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Un inverno turistico senza neve

In Ticino l'inverno se non offre neve può offrire altro ai turisti in cerca di svago e riposo Keystone

Gottardo chiuso, pochissima neve. Una situazione che in Ticino potrebbe vanificare molti investimenti nel settore. Ma anche dare il via a nuovi orientamenti.

114,3 milioni di franchi spesi dal 1993 in impianti di risalita e infrastrutture per gli sport invernali, provenienti al 70% dal settore pubblico, in base alla legge sugli investimenti nelle regioni di montagna. Il Ticino ha investito molto nel turismo invernale e l’inverno pare ora giocargli dei brutti scherzi.

A dar risalto all’attuale situazione del turismo invernale a sud delle Alpi è il quotidiano bernese “Der Bund”. Secondo il giornale, gli investimenti negli anni passati sono avvenuti in modo poco coordinato e rischiano ora di essere vanificati dagli inverni relativamente caldi e poco nevosi.

Fra i casi citati dal quotidiano, quello delle Funivie del Gottardo, dove il fallimento è stato evitato grazie ai crediti straordinari concessi dal cantone in seguito alla chiusura del tunnel del Gottardo, e quello della Monte Tamaro SA, in cui il personale rischia di rimanere senza salario.

Sciare nonostante tutto

Senza dubbio questo inizio d’inverno è stato particolarmente povero di neve a sud delle Alpi. In Ticino si scia attualmente solo ad Airolo e Campo Blenio, ed esclusivamente sulla neve artificiale.

L’afflusso di turisti non è neppure troppo basso, vista la situazione. “Attorno al 26 dicembre avevamo una media di 500 persone al giorno”, dice Sauro Venturi, responsabile marketing delle Funivie del Gottardo. E questo nonostante sia innevato solo un tratto di pista nella zona di Pesciüm.

Ciò non toglie che il personale sia ridotto ad un terzo rispetto al solito. La neve artificiale sembra offrire una soluzione parziale, ma gli investimenti necessari sono troppo alti per le stazioni sciistiche. “In prospettiva pensiamo a nuovi cannoni da neve, ma senza l’aiuto del cantone i costi sarebbero troppo elevati.”

Toccherà quindi al cantone decidere dove intervenire, tenendo conto del limite sotto il quale i meteorologi sconsigliano di puntare a lungo termine su inverno freddi e nevosi. Limite che si aggira intorno ai 2000 metri d’altitudine.

Turismo invernale senza sci

Situazione di crisi dunque per il turismo invernale ticinese? Giuseppe Stinca, direttore di Ticino Turismo, tende a relativizzare. “Secondo i dati ancora provvisori, il 2001 ha chiuso con un meno 4%. E sappiamo che il 2001 è stato un anno molto difficile per il Ticino, in particolare per la chiusura del Gottardo.”

“Bisogna inoltre ricordare”, continua Stinca, “che i pernottamenti in Ticino durante l’inverno rappresentano solo il 10% dei pernottamenti complessivi. L’inverno è, da un punto di vista complessivo, bassa stagione per il Ticino.”

Naturalmente alcune regioni turistiche sono più sensibili di altre ai mutamenti climatici e allo scarso innevamento. “Il nostro cantone però”, osserva il direttore di Ticino Turismo, ” offre, contrariamente ad altre regioni svizzere, ampie possibilità di svago indipendenti dalla neve”.

Il turismo invernale in Ticino è dunque destinato a ritagliarsi nuove fette di mercato al di fuori del ristretto ambito dello sci e di sport affini?

“Esistono studi riferiti ad altre regioni, i quali dimostrano che solo il 20% circa di chi si reca nelle Alpi d’inverno lo fa per sciare”, osserva Stinca. “Noi dobbiamo rivolgerci a quell’80 % di turisti che non pratica lo sport e a cui vanno offerti svago e ospitalità. Si tratta di un’opportunità che non dobbiamo mancare.”

Andrea Tognina

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