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Un clown in corsia per i bambini malati

Andrea Guermani/fondazione theodora

Da oltre 15 anni, i Dottor Sogni aiutano i bambini ricoverati in ospedale ad esprimere le loro emozioni attraverso l'ascolto, il gioco ed il sorriso. Nato nella Svizzera romanda, questo ambizioso progetto ha già contagiato otto paesi nel mondo.

Sarà l’aspetto imponente di edifici grigi e squadrati o quell’odore acre di disinfettante a rendere l’ingresso in un ospedale una sfida contro se stessi. Poco importa se si è pazienti di lunga data o semplici visitatori, l’approccio a queste cliniche è sempre denso di emozioni e ancor di più se si è soltanto dei bambini.

Di fronte a una malattia sono diverse le sensazioni che si provano: dolore, paura, rabbia e forse anche qualche senso di colpa. Sensazioni che spesso restano nascoste e che i Dottor Sogni, nei panni di clown professionisti, cercano di far riemergere per aiutare i bambini e i loro parenti ad affrontare questi momenti difficili.

«Il progetto del Dottor Sogni è nato in Svizzera nel 1993 grazie all’iniziativa di due fratelli, André e Jan Poulie in memoria della loro madre Theodora», spiega Daniela Bianchi, direttrice della Fondazione Theodora in Italia.

«Durante un viaggio negli Stati Uniti hanno conosciuto un clown che lavorava a stretto contatto con i bambini ricoverati in ospedale e hanno deciso di portare qualcosa di simile anche in Svizzera, nel canton Vaud. Nel 1995 è stata creata la Fondazione Theodora ONLUS in ricordo della loro madre, sempre così attenta ai loro bisogni nonostante le regole particolarmente rigide che vigevano allora negli ospedali».

Dal canton Vaud, i Dottor Sogni hanno lentamente conquistato altre regioni e nazioni, superando le frontiere geografiche, religiose o razziali. Ora sono presenti in 110 ospedali con più di 150 professionisti in altri sette paesi: Italia, Francia, Inghilterra, Spagna, Bielorussia, Turchia e Cina.

Alimentare la parte sana dei bambini

L’obiettivo dei Dottor Sogni è di portare momenti di spensieratezza ai bambini ricoverati in ospedale. Accanto al letto dei piccoli pazienti, questi clown professionisti usano la creatività e l’improvvisazione per creare un contatto attraverso il gioco. Si adattano alle condizioni di salute, mobilità e comunicazione del bambino, affinché possa essere partecipe della magia e protagonista dell’animazione.

«Il mio arrivo in ospedale è probabilmente simile a quello di tanti altri lavoratori. Il bello inizia dopo», racconta entusiasta Rodrigo Morganti – alias Dottor Strettoscopio – il primo a svolgere questo ruolo in Italia. «Iniziamo col raccogliere informazioni da medici e infermiere e poi ci avviamo verso le stanze dei bambini, come fossimo dei veri dottori. Abbiamo il lusso di essere l’unica figura in un ospedale che può chiedere il permesso ai pazienti per poter entrare nella stanza e se un bambino non vuole vederci dobbiamo rispettare il suo desiderio».

Regalare un sorriso a dei bambini ammalati è già di per sé un compito particolarmente difficile, ma la Fondazione Theodora non si accontenta di questo. «Non bisogna pensare che i bambini debbano ridere a tutti i costi, perché sarebbe come negare il loro diritto ad esprimere la sofferenza o altre sensazioni meno positive», continua Morganti, laureatosi clown dottore grazie a una formazione in Svizzera.

«Il nostro è un lavoro molto più sottile, col quale cerchiamo di prenderci cura della parte sana del bambino, quella che ha bisogno di esprimersi attraverso il gioco, la fantasia, il pianto, lo stupore, la paura e anche il sorriso. Se tutti si concentrano sul “mi fa male la mano”, noi è proprio l’unica cosa che non guardiamo e cerchiamo invece di concentrarci sul resto del corpo».

Riscoprire il bambino che c’è in noi

Il compito dei clown dottori – confrontati ogni giorno con il rischio della morte – non è certo facile, soprattutto perché chiamati a portare un po’ di serenità nelle stanze dei loro piccoli pazienti.

«La magia del clown è la capacità di vivere con le proprie sensazioni, anche con quelle negative», spiega Morganti. «Si tratta di giocare con le emozioni dei bambini, ma anche con le nostre. Le giornate “no” capitano a tutti e la sfida è proprio quella di riuscire comunque a sfruttare questa energia per trasformarla in qualcosa di positivo».

«Per loro è importante avere qualcuno con cui sfogarsi, qualcuno che parla il loro stesso linguaggio, senza il coinvolgimento sentimentale tipico dei genitori».

Perché le emozioni con le quali devono convivere questi bambini sono molte, dalla rabbia, alla paura fino alla vergogna, e a volte – come scriveva Victor Hugo – basta un sorriso a scacciare come il sole l’inverno dal volto umano.

Stefania Summermatter, swissinfo.ch

Il progetto del Dottor Sogni è nato in Svizzera nel 1993 grazie all’iniziativa di due fratelli, Andrée Jan Poulie in memoria della loro madre Theodora.

L’obiettivo della fondazione è di aiutare i bambini ricoverati in ospedale a far fronte alla loro sofferenza e ad esprimere le loro emozioni.

Il compito è affidato ai Dottor Sogni, artisti professionisti formati per lavorare in ambito sanitario.

La fondazione Theodora è presente in circa 100 ospedali con oltre 150 Dottor Sogni in altri 8 paesi: Svizzera, Italia, Francia, Inghilterra, Spagna, Bielorussia, Turchia e Cina.

In Svizzera opera in una quarantina tra ospedali e istituti di cura.

Il debutto in Italia risale al 1995 con la prima visita di un Dottor Sogni, il Dottor Strettoscopio nel reparto pediatrico dell’Istituto dei Tumori di Milano.

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