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Tour de France al via

L'americano Lance Armstrong è il corridore che tutti vogliono battere Keystone Archive

21 giorni di corsa, 20 tappe, 3'277 km : quest'anno i corridori percorreranno la Francia in senso anti-orario, dai Pirenei alle Alpi.

All’inseguimento di Lance Armstrong: questo sembra essere lo slogan coniato per gli outsider al Tour de France 2002 scattato sabato 6 luglio dal Lussemburgo (crono-prologo di 7 chilometri) e che si concluderà domenica 28 sui Campi Elisi di Parigi dopo 3’277 chilometri in sella.

Armstrong, giallo senza suspense?

Ha combattuto contro il cancro e ha vinto; si è messo in testa di diventare il “padrone” del Tour e negli ultimi tre anni ci è sempre riuscito.

Lance Armstrong da Dallas, Texas, tenta il poker alla Grande Boucle senza un avversario preciso (come fu il caso di Ullrich) da tenere d’occhio.

Sarà una cavalcata in “giallo” e così il capitano della US Postal potrà arrivare ad un passo dai mitici Anquetil, Merckx, Hinault ed Indurain, tutti vincitori di cinque Tour de France!

Il texano ha vinto le ultime due corse a tappe alle quali ha preso parte (Midi Libre e Delfinato) ed ha totalizzato appena 21 giorni di competizione, ciò che gli permetterà di prendere il via con il …motore ancora integro.

Tre svizzeri “universali”: Zberg, Dufaux e Bertogliati

Quest’anno gli organizzatori hanno deciso di percorrere l’Esagono francese in senso antiorario e quindi verranno affrontati dapprima i Pirenei e in seguito le Alpi.

Tre saranno gli svizzeri: Laurent Dufaux (Alessio), Beat Zberg (Rabobank) ed il ticinese Rubens Bertogliati (Lampre).

I grandi giochi per la classifica generale dovrebbero essere “off limits” per Dufaux, che ha disputato un buon Tour de Suisse, prima di accusare un’influenza intestinale che lo ha disturbato nel lavoro di rifinitura per la Grande Boucle.

Beat Zberg (che sulle strade elvetiche non ha convinto) è uomo adatto a fughe dalla lunga gittata, così come prezioso gregario per l’emergente statunitense Levi Leipheimer o l’esperto Boogerd.

Rubens Bertogliati, alla sua seconda esperienza al Tour, cercherà di ritagliarsi uno spazio a cronometro: l’anno scorso si mise in evidenza con il quattordicesimo tempo, ottenuto nella crono del penultimo giorno di corsa.

Team Coast non invitato: Zülle resta a casa

Un vero peccato invece l’esclusione di Alex Zülle, ritornato ad alti livelli dopo aver vinto (una decina di giorni fa) il Tour de Suisse.

Il sangallese – già due volte secondo alla Grande Boucle, nel ’95 dietro ad Indurain e nel ’99 dietro ad Armstrong – paga l’esclusione del Team Coast dalla più importante corsa ciclistica a tappe.

Assente Ullrich, Garzelli e Simoni

Non ci sarà Jan Ullrich, il tedesco della Telekom (quattro volte secondo nella classifica finale del Tour) che ha dato forfait dopo l’operazione ad un ginocchio ma che è stato pizzicato positivo per anfetamine.

Marcheranno visita anche: Stefano Garzelli (escluso al Giro d’Italia per aver preso un diuretico, che camuffa l’uso di prodotti dopanti), Gilberto Simoni (trovato positivo alla cocaina al recente Giro d’Italia), Mario Cipollini (tredici vittorie di tappa al Tour!), non invitato da Jean-Marie Leblanc.

Armstrong dovrà guardarsi dagli spagnoli

Gli “outsider” all’inseguimento di Armstrong dovrebbero chiamarsi Joseba Beloki (terzo nelle ultime due edizioni), Francisco Mancebo, Oscar Sevilla (tutti spagnoli) e Santiago Botero (Colombia).

Malgrado le assenze, la Grande Boucle conserva quel fascino che per venti giorni tiene gli appassionati incollati davanti alla TV.

Percorso nervoso con 5 arrivi in salita

Jean-Marie Leblanc (gran patron del Tour) e collaboratori hanno previsto sette frazioni di montagna, con ben cinque arrivi in quota.

Rispetto ad un anno fa, si percorrerà la Francia in senso anti-orario, ciò che porterà la carovana a scalare in primo luogo i Pirenei e in secondo le Alpi.

Il primo appuntamento con la montagna è fissato per l’undicesima tappa (giovedì 18 luglio), con il Col de l’Aubisque e l’arrivo in salita a La Mongie.

Seguiranno – il giorno successivo – il Plateau de Beille sui Pirenei, poi, prima delle Alpi, il Mont Ventoux (domenica 21). Les Deux Alpes e La Plagne (martedì 23 e mercoledì 24 luglio) saranno i due arrivi in salita previsti sulle Alpi.

Il “tic-tac” cambierà fisionomia alla corsa?

L’effetto delle salite sulla classifica finale rischia però di essere assai minore rispetto all’impatto che avranno i chilometri pedalati contro il tempo.

Pur lasciando da parte il cronoprologo, saranno tre gli appuntamenti con il “tic-tac”: quello “pesante” delle crono-squadre di mercoledì 10 con 67,5 chilometri.

Si tratta di un esercizio al quale molti protagonisti non sono abituati e che per questa ragione potrebbero creare distacchi molto importanti, anche a scapito di qualche big.

Prima di affrontare i Pirenei, i ciclisti pedaleranno ancora per 52 chilometri tra Lanester e Lorient, mentre l’ultima cronometro è prevista il penultimo giorno, da Régnié a Macon (50 km).

Il “menù” servito ai corridori è quindi di 21 giorni di corsa, 20 tappe, 3’277 chilometri e due soli giorni di riposo: martedì 16 (prima dei Pirenei) e lunedì 22 luglio, alla vigilia della prima tappa alpina.

Filippo Frizzi

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