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Tortura: rapporto positivo sulla Svizzera

Il rapporto del Consiglio d'Europa considera eccessive le misure adottate in alcuni casi di rimpatrio forzato Keystone

Nonostante alcune critiche sulle operazioni di rimpatrio forzato, il rapporto del Consiglio d'Europa traccia un quadro positivo della situazione in Svizzera.

Il comitato contro la tortura del Consiglio d’Europa critica «severamente» le operazioni di rimpatrio forzato nel suo rapporto sulla Svizzera pubblicato lunedì. Per il resto i commenti sono positivi, con qualche riserva sull’eccessiva violenza usata talvolta dalla polizia durante i fermi. Preoccupazione ha destato inoltre un istituto di rieducazione per giovani a Prêles, nel Giura bernese.

Il rapporto basa le sue considerazioni su una visita compiuta dal 5 al 15 febbraio 2001 in carceri e istituti di sei cantoni: Basilea Città, Berna, Friburgo, San Gallo, Turgovia e Zurigo. «La grande maggioranza delle persone detenute dalla polizia hanno indicato di essere state trattate correttamente», afferma il Comitato europeo per la prevenzione della tortura (CPT) in una nota. Le «rare» lamentele di cattivo trattamento raccolte «riguardavano un uso sproporzionato della forza durante il fermo».

Secondo il CPT, questa situazione «piuttosto favorevole» non deve far perdere di vista alle autorità responsabili la necessità di mantenere una «vigilanza appropriata». Il Comitato saluta l’ampio progetto di unificazione della procedura penale elvetica, visto che riprende le sue raccomandazioni più importanti per quanto riguarda le garanzie contro i cattivi trattamenti.

Unico grosso neo riscontrato: le operazioni di rimpatrio forzato di stranieri per via aerea, le quali «presentano un rischio manifesto di trattamento inumano e degradante». Il CPT formula alcune direttive per prevenire tale rischio: divieto di mezzi suscettibili di intralciare la respirazione, elaborazione di procedure destinate a prevenire un’asfissia, la formazione adeguata del personale di scorta.

Consiglio federale soddisfatto

Nella sua risposta pubblicata a Berna, il Consiglio federale si dice «soddisfatto» del rapporto complessivamente positivo e si rallegra che il CPT non abbia riscontrato alcun indizio di tortura o gravi forme di maltrattamenti. Per quanto riguarda i rimpatri forzati, il governo sottolinea che le raccomandazioni del CPT sono «già state tradotte in realtà o sono sul punto di essere applicate». I cantoni – precisa il Consiglio federale – dal settembre 1999 non applicano più misure coercitive suscettibili di ostruire la respirazione.

Per quanto riguarda la procedura penale, il governo indica che al momento della valutazione dei risultati della procedura di consultazione (conclusasi a fine febbraio) prenderà in considerazione diverse proposte del CPT, in particolare per quanto riguarda il diritto di ogni persona arrestata di consultare un avvocato sin dall’inizio dell’arresto di polizia.

Cliniche psichiatriche e centri di educazione

Per la prima volta, il CPT ha visitato una clinica psichiatrica privata, a Littenheid (TG). Le condizioni di soggiorno e di trattamento dei pazienti erano «eccellenti». Il comitato formula nondimeno raccomandazioni sulle garanzie giuridiche in caso di ricovero non volontario di pazienti. Il Consiglio federale indica che la loro applicazione è pure attualmente in esame nell’ambito della revisione della legge sulla tutela.

Il Foyer di educazione per giovani di Prêles (BE) è stato invece «fonte di preoccupazione» per il CPT: lamentele di frequenti atti di violenza, condizioni materiali che lasciano molto a desiderare e assenza di esercizi all’aria aperta per i giovani messi in isolamento disciplinare. Nella sua risposta, il Consiglio federale espone le misure prese per frenare la violenza e migliorare le condizioni nelle «celle disciplinari».

Il CPT organizza regolari visite nei 43 Stati membri del Consiglio d’Europa. In Svizzera era già stato nel 1991 e nel 1996. Nell’ultima visita, ha ispezionato diverse case di educazione, stabilimenti penitenziari, carceri di polizia, una clinica psichiatrica, un posto di confine e uno stabilimento di detenzione in vista del rimpatrio forzato. Il suo rapporto è stato presentato al Consiglio federale all’inizio di agosto.

swissinfo e agenzie

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