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Tesi revisioniste?

Jürg Scherrer, presidente del partito delle libertà e municipale di Bienne, è accusato di aver violato la norma penale anti-razzismo Keystone

"Le camere a gas? Un dettaglio della storia". La frase è di Jürg Scherrer, municipale di Bienne e capo della locale polizia. Violate le norme anti-razzismo?

Jürg Scherrer era stato invitato lunedì dalla Radio svizzera romanda (RSR) per commentare il voto delle presidenziali francesi. Alla domanda di un giornalista che chiedeva se, come ha sostenuto in passato Jean Marie Le Pen, le camere a gas fossero soltanto un dettaglio della storia, Scherrer ha risposto di sì, dichiarando: “E’ chiaro, ma ci sono stati altri assassinii nei confronti di altri popoli”.

Interrogato dal “Journal du Jura”, il municipale di Bienne ha confermato quanto detto alla radio ma ha precisato che “l’episodio è grave nell’ambito della storia degli ebrei”, aggiungendo che “nel contesto della seconda guerra mondiale si tratta di un dettaglio molto importante”. Alla “Berner Zeitung” e al “Bieler Tagblatt”, Scherrer, che è di lingua madre tedesca, ha inoltre detto di non aver capito perfettamente le domande poste al telefono dai giornalisti.

“Sono vittima di una trappola”

Jürg Scherrer si dichiara vittima di una campagna che mira ad eliminarlo politicamente. Il municipale di Bienne è convinto che i giornalisti della radio romanda gli abbiano volutamente teso una trappola.

“È infernale, inaccettabile», ha detto Scherrer, molto arrabbiato per la polemica che concerne la sua persona. Il presidente del Partito della libertà crede di essere stato intervistato riguardo alle presidenziali francesi con l’unico scopo di sentire la precisa risposta riguardo alle camere a gas. Ottenuto quello che volevano, i giornalisti “hanno tagliato la comunicazione senza nemmeno dire arrivederci”, ha aggiunto.

Non è una novità

Il personaggio non è comunque nuovo a sortite di questo genere. Nel ottobre 2001 aveva dichiarato che bisognava “espellere immediatamente dal nostro paese questa gentaglia straniera proveniente da certi paesi”.

Nel 1995, quando era ancora parlamentare federale, esponente e presidente del Partito della Libertà (situato a destra dell’UDC), aveva espresso concetti antisemiti nel corso della trasmissione televisiva “Arena”.

Ora il giudice istruttore Patrick André Robert-Nicoud ha già annunciato l’apertura di un’inchiesta. Il dossier sarà trasmesso ad un magistrato che deciderà se rinviare a giudizio l’indagato. Gli accertamenti sono partiti senza la necessità di alcuna denuncia, visto che il reato di discriminazione razziale è perseguito d’ufficio.

L’articolo 261bis

Dal 1. gennaio 1995, l’articolo 261bis del codice penale vieta la discriminazione e l’offesa alla dignità della persona o dei gruppi per motivi di razza o appartenenza ad un gruppo etnico o religioso. In particolare l’articolo sottopone a pena affermazioni che negano l’olocausto.

Questa disposizione penale, sulla quale si basa l’attuale inchiesta contro Jürg Scherrer, è stata accettata in votazione popolare il 25 settembre 1994 con il 54.7% dei voti favorevoli.

“La libertà d’espressione è un’altra cosa”

“Una frase del genere è contraria ai nostri valori e non rispetta il codice penale” rileva Boël Sambuc, vice-presidente della Commissione federale contro il razzismo, interrogata da swissinfo. “Divulgare certe tesi è grave. Perché mancano di rispetto alle minoranze che hanno subito quelle persecuzioni e perché banalizzano il razzismo e l’antisemitismo. Si tratta di un crimine da punire”.

“Il signor Scherrer, come tutti nel nostro paese, è libero di dire ciò che vuole. Se infrange il codice penale deve però poi renderne conto alla giustizia” continua Boël Sambuc. “In più va sottolineata l’aggravante di un signore che occupa un incarico pubblico. La gestione di una città non è soltanto un compito amministrativo ma, bensì, anche etico. Queste frasi rappresentano quindi una minaccia contro quelle istituzioni che Scherrer dice di voler difendere”.

A livello più generale, come evolvono i sentimenti antisemiti in Svizzera in un contesto internazionale, pensiamo al Medio Oriente, molto caldo? “Anche da noi esiste un antisemitismo latente. Le sue manifestazioni variano in funzione di avvenimenti interni o esterni. Oggi c’è il Medio Oriente, ieri c’erano i fondi ebraici nelle banche svizzere, domani avremo qualcos’altro. In ogni caso si tratta di qualcosa che agisce contro gli individui ed il loro stesso animo. E questo è razzismo, non è vero?”

swissinfo e agenzie

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