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Svizzera paradiso del gioco d’azzardo

Il dettaglio di una slot machine Keystone

Con l'attribuzione di 22 concessioni, la Svizzera diventa il paese dalla più alta densità di case da gioco al mondo.

La Svizzera disporrà di un casinò per 323.000 abitanti. Precederà la Francia, con una casa da gioco per 367.000 abitanti, e la Gran Bretagna, con un casinò per mezzo milione di persone. L’Italia è soltanto all’undicesimo posto, con una casa da gioco per oltre 14 milioni di abitanti.

La febbre di questi ultimi mesi per ottenere la lucrativa concessione di una casa da gioco è dunque rientrata con l’annuncio fatto mercoledì dalla ministra di giustizia e polizia Ruth Metzler. È possibile che durante le prossime settimane i numerosi esclusi si facciano sentire in parlamento, ma le loro possibilità di modificare la decisione del governo sono minime.

Le 22 concessioni sono suddivise in permessi di tipo A e B. La concessione A autorizza l’esercizio di un gran casinò, caratterizzato da una vasta offerta di giochi, da puntate e vincite illimitate. La concessione B permette invece un’offerta di giochi, puntate, vincite e somme di jackpot limitati. La dimensione delle future case da gioco B si avvicina a quella dei kursaal attuali.

Le 7 concessioni A sono andate ai progetti di Baden, Basilea/aeroporto, Berna, Lucerna, Lugano, Montreux e San Gallo. Per le 14 concessioni B l’hanno spuntata Arosa, Bad Ragaz, Crans-Montana, Courrendlin, Davos, Friburgo/Granges-Paccot, Interlaken, Mendrisio, Meyrin, Muralto, Pfäffikon, Sciaffusa, St. Moritz, Zermatt. I progetti respinti sono 20, tra cui figura il grand casinò di Locarno.

Le concessioni sono state attribuite sulla base di vari criteri. I principali riguardano la redditività, la disponibilità di mezzi finanziari propri e la loro origine lecita, la buona reputazione e la garanzia di un’attività irreprensibile dei responsabili, la conoscenza tecnologica, l’offerta di giochi, la concezioni di sicurezza e la concezione sociale, la messa in atto delle misure necessarie al rispetto delle disposizioni legali in materia di riciclaggio di danaro, l’interesse economico e turistico per la regione.

Importanti anche le considerazioni regionali, con la preoccupazione di distribuire equamente su tutto il territorio le case da gioco. C’è però sulla cartina una regione senza concessione nell’area dei cantoni di Uri, Nidvaldo e Obvaldo, nella Svizzera centrale. Il governo ha dunque riservato l’attribuzione di una 22esima concessione di tipo B per questa regione fino al 30 giugno 2002.

D’altra parte, i kursaal che dispongono oggi soltanto di una concessione B provvisoria, la cui domanda è stata respinta, dovranno cessare la loro attività entro il 31 marzo 2002.

La lunga procedura per l’attribuzione delle concessioni era iniziata nel 1993 con una decisione del popolo in votazione federale. Ci sono voluti molti anni per fare avanzare questo dossier sensibile, dalle forti implicazioni economiche. Il lavoro dei gruppi di pressione è stato molto importante e ha rallentato la procedura, ha detto il presidente della Commissione federale per le case da gioco (CFCG) Benno Schneider.

Nelle prossime settimane i cantoni e i comuni prescelti dovranno approvare la decisione di principio del Consiglio federale, mentre la CFCG preparerà gli atti di concessione. I vari progetti di casa da gioco si trovano in stadi di realizzazione diversi e i singoli casinò apriranno dunque in tempi diversi. Fra cinque anni il governo procederà a una valutazione della situazione, prima di attribuire eventuali altre concessioni.

Le tasse prelevate sugli utili dei casinò fanno molto gola ai cantoni e alla Confederazione. A partire dal secondo anno di attività, il ministro delle finanze Kaspar Villiger conta di potere incassare imposte per 250 milioni di franchi all’anno. Una somma che andrà tutta a beneficio dell’AVS. Qualcuno ha scritto che si tratta di uno zuccherino per i pensionati che avranno giocato e perso la loro rendita ai tavoli da gioco. In Svizzera si stima che da 135.000 a 220.000 abbiano un pericoloso rapporto di dipendenza dal gioco.

Mariano Masserini

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