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Tra vento e atomo

Per sinistra e socialisti è eolica l'energia del futuro. IDS

Fautori e avversari dell'energia atomica discutono le possibili alternative alle centrali nucleari e i costi per il loro abbandono.

Pareri contrastanti

Spegnere le centrali nucleari e importare energia eolica dal Nord Europa: la proposta è stata presentata lunedì dal Partito socialista svizzero, dai Verdi e dalla Fondazione svizzera per l’energia (SES).I vantaggi sarebbero considerevoli sul piano ecologico, ma anche economico: l’energia prodotta dal vento costa meno di quella atomica.

L’abbandono del nucleare è sicuramente possibile, hanno controbattuto i fautori dell’atomo: comporterebbe però all’economia costi supplementari per un miliardo di franchi l’anno.

Il vento del nord

Il consigliere nazionale socialista Rudolf Rechsteiner ha spiegato lunedì in una conferenza stampa a Berna che per coprire il fabbisogno elvetico di elettricità basterebbe costruire nel mare del Nord centrali eoliche su un’area di 500 km2, pari a circa l’uno per mille della sua superficie totale.

Quella generata dal vento, ha detto Rechsteiner, è l’energia del futuro: è pulita, sicura, non comporta emissioni nocive, né costi di smaltimento o di trasporto. Anche sul piano paesaggistico gli svantaggi sono contenuti.

Il direttore della SES Admin Braunwalder ha indicato che lo scorso anno la Svizzera ha prodotto un surplus rispetto al suo fabbisogno di 10,4 miliardi di chilowattora, pari al 41 per cento della produzione nucleare totale.

Con un consumo più responsabile d’energia nell’illuminazione e con nuovi elettrodomestici meno «voraci» si potrebbe risparmiare nell’arco di dieci anni fino ad un terzo dell’energia atomica. Un altro terzo di energia nucleare potrebbe essere risparmiato migliorando l’isolazione degli edifici e sostituendo i riscaldamenti elettrici con termopompe e altri impianti ecologici.

Un miliardo per l’abbandono dell’atomo

Secondo specialisti intervenuti lunedì a un convegno organizzato a Berna dall’Associazione svizzera per l’energia atomica (ASPEA), l’abbandono dell’energia nucleare provocherebbe il caos sul mercato elvetico dell’elettricità e causerebbe all’economia costi supplementari di un miliardo di franchi l’anno.

La messa fuori esercizio anticipata delle cinque centrali svizzere sarebbe tecnicamente possibile e ci sarebbe anche sufficiente tempo per reperire fonti energetiche sostitutive, ha affermato Walter Steinmann, direttore dell’Ufficio federale dell’energia (UFE).

Sostituire l’atomo con le energie rinnovabili è però molto costoso, mentre ripiegare sulle energie fossili significherebbe aumentare le emissioni inquinanti nell’atmosfera, che andrebbero a loro volta combattute con l’introduzione di una pesante tassa sul CO2.

I problemi del vento

Rispondendo indirettamente alle proposte di Verdi e socialisti, Steinemann ha detto che l’idea di importare energia eolica dall’Europa del nord è interessante. Nonostante il crescente successo riscontrato, questa tecnologia deve però risolvere diversi problemi prima di poter offrire un prodotto affidabile. I punti critici riguardano il grado di accettazione da parte della popolazione che vive nei luoghi in cui sarebbero costruiti gli impianti e l’allacciamento di questi siti alla nostra rete.

Per il futuro è quindi raccomandabile mantenere aperte tutte le opzioni, compresa quella nucleare, ha sostenuto Steinmann davanti a circa 200 rappresentanti dell’industria atomica elvetica.

Le proposte illustrate lunedì dagli antinucleari e il convegno dell’ASPEA si inseriscono nel dibattito relativo alle due iniziative «Moratoria Plus» e «Elettricità senza atomo», su cui si voterà prevedibilmente l’anno prossimo. La prima chiede di congelare per ulteriori dieci anni la costruzione di nuove centrali atomiche e la seconda l’abbandono progressivo dell’energia nucleare.

swissinfo e agenzie

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