottor Haemmerle ne è certo: il suicidio si può prevenire, curare e guarire.

La psichiatria riconosce la sindrome che precede l’atto. L’appartenenza ad un’altra cultura, l’espulsione dal sistema scolastico e dal periodo d’apprendistato, la cronicità dei conflitti familiari, il consumo di stupefacenti ed alcool sono, per gli specialisti, i sintomi precursori che determinano il profilo del giovane a rischio.

“Non è dall’oggi al domani che un adolescente, un giovane adulto decide di togliersi la vita. Per depistare i potenziali casi di suicidio è fondamentale operare una strategia di prevenzione universale”, aggiunge Maja Perret-Catipovic.

Il modello ginevrino

“Per troppo tempo si è pensato che fosse meglio non parlare del male di vivere per evitare l’effetto Werther, ossia i suicidi a catena per imitazione. Oggi sappiamo che la prevenzione del suicidio è una problematica di politica sanitaria che ci concerne tutti”.

Maja Perret-Catipovic ha esperienza in materia. Da sei anni il CEPS utilizza una strategia d’approccio alla problematica del suicidio, che implica l’apporto di parenti, amici, insegnanti, conoscenti, persone già presenti nell’ambiente e delle quali chi vuole suicidarsi ha ancora fiducia.

“La ricerca clinica si concentra sui cosiddetti fattori di protezione, ossia sulle cause che inducono alcuni giovani ad ammalarsi del male di vivere, mentre altri con le medesime caratteristiche ne sono immuni”, conclude Maja Perret-Catipovic.

swissinfo, Sergio Regazzoni

Sensibilizzazione e prevenzione di una delle principali cause di mortalità nel mondo: il suicidio.

È la proposta della Fondazione svizzera Pro Mente Sana e di Pro Juventute per la Giornata mondiale della salute pubblica, indetta venerdì 10 ottobre dall’Organizzazione mondiale della salute.

In Svizzera il male di vivere è la principale causa di mortalità tra i giovani nella fascia d’età compresa tra i 20 ed i 24 anni.

1.387, i suicidi registrati in Svizzera nel 2000
100-120, gli adolescenti ed i giovani adulti che ogni anno si tolgono la vita in Svizzera
800 mila, i suicidi nel mondo

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