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Un inizio coi fiocchi per il turismo invernale

A Silvaplana, nell'Alta Engadina, non è certo la neve che manca Schweiz Tourismus

Neve fresca e disponibilità negli alberghi: ci sono tutti gli ingredienti per una buona riuscita delle feste di fine d'anno nelle Alpi svizzere.

Per il momento la ressa non c’è ancora, ma le stazioni invernali sperano nel tutto esaurito.

Euforici e superattivi. Due aggettivi che ben riassumono lo stato in cui si trovano in generale gli uffici turistici a qualche giorno dalle feste di fine d’anno.

Le prenotazioni vanno bene, anche quando la neve si fa aspettare, come nel 2001.

Per questa fine d’anno 2002, la situazione sembra diversa, almeno per quanto concerne l’innevamento. La carenza cronica di neve dello scorso anno è oramai relegata nel dimenticatoio.

“La neve è caduta su quasi tutto il cantone”, precisa Urs Zenhausern, direttore di Vallese Turismo. Un manto bianco giunto un po’ tardi, ma che comunque, oltre i 2000 metri d’altezza, raggiunge pur sempre una sessantina di centimetri.

Bisogna dire che queste nevicate sono benvenute. Giungono infatti in tempo per completare lo strato, relativamente importante, accumulato con i cannoni da neve. Queste ultime settimane, ha fatto abbastanza freddo (per produrre la neve ci vogliono almeno 4 gradi sotto lo zero) per farli funzionare a pieno regime.

Ottimo strato di fondo

Detto ciò, bisogna fare alcune differenze, soprattutto a causa di un’ondata di caldo che ha colpito le Alpi da una settimana.

“Nelle Alpi meridionali, ha piovuto fino a 1900 metri”, constata Robert Bolognesi, direttore di Meteorisk in Vallese. Per contro, la Svizzera centrale e quella sud-orientale hanno registrato nevicate fino a 1200 metri.

Una situazione del tutto diversa dalle catastrofiche condizioni d’innevamento dello scorso anno, nello stesso periodo.

“Per essere più precisi”, aggiunge il meteorologo, “lo strato di neve è perfetto e di qualità eccellente a partire dai 2200 metri. Perché su un fondo molto ben costituito c’è ora un bello strato di neve fresca”.

Fra i 2200 e i 2000 metri la qualità della neve va da media a buona. “Invece, è largamente insufficiente fra i 2000 e i 1800 metri nelle Alpi vodesi e vallesane”, sottolinea Robert Bolognesi.

Per contro, l’Oberland bernese e i Grigioni hanno approfittato di un apporto di neve fresca fino a 1000 metri d’altezza.

“Eccezion fatta per il 2001, il Vallese è raramente confrontato a una carenza di neve, poiché il 90 percento delle piste sono situate a oltre 2200 metri.”

Detto ciò, non bisogna dimenticare che un colpo di caldo penalizza le stazioni a bassa quota, che devono occuparsi dei loro ospiti in caso di mancanza di neve. Ed è il caso, attualmente, per le stazioni situate fra i 1400 e i 1600 metri.

Lentamente ma sicuramente

Accanto a queste considerazioni di carattere meteorologico, bisogna constatare che per il momento non si assiste ancora alla corsa all’oro bianco. L’ombra della crisi si sta allungano sulle feste di fine d’anno?

“É sempre difficile farsi un’idea precisa proprio prima delle feste”, spiega Urs Zenhausern, direttore di Vallese Turismo. “Tuttavia, il tasso d’occupazione dovrebbe avvicinarsi all’80 percento, cioè un po’ meno che nel 2001, e dappertutto rimangono dei posti”.

E aggiunge: “La fine dell’anno 2001 era stata marcata dagli attentati dell’11 settembre e molta gente è rimasta in Europa”. Il che spiega un tasso di prenotazioni di oltre il 90 percento prima delle feste 2001.

Constatazione analoga sul versante delle Alpi vodesi. Xavier Blanco, dell’Ufficio cantonale del turismo, è decisamente ottimista. “Le prenotazioni nel settore para-alberghiero raggiungono praticamente il 100 percento d’occupazione”, afferma il responsabile dei mass-media, “ma rimangono comunque numerose disponibilità negli alberghi, prenotati in misura appena superiore all’86 percento”.

Ma come il suo omologo vallesano, Xavier Blanco non nasconde una certa inquietudine per le stazioni dove non c’è ancora neve. Teme “i colpi di caldo che penalizzano sempre le stazioni a media altezza”. Ed è proprio quanto sta succedendo ora.

Alpi bernesi: dal pessimismo all’ottimismo

Sul fronte delle Alpi bernesi, il discorso è cambiato nel giro di pochi giorni, passando dal pessimismo all’ottimismo.

In realtà, ha nevicato in questi ultimi giorni e la stazione di Grindelwald, per esempio, annuncia neve fino a 1050 metri e ottime condizioni per lo sci a partire dai 1400 metri.

Quanto alle prenotazioni, stanno andando bene perché “il tasso si avvicina all’85 percento per le feste e al tutto esaurito tra il 28 dicembre e il 2 gennaio”, precisa Marguerite Brawand, dell’Ufficio del turismo di Grindelwald.

Altro esempio nei Grigioni, dove la stazione di St. Moritz parte vincente per questo periodo, con un nuovo strato di neve fresca. “Ci sono più di 50 centimetri alla stazione a 1856 metri”, afferma Francesca Muggli, dell’Ufficio del turismo, “e più di 200 centimetri al di sopra dei 2500 metri”.

“Per quanto concerne le prenotazioni”, aggiunge l’addetta al turismo, “si situano oltre l’85 percento per il periodo delle feste, eccetto per i tre ultimi giorni dell’anno, dove si registra praticamente il tutto esaurito”.

Evitare la fuga all’estero

Detto ciò, globalmente le due settimane di festa non sembrano porre particolari problemi, perché questo periodo è spesso sinonimo di riunione in famiglia.

É per lo meno l’impressione che regna alla centrale di Svizzera Turismo, a Zurigo. “Sul piano nazionale”, afferma Laurence Gabriel, responsabile dei mass-media presso Svizzera Turismo, “le prenotazioni sembrano sullo stesso livello del 2001, cioè molto buono, per tutto l’insieme del paese”.

E aggiunge: “Con buone condizioni di innevamento in altitudine, i turisti possono decidere anche molto tardi di andare in montagna”.

L’altra faccia della medaglia

Nonostante le speranze per il futuro, non bisogna dimenticare l’altra faccia della medaglia: il turismo svizzero soffre infatti di un malessere cronico, quello dei prezzi alti. Una realtà che spinge molti svizzeri ad andare a sciare all’estero, soprattutto in Austria, dove l’accoglienza è spesso descritta come migliore.

“Svizzera Turismo sta compiendo un grosso lavoro nelle stazioni invernali, per offrire soggiorni finanziariamente interessanti, soprattutto per le famiglie”, afferma Laurence Gabriel.

“E per il problema dell’accoglienza, si tratta di un lavoro a lunga scadenza. In numerose regioni sono in atto iniziative a corsi di formazione”, precisa la responsabile dei mass-media di Svizzera Turismo.

Tra le varie misure, figura la creazione di un marchio di qualità. Per garantire ai turisti un’accoglienza che non abbia niente da invidiare alle stazioni dei paesi vicini.

Jean-Louis Thomas, swissinfo

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