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Un altro Tour de….Lance!

Lance Armstrong, ovviamente in maglia gialla, ancora una volta padrone assoluto del Tour de France Keystone

Poker d'assi per Lance Armstrong, che domenica si è aggiudicato il suo quarto Tour de France consecutivo. Buono il bilancio svizzero.

Il texano ha vestito la maglia gialla di leader prima dei Pirenei, ha aumentato il suo vantaggio sulle Alpi e si è presentato sulla passerella dei Campi Elisi a Parigi da vincitore. Per la quarta volta consecutiva.

Ancora, sempre Lance

Ha combattuto contro il cancro e ha vinto; si è messo in testa di diventare il “padrone” del Tour e negli ultimi quattro anni ci è sempre riuscito.

Lance Armstrong da Dallas, Texas, è ora ad un passo dai mitici Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault e Miguel Indurain, tutti vincitori di cinque edizioni del Tour de France.

Gli svizzeri? Soprattutto Rubens Bertogliati

Tre atleti e una vittoria di tappa, due giorni in maglia gialla, e altri tre con il segno del primato riservato al miglior giovane.

Il bottino – raccolto da Rubens Bertogliati – tiene alto l’onore svizzero alla Grande Boucle: Beat Zberg e Laurent Dufaux hanno invece fallito sulle montagne.

Bertogliati, portacolori della Lampre-Daikin, 23 anni di Lugano, ha sorpreso tutti a mille metri dal traguardo della prima tappa in Lussemburgo. Con un’azione fulminea che ha preso in contropiede gli sprinter si è regalato la seconda vittoria da professionista. Oltre, ovviamente, alla maglia gialla! Scusate se è poco.

Dufaux getta la spugna sul Mont Ventoux

Appena la strada si è fatta in salita, è emerso Laurent Dufaux (Alessio), che nella seconda tappa pirenaica è andato in fuga con Laurent Jalabert verso il traguardo di Plateau de Beille.

Quella dei due Laurent è stata un’appassionante fuga molto lunga (140 chilometri) ed è stata vanificata soltanto a pochi km dal traguardo.

La tappa del Mont Ventoux poi lo ha sfiancato e Dufaux (33 anni, 29 vittorie in carriera) è risalito sull’ammiraglia, costretto ad abbandonare la Grande Boucle.

Zberg beffato da Millar a Béziers

Anche Beat Zberg ha provato a farsi notare, in particolare sabato, nella tappa che ha portato la carovana a Béziers.

Zberg (Rabobank) però non è riuscito a controllare lo scatto di David Millar, suo compagno di fuga assieme a Jalabert (ancora lui!) ed ha così visto sfumare la prima vittoria al Tour.

L’urano, che non aveva convinto neppure al Tour de Suisse, potrebbe tuttavia rivelarsi la grande sorpresa nelle prossime grandi classiche di Coppa del Mondo.

“Voglio morire a cent’anni…”

Nel mese di ottobre del 1996, Lance Armstrong si è svegliò con un forte dolore ad un testicolo. Pochi giorni dopo gli fu diagnosticato un cancro. Lui, dopo tanta chemioterapia e con la sua volontà di ferro, è riuscito a respingerlo.

Nel suo libro “It’s not about the bike – My journey back to life” (Non solo ciclismo – Il mio ritorno alla vita), Armstrong fa capire che razza di personaggio è.

Ecco un passaggio molto significativo: “Voglio morire a cent’anni, avvolto dalla bandiera americana e con la stella del Texas sul casco, dopo aver percorso in bicicletta, urlando, una discesa alpina a 75 miglia all’ora”.

E ancora. “Voglio tagliare l’ultimo traguardo con mia moglie testimone e i miei dieci figli che applaudono, e poi voglio coricarmi in uno di quei famosi campi di girasoli francesi e spirare tranquillamente, in perfetta contraddizione con la violenta morte prematura che un tempo mi hanno preannunciato”. La vittoria più importante.

Alla quale ora se ne aggiunge un’altra sui pedali. L’ennesima. E vittoria dopo vittoria, la miracolosa “nuova” vita di Lance Armstrong continua. Sempre più nella gloria.

Filippo Frizzi

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