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Un sì di sinistra alla liberalizzazione dell’elettricità

L'alternativa, secondo il parlamentare socialista Rudolf Strahm, è tra una liberalizzazione selvaggia e una liberralizzazione controllata Keystone

La legge sul mercato dell'elettricità garantirà una liberalizzazione controllata. Questa l'opinione di un comitato di deputati socialisti, ecologisti e consumatori in vista del referendum.

“La questione a cui dobbiamo rispondere non è se vogliamo l’apertura del mercato, ma se quest’apertura deve svolgersi sotto il controllo di un regolatore statale oppure no”, ha osservato il consigliere nazionale socialista Rudolf Strahm.

Il giorno successivo al lancio della campagna contro la nuova legge sul mercato dell’elettricità (LME) da parte dei sindacati, un comitato rosso-verde si è espresso in favore del progetto sul quale si voterà il prossimo 22 settembre contestando le tesi degli oppositori.

Occasione per un’apertura regolamentata

La liberalizzazione del mercato dell’elettricità è già in corso, ha fatto presente Strahm. Le grandi industrie energivore beneficiano già attualmente di consistenti ribassi per l’acquisto di corrente.

E senza la LME in un futuro mercato completamente deregolamentato sul modello tedesco solo i grossi consumatori saranno in grado di negoziare tariffe convenienti, tariffe che i produttori di energia compenserebbero imponendo aumenti di prezzo al resto degli utenti, come le piccole e medie imprese e i semplici cittadini, ha pronosticato il deputato del Partito socialista.

Senza la legge le prospettive sarebbero preoccupanti per l’insieme del paese. Lo Stato non solo non potrà assicurare condizioni corrette ai piccoli consumatori, ma non potrà emanare nessuna prescrizione per garantire un approvvigionamento sicuro di energia. “I californiani, i tedeschi e molti altri – si è detto convinto Strahm – sarebbero felici di avere una LME”.

Sostegno di ambientalisti e consumatori

Favorevoli alla legge anche molte organizzazioni ambientaliste, tra cui il WWF. “In particolare l’ordinanza di applicazione rispetta le esigenze ecologiche”, ha affermato Adrian Stiefel, membro dell’organizzazione. Il trasporto gratuito sulla rete accordato alle energie alternative per dieci anni, un costo che rappresenta i due terzi del totale, permetterebbe un ribasso di 30 milioni l’anno.

La possibilità per i consumatori di richiedere energia pulita già dall’entrata in vigore della legge e l’obbligo di indicare il tipo e alla provenienza della corrente è un altro punto a favore della legge. La LME non è un programma di promuovimento delle energie pulite, ha detto David Stickelberger, direttore dell’Agenzia delle energie rinnovabili e per l’efficienza energetica, ma le renderebbe più concorrenziali favorendone un’ulteriore diffusione.

Divisioni a sinistra

La campagna referendaria divide tuttavia profondamente la sinistra. Rudolf Strahm, che rappresenta una minoranza del PS già schieratosi contro la legge, ha contestato le pessimistiche previsioni fatte 24 ore prima da Paul Rechsteiner, suo collega di partito in parlamento nonché presidente dell’Unione sindacale svizzera, sull’impennata dei prezzi.

Le tariffe per il trasporto, ha ricordato Strahm, saranno congelate per sei anni, mentre i prezzi di produzione sottostaranno al controllo del sorvegliante dei Prezzi (attualmente il socialista Werner Marti). A differenza di altri paesi, in Svizzera vi sarebbero ancora potenziali per ribassi: “Ma una cosa è certa: senza LME le bollette per i piccoli utenti esploderanno”.

Luca Hoderas

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