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Un giro di vite contro l’immigrazione illegale

Keystone

Un rapporto delle autorità federali chiede misure più severe per combattere gli stranieri illegali, soprattutto nell'ambito della criminalità e del lavoro in nero.

Le soluzioni proposte non raccolgono però l’unanime sostegno delle varie parti in causa.

Il governo svizzero ha deciso di intensificare la lotta contro l’immigrazione illegale, proponendo una serie di misure più severe.

Il giro di vite voluto dal consigliere federale Christoph Blocher è esposto in un rapporto pubblicato martedì dall’Ufficio federale dell’immigrazione (Imes), dei rifugiati (Ufr), dalla Polizia federale (Fedpol) e dall’Amministrazione federale delle dogane (Afd).

Il voluminoso fascicolo, che espone i problemi legati ai clandestini in materia di criminalità, di lavoro in nero, di prostituzione e di difficoltà di rimpatrio, non è stato accolto uniformemente.

Jean-Michel Dolivo, avvocato di Losanna e membro del Movimento svizzero dei “sans-papier” si mostra subito molto critico nei confronti del responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia.

“In passato, Christoph Blocher ha lanciato campagne, assieme al suo partito (UDC), per presentare l’immigrazione come un fenomeno esclusivamente negativo ed illegale. Adesso continua sulla stessa scia, ma a nome del governo”.

Il rapporto sull’immigrazione illegale non accontenta neanche Jürg Schertenleib, membro dell’Organizzazione svizzera per l’aiuto ai rifugiati.

“Sono esposte unicamente delle misure repressive, senza preoccuparsi di come migliorare l’integrazione degli stranieri nel tessuto sociale svizzero”.

Dalla parte dei promotori, la voce del responsabile dell’Imes Eduard Gnesa difende il valore del fascicolo. “Per la prima volta, questo rapporto presenta una visione generale degli aspetti illegali dell’immigrazione e mostra come possono intervenire le autorità federali ed i Cantoni.”

Svizzera attrattiva

Non è possibile rilevare in modo affidabile il numero di stranieri che soggiornano illegalmente sul suolo elvetico. Le stime avanzano una cifra che oscilla tra i 50’000 ed i 300’000 clandestini.

Ad attirare gli stranieri sono soprattutto l’aspettativa di esercitare un’attività lucrativa e la possibilità di beneficiare di un sistema sociale sviluppato.

L’alta percentuale di domande d’asilo respinte induce infatti a credere che, in molti casi, lo scopo dei richiedenti non sia la protezione dalle persecuzioni nel paese d’origine.

Maggiori controlli ai confini

Le entrate ed i soggiorni illegali si presentano sotto varie forme, dalle domande di asilo, alla ricerca di un lavoro, al ricongiungimento illegale di parenti e conoscenti.

Le misure prioritarie da attuare per contenere questo afflusso incontrollato prevedono un rafforzamento dei controlli alle frontiere e negli aeroporti.

In particolare, si intensificheranno i rilevamenti dei dati biometrici e sarà emesso un nuovo documento per stranieri non falsificabile.

Per combattere il traffico e la tratta di esseri umani, saranno presi ulteriormente di mira i passatori, le organizzazioni che aiutano i clandestini ad entrare illegalmente in Svizzera.

Lavoro nero utile all’economia

Secondo uno studio dell’Università di Linz (Austria), oggi in Svizzera ci sono circa 90’000 lavoratori stranieri occupati illegalmente. Una cifra superiore di un terzo rispetto a quella registrata 10 anni fa.

La maggior parte dei clandestini sono attivi in settori strutturalmente deboli come l’agricoltura, l’industria alberghiera ed edilizia, l’economia domestica, come pure nell’ambito della prostituzione.

Il volume stimato del lavoro al nero – inclusi i cittadini svizzeri – ammonta per l’anno 2004 a circa 40 miliardi di franchi.

Se una regolamentazione del lavoro in nero è auspicabile, una crociata a spada tratta contro questa attività nasconde un pizzico di ipocrisia, secondo molti osservatori.

Come indica l’avvocato losannese Dolivo “fino a che l’economia avrà bisogno di questa manodopera a buon mercato, mi sembra assurdo lottare contro il lavoro in nero”.

Le decisioni in Parlamento

Il rapporto sull’immigrazione illegale cade in un momento in cui la legge sull’asilo, sugli stranieri e sul lavoro al nero occupano l’agenda del Parlamento.

Come già annunciato da Christoph Blocher, sono previsti ulteriori inasprimenti.

Dopo il Nazionale, in autunno toccherà al Consiglio degli Stati occuparsi di queste leggi.

swissinfo e agenzie

Quattro Uffici federali (immigrazione, rifugiati, polizia e guardie di confine) hanno pubblicato un rapporto con nuove misure più severe per lottare contro l’immigrazione illegale.

I problemi posti dai clandestini si manifestano nell’ambito della criminalità, del lavoro in nero, della prostituzione, nonché nell’aumento dei costi degli abusi.

Le nuove norme prevedono il rafforzamento dei controlli alle frontiere, l’emissione di un documento per stranieri non falsificabile e nuove possibilità di messa in detenzione.

Le cifre sui clandestini non sono chiare, ma si stima che sono da 50’000 a 300’000 le persone che risiedono illegalmente in Svizzera.
90’000 lavoratori al nero.
100’000 le persone respinte ogni anno alla frontiera.

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